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Il volto del buio sotto il letto

Il volto del buio sotto il letto

ANTOLOGIA VOL. 249

Iannozzi Giuseppe

Under the Sun by Valeria Chatterly Rosenkreutz

DI QUESTO SOSPETTO

A gran voce
chiesero la verità
Gettai loro pane
in abbondanza
Stanno ancora
alla porta incollati
a bussar forte,
col pugno chiuso
Nutro così sospetto
che ci dev’essere
qualche cosa
che l’animo morde
più della fame

E di questo sospetto
non chiaro mi nutro

TRA PENSIERI E SOGNI

Mi spancio
all’ombra d’un salice piangente
spogliando il giallo d’un crisantemo,
cercando l’illuminazione
fra le ombre e il frusciare del vento,
nel mezzo dell’erba alta carezzata
e subito piegata; non una voce risuona,
l’intorno si allarga, valica montagne
ricordi e donne; resiste il pensiero
che sono vivo, ed allora dormo,
spengo l’essere vigile, affronto il sogno.

MALVAGI

Malvagi fischiettano,
con l’indice
e un sorriso d’ambiguità
ti puntano
Si fanno poi in volto scuri
e buia diventa la vita
ch’era tua

COME UN UOMO

Vindice
poi da me verrai
come un uomo
senza pietà

CORVI

Miei corvi, ali nere senza riposo,
volate, dentro alle nubi gettatevi,
bucatele, e sulle carogne nei deserti
e nelle città abbandonate scagliatevi,
e delle putrescenti carni
integro non lasciate un brano

Venuto è il tempo che aspettavamo
in cima alla Torre di Babele
con bocche mute e impazienti
E’ venuto il Giudizio e non uno
troverà pietà o verità adesso
che l’oggi è senza un domani

Negri miei orrori, rendete la Ragione
alla pazzia del Re che vi ha nutrito

IN ERRORE

Fra le macerie
di quel vecchio casolare
dove giusto ieri lo facevamo
riparati da un po’ d’ombra soltanto,
su te avevo investito qualcosa di più
dell’anima e del suo bossolo
Su te avevo investito qualcosa
che non è davvero possibile spiegare

Non puoi farmi fuori con un bacio
e scappar poi via in punta di piedi,
nuda ma come se mai fossimo stati
fra gli amanti i più generosi e focosi

VERSI

Polvere & Versi
Che motivo c’è
per r-esistere qui?

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GRAZIE

Grazie
per la gioia
che m’hai dato
Ma
come allora
credo
nella paura
di guardare
il volto
del buio dormiente
sotto il letto

FRA LE MIE BRACCIA

Fra le mie braccia
si muore
come d’inverno,
aspettando
primavera;
più conveniente è
non lasciarsi cullare
da me

Che il sottobosco
torni
a profumi di muschio…

Giù in paese
già i comignoli
esalano fumo;
ciarliere le donne
al fuoco
riscaldano i pani

Presto
altre vite
legheranno vite
tagliando
cordoni ombelicali,
guadando fiumi
di culture diverse,
dall’Arno al Po

LASCIAMI. FINE DI UN AMORE

Lasciami
Lasciami così
Non voglio…
voglio convincermi che…
Dio mio, sì, che sto meglio
senza di te

Lasciami andare
Lasciami ora
Quel che adesso voglio
è essere lontana da te
mille miglia, mille…

Mio dolcissimo,
mio dolcissimo amore,
lasciami così
Lasciami
le tante parole dette,
e anche quelle
che non sono venute;
e i baci in fretta consumati
Lasciami
Ho aspettato a lungo
che entrassi nella mia vita…
Ma adesso lasciami

Se ancor mi vuoi, lasciami
lasciami così,
immersa in questo pianto di donna
che non capisci

Lasciami
Non voglio addossarti colpe
Sento che…
che non mi conosci,
non come vorrei io

Lasciami,
lasciami al mio pianto

Lasciami
Lasciami briciole di ricordi

Dolcissimo, lasciami,
ma non scordarti
che sei stato il primo
a scrivere poesie per me
Lasciami ora
Lasciami andare

Lasciami, lasciami, lasciami
Nulla più, nulla
potrà farmi cambiare idea!

Mi perderò un’altra volta
nei tuoi occhi fissi nei miei?
Terribile, così terribile,
ma sarà così che andrà a finire

Sarà così che andrà a finire!

SETTE GIORNI

Non è più il tempo dei giochi,
degli amori impossibili
Tutto è finito, tutto, amica mia

Le strade vuote di vita
E tu dici che dopo la mattanza
ci corrono ombre di angeli e demoni
Io so soltanto
che la canna della 45 fuma
Te ne sarai resa conto,
ho la bocca impastata di morte
Non è bastata la tua saliva a sciogliermi
quel nodo in gola che preme

Non è più il tempo di ridere
Non è più il tempo di piangere
Abbiamo visto molti corpi al tramonto
E siamo rimasti indifferenti,
legandoci le mani
quasi sperassimo ancora di salvarci

Le strade spazzate dal vento e basta
Abbiamo sparato a ogni bersaglio,
a ogni uomo o donna, e a ogni bambino anche
Nessuno è rimasto in piedi, nessuno
I corpi ammucchiati l’uno sull’altro,
oscenamente nudi fanno quasi tenerezza
Abbiamo visto il tramonto,
lo abbiamo visto tingersi di insanguinate oscenità
E dopo tante pallottole non è nato un amore

Le strade vuote di vita
Dici di vedere ombre di angeli e demoni

Amica mia, non è più il tempo di…
Hai delle gran belle gambe, sì
Non lo nego,
abbiamo fatto del nostro meglio,
ma non potevamo cambiare
il delirio scritto da Dio, da Io

Amica mia, è il tempo di darmi la tempia
Amica mia, è il tempo di scrivere la Fine
Sarò di nuovo completamente solo
come all’inizio di tutto, come all’inizio di tutto

Sarò di nuovo completamente solo
come all’inizio di tutto, come all’inizio di tutto
Sei giorni per creare ogni cosa e uno per morire

E uno per morire di cecità

HO MESSO LA TESTA A POSTO

Ho messo la testa a posto,
l’ho fatto per non lasciar di me
Polaroid ridicola
Scrivevo e scrivevo mica male,
scrivevo a cottimo poesie
che non leggevi
e che però non ti piacevano

Ho messo al loro posto costi e conti,
i tanti orologi sempre fermi su di te,
e pure gli avanzi della mia filosofia,
così adesso a tutti ripeto quel che so:
la donna è forte, non torna mai
sui suoi passi

Imito la posizione di un Buddha,
di uno qualunque
Imito la perfezione,
la perfezione che mai c’è;
e non è lavoro da poco,
credimi pure sulla parola

Sempre, sempre si sta
e si sta qui,
con l’acqua alla gola o no
Sempre, sempre si sta qui
ispirando e inspirando,
seguendo, bene o male,
degli antichi saggi l’esempio
C’è che già da un po’ di tempo
ho fatto il mio dovere

E sempre si disegna un cerchio
e mai l’infinito
C’è che già da un po’ di tempo
ho messo la testa a posto:
non sono uno scherzo, certo che no,
quarantacinque stronze primavere
C’è che mi manca il talento,
un po’ di sano talento;
e c’è che di Cohen uno e uno solo,
e io semplicemente della razza mia

DOLCE CREATURA DELLA NOTTE

Dolce Creatura della Notte,
Regina che nel suo cuore dimori,
io, al solito, spengo candele
in punta di piedi,
e sempre ho bianchi guanti
che si macchiano di bruciato

Dolce Creatura della Notte,
ogni ora dura più dell’infinito
quando qui, in questa casa,
ogni lume è spento
e nella solitudine rimango immerso,
affacciandomi alla finestra
a contar del cielo pallide stelle
che a malapena scorgo
con la coda di quell’unico occhio
che m’è rimasto quasi buono

Dolce Regina, sol ti chiedo
d’accendere una luce per me,
una luce brillante che assomigli a te
perché mi possa io spengere
in quell’Eternità abissale
che porta il probo oltre il male

CASTELLO IN ARIA

Tu, mio grande castello in aria,
mi porti fra gli angeli del tuo Dio
e nell’inferno dei tuoi sogni poi
Tu, solo tu, ragazzina dispettosa
che cogli rose rosse e gli sguardi miei

VITTIMA

Con occhi consumati di sonno
da te ritorno per essere vittima
finalmente

SACRIFICIO

Nell’amore avete confidato
e nella sua trappola siete caduti,
come tutti
Che c’è di nobile
in un simile consumarsi?
forse la gloria del sacrificio
di chi per un amante ha tutto speso?
E ditemi, avrà mai qualcuno
memoria di voi?
Ditemi, se un anelito di sincerità
ancora resiste nella poca vita
che fredda si fa nella bocca ansimante,
così che possa scrivere sull’algido avello
epitaffio gentile che non sia uguale
ai già tanti milioni nell’oblio sepolti

COSÌ FATALE

La strada è la strada,
ogni povero diavolo la corteggia
masticando buio e coraggio

Sulla croce muore Gesù
senza lacrime,
senza disperate urla
da dare in dono al cielo
e ai pochi ai suoi piedi
Nudo e crudo muore
sotto un cielo che partorisce
grasse nuvole nere,
come il culo del diavolo nere
E in eterno uguale rimane
questa mia breve poesia…

come il culo del diavolo
fatale, così fatale

NON VA MEGLIO, ARIANNA

Non va, non va non meglio
Quelli che tu e io abbiamo amato
si nono impiccati
con le loro stesse budella
La casa di Gesù dove ci riparavamo
dalla pioggia non c’è oggi più,
non c’è più

Come potevamo immaginare
che sarebbe accaduto tanto presto?
E’ stato un attimo
perché il corpo prendesse il volo
dalla finestra
A testa in giù cerchiamo di capire
perché è successo, perché il cervello era
più rosso che grigio
una volta fuori dal gioiello della testa

Il cappotto rattoppato,
la candela alla fine,
il sale sparso sul pavimento
C’erano tutti i segni
sotto i nostri occhi per capire
Avevamo altro per la testa
Non è davvero più possibile
tornare indietro; non va,
non va meglio, dobbiamo però
scopare via i vetri rimasti,
stare attenti alle schegge

Arianna, sei tu, sei ancora tu?
Sei sempre tu che occupi il telefono?
Qui va tutto per il peggio, viviamo
incastrati in un attacco di panico
Quelli che tu e io abbiamo amato
si sono impiccati
con le loro stesse budella;
e per noi che siamo rimasti in piedi
è così brutto vivere con il tuo fantasma
Così brutto, questo lo puoi capire…



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