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Il cielo sopra Piombino: liricità, storia, malinconia – Documentario letterario che racconta la Piombino di ieri e di oggi, ma non solo!

Il cielo sopra Piombino:
liricità, storia, malinconia

Documentario letterario che racconta
la Piombino di ieri e di oggi, ma non solo!

Iannozzi Giuseppe

Cosa ci sarà mai da raccontare su Piombino? C’è da raccontare tutto quello che non è lo Stabilimento Siderurgico che eppur c’è, che serve a dare lavoro ma che serve anche a ergersi quasi uguale a un mostro impossibile da amare. Lo Stabilimento Siderurgico non è Godzilla, non è un improbabile mostro nato dalla fantasia di Tomoyuki Tanaka, però è anch’esso il Re dei Mostri. Godzilla, nato per esorcizzare la paura dell’atomica e per portare l’avvertimento che, prima o poi, la natura si ribella ai torti che le vengono inflitti, alla fine è diventato un mostro ridicolo: troppe apparizioni, troppi titoli improbabili, troppe storie più o meno tutte uguali. E però è forse il caso di rimpiangere Godzilla al cinema, tanto più che i cinema non ci sono quasi più, non quelli di terza e quarta visione; e non ci sono più nemmeno i cine parrocchiali, così come non ci sono più le bocche di leone, le personali madeleines di Gordiano Lupi. Piombino non è più quella che un giovanissimo Gordiano amava e comprendeva: “Le bocche di leone sono le mie madeleines, meno nobili, certo, ma contengono un passato di bambino che fa colazione a scuola dopo aver scartato l’involucro giallastro e morde un dolce prelibato. Pasta reale modellata a forma di brioche, farcita di burro e panna, schizzata di alchermes, divisa in due, aperta come la bocca di un leone che sorride e mostra la dentatura. Alchermes fatto con acqua di rose, come ai tempi di Caterina de’ Medici alla corte di Francia, cannella, vaniglia, cocciniglia, cardamomo, chiodi di garofano, alcol e zucchero. Le mie bocche di leone hanno un sapore dolciastro e lieve, ricordano l’infanzia, morso dopo morso.” E non c’è più neanche un ferroviere che sgobbava da mane a sera per uno stipendio da fame; non c’è più quell’uomo che leggeva Bertrand Russell, che sbottava forte perché il gelato, quello veramente buono, era salito di prezzo passando da un costo di 50 Lire a 100 Lire. Ma negli anni Sessanta un gelato era il gelato, mentre oggi non ha più lo stesso sapore, non sa di buono, non sa di latte.

I punti forti del docufilm, Il cielo sopra Piombino: la sceneggiatura, soprattutto la sceneggiatura di Gordiano Lupi, sceneggiatura che è un raccontare malinconico, lirico, lontano da un narrare omerico ma proprio per questo avvincente. Gordiano Lupi si fa interprete di una città, di Piombino, della Piombino che ha conosciuto in gioventù e che ha amato in maniera viscerale. E però c’è anche rigorosità storica nel raccontare viscerale di Gordiano: ogni ricordo, anche quando la memoria va volutamente un po’ in difetto (per amore della liricità, di restare ancorato al passato), è accompagnato da un dire che illustra nel dettaglio i mutamenti della città piombinese. Ecco così che ci si rende presto conto che la storia di Piombino è anche e soprattutto quella di tutte le città italiane, che non sono più come cinquanta anni fa. L’industrializzazione e il consumismo hanno stravolto il paesaggio geografico e umano di Piombino, e non solo. Il cielo è sempre il cielo, ma Piombino non è più quella di un tempo, certo che non lo è più: è adesso una città non dissimile da tante altre dello stivale italiano, pur conservando ancora il suo fascino, a patto però che questo fascino si abbia desiderio e voglia di cercarlo e di lasciarselo raccontare.
Ottima la colonna sonora. Le musiche sono tutte di Federico Botti, le parole e le canzoni sono invece di Pino Bertelli (Alba a Marina) e del cantautore piombinese Claudio Jonta (Entra piano, Il quartiere) con lo zampino di Federico Botti, versiliese ma piombinese di adozione.

Significative e sempre belle le fotografie di Riccardo Marchionni, che si combinano in maniera più che egregia con la sceneggiatura. Federico Guerri, voce narrante, sa conferire il giusto pathos alla narrazione. Il solo punto debole del docufilm è il montaggio che poteva essere più giustificato e sobrio.

Il cielo sopra Piombino, docufilm, soggetto e sceneggiatura di Gordiano Lupi, regia di Stefano Simone, non è un prodotto per far felici i nostalgici (forse, in una certa misura, lo è anche!) o per fare chissà quali soldi; è invece un raccontare la Piombino storica, quella che fu, e la città com’è adesso. E’ un sentito omaggio alla memoria, alla Storia prima del boom economico, prima che tutto o quasi andasse a ramengo.

Regia: Stefano Simone
Soggetto e Sceneggiatura: Gordiano Lupi
Musiche: Federico Botti
Parole e Canzoni: Pino Bertelli (Alba a Marina), Claudio Jonta (Entra piano, Il quartiere), Federico Botti
Fotografie: Riccardo Marchionni
Voce Narrante: Federico Guerri
Interprete (Virgilio al femminile): Dargys Ciberio
Bambina comparsa: Laura Lupi

Il cielo sopra Piombino. DocufilmGordiano Lupi, Stefano SimoneEdizioni Il Foglio – Collana: FoglioCinema -Anno 1ma edizione: 2017 – ISBN 9788876066641 – Prezzo: 15 Euro


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