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Sulla tomba dell’amore l’amore – Poesie bonus per Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen – Iannozzi Giuseppe – Il Foglio letterario

Sulla tomba dell’amore l’amore

Poesie bonus per Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen

Iannozzi Giuseppe

Acquista DONNE E PAROLE. SULLE ORME DI LEONARD COHENIannozzi GiuseppeIl Foglio letterario – Collana: Autori Poesia Contemporanea – Edizione a tiratura limitata: novembre 2016 – Pagine: 604 – ISBN 9788876066450 – prezzo: 18 Euro

Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen – Iannozzi Giuseppe – Il Foglio letterario

http://www.ilfoglioletterario.it/Catalogo_Poesia_Donne_e_parole.htm

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Selezione di poesie bonus

Sepolto nel cuore di lei

a Chatterly,
perché torni da me
a donarmi una carezza

Non le ombre
su le tombe,
né i rami ischeletriti
di peso caduti
su letti di foglie marcescenti
potranno mai dire
quale la sofferenza
di quell’unico vagabondo
che dall’Est all’Ovest
la sua donna cercò

Bionda d’animo,
vergine di cuore
si perse lontano lontano
tanto tanto tempo fa
in una notte
che il vento ululava
e la luna moriva
in un pozzo di nero inchiostro
affogata

Bionda
come il grano maturo
a Primavera,
scomparsa
nella stagione più bella
accompagnata
soltanto dalla sua passione;
non lo sa Dio né Belzebù
dove oggi il suo rifugio,
se viva o prigioniera preda
di altro destino
Nessuno davvero
sa più niente di lei
sì tanto amata

Ma sepolto è un uomo
in un angolo oscuro
dove la terra non è
per santi e sacramenti;
confisso ben dentro
al budello catacombale
– che in un siderale dì
ognuno di noi inquisì -,
senza iscrizione
l’avello nudo di fiori sta…
come in attesa
d’una carezza, d’un fiore

Sulla tomba di chi non fu

Vivere, morire:
quale la differenza!
Saranno i rimpianti
a passar di bocca in bocca
domani
per i pettegoli
sedicenti poeti;
ma niuno saprà mai
la verità e se mai una
abbia trovato
nel petto mio
albergo

Tu sulla tomba mia
versi non scrivere,
non spargere silenti lacrime,
o gocciole
raffinate con alte grida

Ho vissuto
e visto abbastanza
e sentito in egual misura
Lasciami
come si lascia la sabbia
che nelle mani a coppa raccolta
tosto dalle dita fugge via

Lasciami all’ellera,
alla gramigna e alle piante
che sul nudo marmo
vorranno ricamare il lor squallore
Sarò felice così,
nella morte eterna
vestito a lutto finalmente

Donne in inverno

Il verno maledetto
per lutto certo
corso ha dato
a nevi e tormente
su i guerrieri
e le loro armi;
non è bastato
l’acciaro novo
dal Maestro forgiato,
con rabbia e passione,
perché orchi e coboldi
cadessero
l’uno su l’altro,
né è servito priare
con l’ignuda forza
della disperazione
Uno a uno
caduti
tutti
e tosto coperti
da impietoso sudario
giù dritto dal Cielo
piovuto
pesante

Non ancora
la feral contezza
le donne sanno
nel sonno raccolte
accanto a le spente braci
della sera prima
fra lazzi e accese risa
Chi dirà loro
che gl’uomini
non faran più ritorno?
chi avrà questo coraggio?
Vuota al lor fianco
la sponda
disabitata,
ma ancor calda
dell’amata virile impronta:
così oggi e per sempre

Come lupo prendimi

se mi vuoi
prendimi…

prendimi
nudo e crudo
lupesco e imbranato
nostalgico e barbuto
indiavolato,
caduto
da un cielo di zolfo
di lingue di fiamme
di bare fantasma

se proprio ti vuoi
far felice
piangi pure la sorte
ma non seppellire
nelle lacrime
il destino mio
di invitto condottiero
fra cielo e inferno

Finita la vita

Dov’eri finita!
Fra le fitte dita
di giorni-serpenti
come quaresime
lunghi,
innocenti non tanto;
ma tanto
chi vuoi bada
al particolare
se falce di Luna
la luce ad orto
l’ha tagliata!

Dalla Russia
il freddo si spande,
su rami e genti
cade
spezzando schiene
producendo guai,
rigurgiti e pruriti.

Se ne ristà però il poeta
con quella sua aria
un po’ francese
ad un tavolino, solo e contento
fischiettando di Puccini un’aria,
assente
davanti al cameriere stanco
sul posto gelato;
la mancia attende
sul palmo del bianco guanto
sopportando il fumo
che in spire di futuro
sovra il vento si alza.

Cenere alla cenere;
per un attimo si spacca,
in due, inquieto il cielo.
Così poco è bastato.
Sparito.
Non fa eco il passo.
Come fantasma,
quanto lontano
s’è portato niuno mai,
mai per certo lo saprà.

In gattabuia per una rosa

a Federica Pistono
che non potrò mai ringraziare abbastanza

Ho regalato una rosa a una carina,
così sono finito in gattabuia
insieme a tanti altri uguali a me
a suonare il mio sporco blues

Adesso prendo quel che viene,
mi guardo le spalle, mi rigiro i pollici
in attesa che emetta il Giudice il verdetto
Qui dentro hanno già tutti scommesso
che resterò a tener loro compagnia
per un lungo lunghissimo pezzo
Ma io ho solo regalato una rosa,
una triste rosa sotto un cielo di pioggia

Quando sarò fuori non regalerò più fiori,
lo giuro sul bene che ti voglio, Ma’
Quando sarò fuori non perderò più la testa,
lo giuro sulla memoria di Pa’

Adesso suono l’armonica a bocca
Quando scende la notte è dura,
devi dormire con le scarpe allacciate
e tenere un occhio sempre ben aperto
Suono l’armonica a bocca,
è tutto quel che ho, proprio tutto quel che ho

Quando sarò fuori non scriverò più blues
Ma oggi sono qui e il sole è dietro le sbarre
Se non suonassi impazzirei com’è già successo
quando da bambino mi prendevano in giro
per le orecchie grosse da elefante gandhiano

Ho regalato una rosa a una carina
perché non ce la facevo più
a sentirmi fuori posto,
così sono finito in gattabuia
Mi tengono compagnia altri uguali a me,
e sono tutti più cattivi di me,
per questo non posso far a meno di suonare,
di suonare il mio personale blues

Suono il mio personale blues
perché almeno una volta nella vita
ogni uomo dovrebbe andare incontro
alla tentazione dell’amore, costi quel che costi

Costi quel che costi,
costi quel che costi
questa triste rosa sotto un cielo di pioggia

Il nostro tempo

Immagino
che il tempo sia passato,
una carezza sul viso
e una smorfia sul sorriso

Immagino
che sei stata bella,
fiore da cogliere

Immagino
e immagino tanto,
quanto ti fa paura
la candela spenta
sul nudo freddo altare

Anche questa sera
ti raccoglierò
fra le mie braccia
per lasciarti cadere
sul letto
nuda e febbricitante,
e bella, bella più di ieri
E morirò di desiderio io

Culetto bello

Sarò sincero, quando ti vedo sculettare
lungo le strade luccicanti di Nuova York
mi viene duro

Sarò sincero con te, non amo la spiritualità
Sono un tipo più alla mano e non un coso
né carne né pesce

Sarò duro ma la sincerità e l’unico capitale
che ho; di Marx non ho mai capito una sega
e la poesia non so che sia

Ho imparato una cosa battendo oggi qui
domani là ed è che democratici e repubblicani
non ti possono dare il paradiso

Ho capito che quando a uno gli viene duro
per una bella fica ha trovato la sacra patria
per cui niente è mai abbastanza

Ti sembrerò dannato immorale e volgare
E’ questo che mi fa eccitare, vederti arrossire
e portarti poi via

I miei occhi però sono sempre incollati al tuo culo
perché ce l’ho duro, questo lo puoi capire
Il profumo che ti lasci dietro non si dimentica così
Il sesso che sei non si consuma così su due piedi

Non sono quel che si dice un buon partito
Le ragazze non si mettono in fila indiana
per portarmi a cuccia
Non ho protettori, un diavolo di finocchio
che mi caccia la lingua in un orecchio
spacciandosi per comunista e talent scout
Non me la faccio con nani giganti e trampolieri
che promettono di far di me una primadonna
Non sono una delle menti più brillanti del paese
e nemmeno Cenerentola
Non me la faccio con nani e protestanti,
fondamentalisti e assessori all’ultimo grido
Sono giusto una scarpa sì e l’altra no,
il vento che libero accarezza campi e valli,
il brivido che ti corre lungo la schiena
appena voltato l’angolo
Mamma ti direbbe che non sono un angelo

Mamma ha l’occhio lungo, lei sa ogni cosa,
la sa prima che cominci a farsi largo nella tua testolina
Mamma ti direbbe di non darmi spago o te ne pentirai
Mamma ti darebbe in pasto a quello che parla fine
perché il padre è sotto inchiesta ma di sicuro innocente
Ed è questo che vuoi, che vuoi sul serio?

Le amiche, fra una Barbie e una Madonna,
sicuro che ti metterebbero sull’avviso,
“Quello no, non ha cervello per gli stornelli
né per l’opera… proprio uno scemo patentato”

Voglio essere sincero sino in fondo con te
Non m’interessa se pensi e che cosa
Io so solo che ti vedo e mi viene duro
C’è forse bisogno di altro per capire?

C’è forse bisogno di altro per amare?
Te lo dico chiaro e tondo, chiaro e tondo, sì
Con te vorrei andare in buca sul serio
colpo dopo colpo, fare un gran casino
fra le lenzuola come in un filmaccio porno

Rinunceresti davvero a tutto questo
per stare con uno che non sa farti ridere?
che non scivola mai su una buccia di banana?

Sarò sincero con te, non amo i preliminari
Non sono uno né carne né pesce, un cervello
in acqua che se lo fa è per puro miracolo

Quando ti vedo sculettare, quando ti vedo
non c’è santo che tenga, mi viene duro
Mi viene duro, mi viene duro… un chiodo…
un chiodo fisso che fa un male boia

Tutto quello che voglio è fare sesso
Tutto quello che voglio è sesso duro
E’ tutto quello, tutto quello che so fare
E’ tutto quello, tutto quello che so fare

Sesso duro, sesso duro, sesso duro
E’ proprio tutto quello che ti voglio fare
E’ proprio tutto quello che ti voglio fare
E’ proprio tutto quello che ti voglio fare

Vestale dal Fuoco Sacro dominata

Se potessi vedermi ora
nudo e indifeso come sono,
nell’alma gelato senza amore
col fiato corto e l’ora mia
pronta a dare al piombo
l’ultimo rintocco, i tuoi occhi
si farebbero di cieca rabbia
simili a quelli di certe vestali
dal fuoco sacro dominate

Sempre ho ceduto il passo
e se ho peccato il sesso,
la poesia che esso è,
m’ha riscattato, non del tutto
ma abbastanza perché
se non oggi domani si dica
di me innocente e leggenda

Carco d’un crimine non mio
attraverso il penetrale del Fato
il desio mio lacera vene e polsi;
col ginocchio franto al suolo,
la bocca massacrata, piagato,
a te che di me amasti la favella
vorrei oggi presentare il dono,
la vita mia seppur a brandelli
perché sia il piedino tuo gentile
a darmi la fine e non il piè vile
d’un centurione qualunque

Di sesso la poesia

a Viola Corallo,
che sempre bambina rimane!

Se oggi
non ti dicessi bella,
desiderabile
spada di luce
confitta
dentro al ghiaccio
del mio cuore
domani sicuro è
che mi rimprovereresti
di non averti amata

Se oggi
non ti confessassi
che della donna
il sesso è poesia
delicata e setosa,
domani sicuro è
che morirei
solo abbandonato,
seppellito prima però
dalle tue occhiate
di femmina ferita

Perché leggere DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen

Al di là del fatto che questo volume, DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen, accoglie poesie mie, penso sia davvero un gran bel regalo da fare e da farsi, soprattutto oggi che la nostra società è sempre più avvezza al cinismo e alla cattiveria.
C’è tutto in DONNE E PAROLE: amore platonico, amore pensato, amore fatto con il corpo ma sempre con l’anima in gola, amore cavalleresco, amore sofferto, amore idealizzato, amore disperato, amore perduto, amore pianto e sofferto, amore come religione, piccole delusioni affettive, sogni d’amore, etc. etc.

Le poesie, scelte fra le migliaia che ho scritto nel corso degli anni (15 o giù di lì), sono state tutte riviste e corrette nel corso di un anno. La cifra poetica non la so, non spetta a me dire: posso però dire qual è stato il mio intento… quello di portare, a lettrici e lettori, della poesia di sostanza, di emozioni non riciclate.

DONNE E PAROLE è dedicato alle donne, a Tutte le donne che, nel corso degli anni, mi hanno seguito leggendomi ed emozionandosi. Ed è dedicato al Sommo Maestro, Leonard Cohen, cui tutto devo. 

Inutile negare che da sempre sono stato influenzato dalla poetica di Leonard Cohen, Francesco Guccini, Pasquale Panella, Franco Battiato, Roberto Vecchioni, Claudio Lolli, Cesare Pavese, Dino Campana, Gabriele D’Annunzio, Guido Gozzano, Federico Garcia Lorca, Hermann Hesse, William Blake, George Gordon Byron, John Keats, Edgar Allan Poe, William B. Yeats, Walt Whtiman, Jacques Prévert, Pablo Neruda, etc. etc. Chiunque avrà modo di leggere DONNE E PAROLE, credo non potrà non rendersene conto.
Al di là delle influenze poetiche masticate e digerite, in DONNE E PAROLE è evidente uno stile particolare, uno stile pienamente mio e originale che fa di me un autore lontano da un po’ tutti gli stilemi attualmente in voga.

Giuseppe Iannozzi

Iannozzi Giuseppe

Quarta di copertina – DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen nasce dall’esigenza dell’autore, Giuseppe Iannozzi, di portare, per la prima volta, a quanti amano la poesia, una antologia della sua migliore produzione poetica.
L’autore ha quasi sempre rifiutato il titolo di “poeta”, nonostante sia stato detto tale in più di una occasione. DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen si prefigge lo scopo di accontentare lettori e lettrici che, nel corso degli anni, gli hanno chiesto di pubblicare un libro di poesie.
In questa antologia, che raccoglie testi scritti nel corso di quindici anni, senza mai dirsi poeta a tutto tondo, l’autore parla della grandezza, della bellezza e della stupidità che sono nell’amore.
Perché mai parlare e scrivere d’amore?
Forse perché, oggi più di ieri, l’amore non esiste se non nel cuore di pochi ingenui ribelli, che non si sono rassegnati all’idea che i sentimenti siano stati sostituiti, in via definitiva, da stravaganti surrogati ad ore, o da velenose inflazioni che dir si voglia.

Giuseppe Iannozzi (detto Beppe), classe 1972, è giornalista, critico letterario, editor e scrittore.

Nel 2012 ha pubblicato Angeli caduti (Cicorivolta Edizioni), nel 2013 L’ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta edizioni) e La lebbra (Il Foglio letterario), mentre nel 2014 La cattiva strada (Cicorivolta edizioni). Nel 2015 ha pubblicato Fiore di passione, una raccolta poetica autoprodotta e disponibile su Lulu.com (http://goo.gl/7fiaLo). Nel 2016 ha tradotto e curato Bukowski, racconta! (Il Foglio letterario). Ha inoltre curato l’editing di parecchi libri di narrativa e di saggistica per svariate case editrici. Attualmente si occupa dell’Ufficio Stampa de Il Foglio letterario (facebook.com/ilfoglioletterario/) e scrive per diverse testate online e la free press.

Sito web:

iannozzigiuseppe.wordpress.com

Facebook:

facebook.com/iannozzi.giuseppe

Twitter:

twitter.com/iannozzi

DONNE E PAROLE. SULLE ORME DI LEONARD COHENIannozzi GiuseppeIl Foglio letterario – Collana: Autori Poesia Contemporanea – Edizione a tiratura limitata: novembre 2016 – Pagine: 604 – ISBN 9788876066450 – prezzo: 18 Euro

http://www.ilfoglioletterario.it


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