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Amaro del Capo: origini, curiosità e ricette

Ciò che fa del nostro Paese un territorio tutto da scoprire, oltre naturalmente alle bellezze naturali e all’arte, è sicuramente l’elevata varietà di specialità enogastronomiche locali, distribuite uniformemente in tutte le regioni che compongono l’Italia. Con la complicità della nostra posizione geografica e della nostra storia, il paese può contare sulle tradizioni diverse di ben 20 regioni, le quali hanno ognuna custodito gelosamente ricette che si sono tramandate di generazione in generazione come nel caso del celeberrimo Vecchio Amaro del Capo, tipica specialità calabrese, costituita da un infuso liquoroso di erbe aromatiche e agrumi, la cui ricetta è stata nel tempo riveduta e corretta.

Il Vecchio Amaro del Capo è l’esempio di quanto il territorio, in questo caso caratterizzato da zone montuose e zone marine, possa influire sulla nascita di prodotti unici ed inimitabili. Per produrre questo infuso liquoroso, infatti, sono necessarie erbe aromatiche ed officinali che crescono in montagna e di altre che si trovano in zone influenzate dal clima marino, un connubio tipico della regione Calabria.

A produrlo è la ditta Caffo, un’azienda calabrese che ha origini siciliane.
Il capostipite della ditta, Giuseppe Caffo mastro distillatore, rilevò la sua prima distilleria nei primi anni del novecento in Sicilia, a Santa Venerina, e trasferì la sua passione ai propri figli innescando un circolo virtuoso giunto fino ai nostri giorni. In seguito, altri membri della famiglia aprirono una fabbrica anche in Calabria dove nacque il famosissimo Vecchio Amaro del Capo, talmente noto da aver ormai travalicato abbondantemente i confini nazionali.

Le distillerie Caffo hanno ormai sedi sparse in Europa e in America. Le erbe aromatiche con cui è preparato il Vecchio Amaro del Capo, vengono coltivate nei pressi del monte Poro e vicino a Capo Vaticano, bellissima località marina turistica che dà il nome al liquore e che viene riprodotta sull’etichetta. Il clima marino per alcune erbe, quello montano per altre e la temperatura ideale, permette alle erbe di esprimere al meglio gli aromi, i profumi e le caratteristiche che hanno reso famoso in tutto il mondo il Vecchio Amaro del Capo.

La ricetta è segretissima ed è frutto di sapienti ricerche e rielaborazioni, ma questo non ha impedito a molte famiglia calabrese di cimentarsi nell’impresa di realizzare qualcosa che gli somigli in maniera approssimativa.
Le erbe aromatiche ed officinali sono circa 30 e le principali impiegate sono la liquirizia, l’anice, la menta, la camomilla, le bacche di ginepro, l’issopo, arancio dolce, arancio amaro, il mandarino.

Dopo essere state raccolte in precise ore del giorno le erbe, le bacche e gli agrumi, vengono messe a macerare nell’alcool etilico purissimo. Dopo qualche tempo, l’infuso viene filtrato ed unito ad uno sciroppo fatto di acqua e zucchero con aggiunte di aromi naturali.
Il Vecchio Amaro del Capo risulta essere l’amaro attualmente più venduto; un bel salto di qualità a livello commerciale se si pensa che fino agli anni settanta la sua commercializzazione avveniva solamente all’interno dei confini regionali.

È stato il primo amaro ad essere stato proposto ghiacciato, la sua colorazione è scura ed il suo sapore ha un retrogusto pieno, armonioso e delicato che lo rende particolarmente gradito anche ai palati più sofisticati.
In occasione del centenario delle distillerie Caffo, nel 2015 è stata preparata per l’occasione una ricetta modificata in cui le erbe, gli agrumi, i fiori, le bacche, sono stati infusi in acquavite pregiatissima e distillata da vino invecchiato in botti di rovere. Anche la bottiglia per l’occasione è stata rielaborata.

Il Vecchio Amaro del Capo è un’altra stella nel firmamento italiano di cui essere orgogliosi; l’ideale è consumarlo ghiacciato a -20 °C. per esaltarne tutte le caratteristiche organolettiche; a questo proposito il tappo è stato studiato per resistere alle basse temperature e l’etichetta è resistente all’umidità. Speciale per realizzare cocktail.
Nel 2010 ha vinto la medaglia d’oro al concorso mondiale di Bruxelles.
La Germania lo premia nel 2016 durante un concorso internazionale come migliore liquore alle erbe dell’anno.
Nel 2017 viene riconosciuto “amaro più amato dagli italiani” a Tutto Food Milano, un evento agroalimentare tra i più prestigiosi a livello europeo.

Qualche suggerimento per il suo utilizzo:
3 cl di Vecchio Amaro del Capo
3 cl Cognac
2 cl Succo di limone spremuto fresco
1,2 cl Ginger Beer
Decorare con una fetta di cetriolo e servire in bicchiere da long drink

3 cl di vecchio Amaro del Capo
3 cl di Liquore alla liquirizia Caffo
3 cl di Acqua Tonica
Decorare con foglioline di menta fresca servire in bicchieri da long drink.

2cl di Bitter Campari
2 cl di Vecchio Amaro del Capo
1,2 cl di Soda
Guarnire con uno spiedino di frutta su cui è stato spolverizzato pochissimo peperoncino, servire in un bicchiere da long drink.

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