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La cultura della pietra nel Salento

I temi e gli spunti di interesse suscitati da una meta privilegiata di un turismo di qualità come il Salento sono molteplici ed eterogenei, in grado di accontentare e sorprendere in qualsiasi periodo dell’anno ogni categoria di viaggiatore.

La cultura della pietra in Salento

Noi vogliamo mettere in risalto in questo nostro resoconto lo strettissimo e del tutto speciale rapporto delle genti salentine con la pietra locale, che risale fino all’epoca preistorica.
Non è infatti inusuale imbattersi nell’entroterra del “Tacco d’Italia” in vaste aree dominate da enormi dolmen e menhir, retaggio dell’epoca megalitica durante la quale queste colossali sculture in pietra venivano erette a scopi propiziatori ma anche funerari.
Queste testimonianze, insieme ai ritrovamenti nelle numerose grotte litoranee di origine carsica, rendono quest’area una delle più rilevanti d’Italia sotto il profilo archeologico.

La costruzione a secco

È però innegabile che la tecnica della costruzione a secco sia il tratto più caratteristico dell’architettura locale, come testimoniano le diffusissime mura a secco ma soprattutto i tipici trulli, che nel Salento prendono il nome di Pajari, mantenendo però inalterate le funzioni di deposito per attrezzature agricole ma anche di alloggio per i contadini.

Il Barocco Leccese

Esplorare la penisola salentina soffermandosi sul ruolo della pietra riserva però ancora una sorpresa a chi decidesse di organizzare la propria escursione prenotando qualche giorno di vacanza in un b&b a Lecce: una sorpresa davvero esuberante e briosa ma soprattutto pervasiva, perché tutto il capoluogo salentino si distingue per l’architettura Barocca.
La più sfarzosa delle tecniche artistiche si è sviluppata in quest’area con qualche decennio di ritardo rispetto al resto del territorio, ma il Barocco Leccese è riuscito ad essere ancora più appariscente e “floreale”.

Lo scopo di allestire simili scenografie urbane a Lecce e nel circondario non era solo stupire e suscitare emozioni con le forme, le piante degli edifici inusuali e le facciate riccamente istoriate, ma anche trasmettere messaggi di ottimismo e di rinascita ad un popolo finalmente liberato dalla minaccia delle incursioni turche.
L’intento era quindi stimolare una rigenerazione anche interiore, mostrando edifici opulenti nei quali si sovrapponessero decori floreali ad altri ispirati alla mitologia, all’araldica, al mondo animale.

La Pietra Leccese

Non è un caso che Lecce sia stata definita “Firenze del Sud”, ed è stata in questo facilitata dalla speciale natura argillosa della Pietra Leccese, una roccia calcarea diffusissima e talmente morbida da poter essere quasi lavorata a mano prima di subire i necessari trattamenti per la consolidazione (e non ci crederete, ma tra questi rientra anche una mano di… latte, le cui proteine interagiscono con la struttura chimica della roccia!)
Proprio la composizione di questa pietra, inoltre, fa sì che nei diversi momenti della giornata, a seconda della posizione del sole, i raggi di luce vengano riflessi in modo cangiante, trasformando l’intero tessuto urbano in un palcoscenico che è un autentico caleidoscopio di colori.

La Movida Leccese

Non avrete il minimo dubbio, visitando le strade ed i vicoli del Centro Storico di Lecce a partire dalla pulsante Piazza Sant’Oronzo, nello spiegarvi le cause scatenanti della vivacità della ben nota Movida Leccese.
Tanta fantasia architettonica credete davvero che possa non riflettersi sull’umore dei cittadini che la ammirano tutti i giorni? Ne sarete trascinati anche voi! Il nostro è molto più di un semplice consiglio, è un invito a visitare una delle città più ricche di vitalità di tutto il Meridione!

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