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L’importanza dell’amore romantico nell’antichità

Segui il tuo cuore” è una delle frasi più comuni quando si parla del complesso ammasso di sentimenti che definiamo come amore romantico. In tempi moderni, l’amore romantico è considerato di primaria importanza quando ci si trova di fronte a decisioni come la scelta di un partner per la vita. Ma in passato, fino ad un periodo relativamente recente, l’unione tra uomo e donna seguiva ben altri parametri.

Gli esseri umani, contrariamente ad altri animali, si sono evoluti privilegiando l’attaccamento emotivo verso i propri simili rispetto ad altri aspetti dei rapporto interpersonali. E’ un meccanismo che ci ha consentito di sopravvivere, di prosperare, di costruire vaste comunità, rivelandosi talvolta molto più efficace di zanne, artigli o altre armi naturali.

La nostra specie (e molto probabilmente, in passato, tutti gli esponenti Homo più intellettivamente elevati) sviluppa una lealtà e un attaccamento istintivo verso persone che dimostrano lo stesso grado di attaccamento e lealtà.

Questo è sostanzialmente l’amore: dimostrare lealtà e attaccamento per altre persone fino a sottovalutare o ignorare un pericolo imminente o ad alterare la propria visuale della realtà.

Questa perdita di razionalità e oggettività è considerato oggi un valore primario, ma in passato molti hanno messo in discussione, se non addirittura criticato e condannato in modo aspro, questo tipo di sentimento.

Secondo Platone, ad esempio, la più alta forma d’amore sarebbe l’amore fraterno, un sentimento che non vede coinvolta la sessualità e che esclude la passione e il romanticismo, evitandoci di compiere gesti razionalmente ridicoli o ingiustificati.

Come Platone, molti altri antichi pensatori valutavano l’amore romantico come qualcosa di incredibilmente stupido e controproducente per la vita civile. Per buona parte della nostra storia, l’amore romantico è stato visto come una sorta di malattia, qualcosa che costringe l’essere umano a compiere atti che, razionalmente, non sognerebbe mai di compiere; molte culture trattavano l’amore romantico come un male che tutti sono destinati a provare prima o poi nel corso della propria esistenza, ma di cui tutti dovrebbero liberarsi per poter convivere con il prossimo e non perdere di vista la realtà.

Romeo e Giulietta come modello per l’irrazionalità

Storie come Romeo e Giulietta o l’Iliade non sono propriamente celebrazioni dell’amore romantico, ma una dimostrazione letteraria di come questa forma d’amore possa essere deleteria per il viver comune e civile, un messaggio chiaro sulle conseguenze nefaste dell’amore romantico e irrazionale.

Per millenni l’essere umano ha celebrato unioni tra coppie senza valutare l’amore come un requisito primario per un matrimonio felice. C’è una ragione, anzi, ci sono diverse ragioni per questo: l’amore romantico aiuta ad arare i campi o a mungere una mucca? Aiuta a pagare le imposte o ad avere figli in salute e in gran numero? Contribuisce alla protezione dei confini, alla stabilità del governo o alla tutela del nucleo familiare?

L’amore romantico porta scarsi contributi ai fattori che rendono stabile e duratura una coppia, una comunità o un intero Stato. Certo, può aiutare a sopportare meglio i difetti dell’altro, ma la realtà farà sempre capolino prima o poi, sbattendoci sul muso il fatto che gli “occhi dell’amore” avevano alterato la nostra visione della realtà.

Forza e resistenza aiutano ad arare i campi e a mantenere sano il bestiame; una buona costituzione dei genitori aumenta la percentuale di successo nell’avere figli sani; una consistente dote matrimoniale o l’attitudine a lavorare sodo erano fondamentali per la stabilità economica di una famiglia; l’unione di due nobili, non necessariamente basata sull’amore reciproco, ha contribuito per millenni alla pace di intere regioni.

La famiglia è l’unica parte razionale

E’ per questi motivi che i matrimoni passati erano organizzati dalle famiglie. Le famiglie avevano meno tendenza a provare sentimenti romantici per il partner del figlio o della figlia, erano portate a giudicare più obiettivamente il valore economico e sociale dell’unione e le conseguenze che un matrimonio poteva avere sui due gruppi familiari coinvolti.

Il matrimonio per scopi puramente economici ha contribuito a promuovere la sopravvivenza di interi clan e l’amore romantico rappresentava non solo uno spiacevole inconveniente, ma anche una vera e propria minaccia alla sopravvivenza della comunità.

Non deve sorprendere che all’origine di tutti i matrimoni, indipendentemente dalla cultura e dai diritti goduti dalle donne, ci sia un contratto tra moglie e marito. I due contraenti definivano una serie di regole che la logica e il buon senso dell’epoca ritenevano le più adeguate per garantire la sopravvivenza del clan o della famiglia d’appartenenza.

Questo tuttavia non significa che la parola “amore” fosse un tabù in passato. La definizione di questo sentimento è stata fatta da moltissimi pensatori antichi, ma il “vero amore” viene solitamente definito come benevolenza, supporto del partner, pietà, amore fraterno, e raramente come amore romantico nel senso moderno del termine e con accezione positiva. L’amore romantico fu spesso e volentieri considerato inopportuno, scomodo, se non addirittura pericoloso.

Irrazionalità come valore

Tutto iniziò a cambiare con la rivoluzione industriale: salari più o meno stabili, trasferimento dalle campagne alle città e lontananza dai problemi della terra resero gli individui più economicamente indipendenti dalle famiglie d’appartenenza. A questi fattori si unì anche la nascita del concetto dei diritti individuali e la sempre più smaniosa ricerca della felicità, elementi tipici del Romanticismo.

Spinti da un individualismo sempre più pronunciato, uomo e donna iniziarono a interpretare passione e idealizzazione del partner come pilastri per un rapporto inscindibile e duraturo, tralasciando il fatto che questi sentimenti sono solo la fase iniziale dell’amore e non strettamente indispensabili alla sopravvivenza di una coppia.

Il XX secolo non fece altro che cementare l’idea che l’amore romantico fosse un valore primario e fondamentale per una vita felice e realizzata. L’amore romantico divenne un vero e proprio business multimiliardario facendo leva sulle nostre passioni e sul bisogno innato di lealtà e attaccamento emotivo che ogni uomo, donna o bambino è naturalmente portato a provare.

Il XX secolo contribuì anche a creare un’idea dell’amore romantico del tutto lontana dalla realtà: una relazione, per funzionare, deve basarsi su presupposti come l’affidabilità, la fiducia giustificata, la responsabilità, la tolleranza e una visione oggettiva e condivisa della realtà; tutti elementi che iniziano a fare capolino quando la cortina fumogena amorosa si dirada, mostrandoci la realtà in tutta la sua potenza e facendo sgretolare l’idealizzazione del partner tipica dell’amore romantico.

A BRIEF HISTORY OF ROMANTIC LOVE AND WHY IT KIND OF SUCKS



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