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Acchiappasogni, l’amuleto della Donna Ragno

L’ acchiappasogni è uno oggetto ormai diffuso in molte case, come semplice ornamento o come elemento legato alla sfera spirituale individuale. Ma quanto realmente sappiamo su questo oggetto di origine nordamericana?

Ciò che viene definito “acchiappasogni” viene generalmente interpretato come strumento per allontanare sogni non desiderati, o per scacciare influssi negativi generati da umani di indole malvagia o da entità immateriali senza riposo. Il suo significato, tuttavia, ha subito cambiamenti nell’arco della storia umana, specialmente dopo la sua uscita dal contesto animista dei nativi americani.

L’origine dell’acchiappasogni

L’acchiappasogni è un oggetto legato alle culture tradizionali nordamericane: lo si può tipicamente trovare nelle tribù Cheyenne e Lakota, ma la sua vera origine sembra essere legata al popolo Ojibwe e alla figura della “Donna Ragno”.

L’etnografo francese Frances Densmore registrò nel 1929 una leggenda Ojibwe che narrava il mito della creazione dei primi acchiappasogni: si trattava di ragnatele simboliche realizzate per ingraziarsi Asibikaashi, o Donna Ragno, una divinità di primaria importanza per molte culture nordamericane ed entità che veglia sui bambini e protegge gli esseri umani.

Con la diffusione degli Ojibwe su tutto il territorio nordamericano, dice la leggenda, Asibikaashi iniziò ad incontrare difficoltà nel raggiungere tutti i bambini sotto la sua tutela; per semplificarle il compito, le madri e le nonne Ojibwe iniziarono a realizzare finte ragnatele utilizzando rami di salice, fibre vegetali e tendini per fare in modo che l’influenza positiva della Donna Ragno potesse raggiungere ogni angolo del continente.

Nella cultura Ojibwe, l’acchiappasogni viene chiamato asabikeshiinh, che significa “ragno”, oppure asubakacin (“simile ad una rete”), e il suo scopo principale è quello di fungere da talismano protettivo per i bambini. Come spiega Densmore:

“Ogni neonato viene dotato di talismani protettivi. Un esempio di questi sono le “ragnatele” appese sulle culle. Nei vecchi tempi queste reti venivano realizzate con fibre di ortica. Due ragnatele venivano solitamente intessute nell’anello [dell’acchiappasogni], e si diceva che potessero catturare ogni influsso malvagio presente nell’aria come una ragnatela cattura e trattiene qualunque cosa venga in contatto con essa”.

La Donna Ragno

La figura della Donna Ragno è un elemento comune di molte culture nordamericane, e si presenta con diversi nomi: Kokyangwuti o Gogyeng Sowuhti per gli Hopi, Na’ashjé’ii Asdzáá tra i Navajo, per il popolo Pueblo invece si chiama Tse-che-nako o Sussistanako. Si tratta di un’entità di primaria importanza, come dimostra il mito della creazione della cultura Hopi.

La storia della creazione del mondo inizia con la divinità solare Tawa e la Donna Ragno (Kokyangwuti), identificabile come la divinità della Terra. Le due entità divine si separano per poter dare alla luce divinità minori e creare tutto ciò che esiste sul pianeta.

Dopo qualche tempo, Tawa e Kokyangwuti realizzarono che le creature da loro generate non erano dotate di una vera e propria vita; decisero quindi di donare loro un’anima prima di procedere alla creazione degli esseri umani primordiali. Fatto questo, la Donna Ragno separò gli esseri umani in differenti tribù, guidandoli nelle Quattro Grandi Caverne della tradizione Hopi, spiegando loro quali fossero i ruoli naturali dell’ uomo e della donna e illustrando i rituali sacri da seguire.

Acchiappasogni Ojibwe in salice rosso

In un’altra versione Hopi della creazione, la Donna Ragno, chiamata Gogyeng Sowuhti, è l’assistente di Tawa inviata tra le creature viventi per diffondere la parola del dio. Tawa non era contento del fatto che le sue creazioni non riuscissero a capire come vivere correttamente; inviò quindi la Donna Ragno per insegnare agli esseri umani i riti sacri, la tessitura e la ceramica.

Dopo qualche tempo, gli uomini iniziarono ad allontanarsi da Tawa. La Donna Ragno fu nuovamente inviata tra gli umani per avvisare i pochi rimasti sulla retta via che era il momento di allontanarsi dagli altri per raggiungere il “mondo di sopra”, dove avrebbero condotto un’esistenza illuminata in compagnia di entità divine.

I significati dell’acchiappasogni

Il tipico acchiappasogni Ojibwe ha un telaio in rami di salice, noti per la loro flessibilità, e una tela di fibre vegetali o tendine. Il telaio ha solitamente una forma circolare o a goccia, e ha un diametro tra i 7 e i 12 centimetri; se il telaio è troppo grande, il potere dell’ acchiappasogni potrebbe risentirne.

Al centro dell’ acchiappasogni si trova generalmente una piccola apertura, che consentirebbe ai sogni di natura positiva di passare; i sogni vengono poi “filtrati” dalle penne d’uccello che pendono dall’oggetto fino a raggiungere la mente sognante del bambino protetto dall’amuleto.

Nella realizzazione di un acchiappasogni era rilevante il numero di punti di giunzione tra la ragnatela e il telaio di salice. Nella tradizione Ojibwe, i punti di contatto dovevano essere otto come le zampe di un ragno, mentre in altre tradizioni erano sette come il numero delle “grandi profezie”. In alcune culture i punti di contatto potevano variare da 5 (il numero delle forme del cielo) a 28 (la durata in giorni del mese lunare).

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A partire dagli anni ’60 del 1900, l’ acchiappasogni ha assunto un significato più ampio di quello originale, divenendo un simbolo di unità tra le culture di nativi nordamericani. La popolarità riscossa da questo talismano ha contribuito a snaturarne il suo significato originale: se realizzato per la commercializzazione, spesso contiene materiali o forme che tradizionalmente venivano considerati controproducenti per lo scopo dell’ acchiappasogni, se non addirittura offensivi per le culture native.

Where did the Ojibwe dream catcher come from?
Native American Dream Catchers
Spider Grandmother
Dreamcatcher



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