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Mercurio incontra il Sole: dieci cose da sapere



DI PIERO BIANUCCI
http://www.lastampa.it/

Che succede in cielo lunedì 9 maggio? Lunedì alle ore 13, 12 minuti e 18 secondi sul bordo del Sole comparirà una intaccatura. Minuscola e nerissima. In tre minuti diventerà un dischetto, penetrerà nel disco solare e in sette ore lo attraverserà uscendone dal lato opposto poco prima del tramonto.






Quel “neo” è Mercurio, il pianeta più piccolo e più vicino al Sole. Il fenomeno astronomico del 9 maggio si chiama “transito” ed è piuttosto raro. Mercurio passa davanti al Sole 13-14 volte in un secolo. Ma in Italia per avere un’altra occasione cosi favorevole bisognerà aspettare cinquant’anni. Perché Einstein ha un debito con Mercurio Cento anni fa, l’11 maggio 1916 Einstein pubblicava la Relatività generale. Una anomalia dell’orbita di Mercurio fu la prima prova sperimentale a favore di questa teoria che avrebbe rivoluzionato la nostra visione dell’universo, dello spazio e del tempo. La Legge di Newton non riusciva a spiegare uno slittamento dell’asse dell’orbita di Mercurio di 43 secondi d’arco al secolo che era stato messo in evidenza nell’Ottocento anche osservandone i transiti davanti al Sole. La differenza era piccola ma metteva in crisi tutta la fisica classica newtoniana. La teoria di Einstein secondo cui le masse curvano lo spazio circostante giustificò perfettamente l’anomalia. Mercurio fu il primo a dire di sì ad Einstein. Vennero poi decine di altre prove sperimentali, fino all’osservazione diretta delle onde gravitazionali annunciata l’11 febbraio di quest’anno.

 I “transiti” oggi sono astronomia d’avanguardia

Il primo pianeta intorno a un’altra stella fu scoperto nel 1995. Da allora gli astronomi ne hanno scoperti quasi 5000, alcuni dei quali molto simili al nostro. E’ una rivoluzione anche filosofica: nell’universo la Terra e la vita non sono eccezioni ma la regola. I pianeti di altre stelle e la loro eventuale somiglianza con la Terra di solito si scoprono grazie ai transiti: oggi gli strumenti sono così sensibili da registrare il trascurabile calo di luminosità prodotto da un esopianeta che passa davanti alla sua stella. “Campione” di scoperte è il satellite della Nasa “Kepler”, che proprio in questi giorni, dopo un guasto che lo dava per spacciato, è tornato in funzione.

Che cosa si vede

Il diametro apparente di Mercurio durante il transito del 9 maggio sarà appena un centosessantesimo di quello solare. Cioè 12 secondi d’arco. Per vederlo occorre un telescopio. Se al posto di Mercurio ci fosse la Terra, risulterebbe 2,5 volte più grande, ma sarebbe pur sempre un tondino insignificante. Il volume del Sole conterrebbe un milione e 400 mila Terre. E’ la meraviglia delle dimensioni astronomiche, che ci danno continue lezione di umiltà.

Come osservare il fenomeno

 Basta un piccolo telescopio ma attenzione: l’obiettivo deve essere schermato con un filtro da saldatore che attenui di almeno 10mila volte la luce del Sole altrimenti si corre il rischio di un accecamento con danni irreversibili alla retina. Un altro metodo consiste nel proiettare l’immagine del Sole su uno schermo bianco estraendo un poco l’oculare fino a mettere a fuoco l’immagine. I fortunati possessori di un telescopio con filtro H-alpha (che isola una strettissima banda della luce solare nella parte rossa dello spettro) potranno vedere meglio il fenomeno, soprattutto nelle fasi in cui il dischetto scurissimo di Mercurio è tangente al disco abbagliante del Sole.

La prima osservazione di Mercurio davanti al Sole

 Il primo a osservare un transito di Mercurio davanti al Sole fu l’astronomo francese Pierre Gassendi il 7 novembre 1631. Quel puntino nero fu una rivelazione: si credeva che Mercurio fosse 10 volte più grande. L’osservazione permise anche a Gassendi di migliorare notevolmente la conoscenza dell’orbita di Mercurio. Edmond Halley provò poi a misurare la distanza Terra-Sole osservando da Sant’Elena il transito di Mercurio del 7 novembre 1677, ma rimase deluso: troppo difficile rilevare con precisione il primo e l’ultimo contatto tra Mercurio e il bordo del Sole. Meglio andarono le cose con i transiti di Venere, che però sono molto più rari: tra uno e l’altro può passare più di un secolo.

FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.lastampa.it/2016/05/08/scienza/mercurio-incontra-il-sole-dieci-cose-da-sapere-hR56lhzepUQTF0ViUQDqWJ/pagina.html


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