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De Chirico a Ferrara- metafisica e avanguardie

Ferrara Palazzo dei Diamanti  14 novembre 2015 - 28 febbraio 2016

Durante le feste sono stata a Ferrara, alla mostra sulla Metafisica ferrarese di Palazzo Dei Diamanti.

Il palazzo è vicinissimo a Piazza Ariostea e al Castello Estense. Tutti i luoghi di De Chirico sono a portata di mano e il percorso della mostra si completa naturalmente all'esterno.

E’ una mostra che si estende a gran parte delle avanguardie europee con opere di Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis, Man Ray, René Magritte, Salvador Dalì, Max Ernst.

Max Ernst La ruota della luce, 1926

Accanto ai dipinti si trovano fotografie e filmati che aiutano a ricostruire l'esperienza di de Chirico durante la guerra e a scoprire i luoghi (come l’ospedale Militare per malati nervosi allestito alla periferia di Ferrara) dove sono state create le opere più importanti della Metafisica ferrarese.

Usciti dal museo, a cent'anni esatti di distanza si possono ritrovare le strade e cercare gli indirizzi delle varie abitazioni del pittore.

Giorgio de Chirico Interno metafisico  1916

Dalla Caserma Pestrini  primo domicilio ferrarese, de Chirico si sposta in Via Ripagrande 6, in Via Cammello 33, in Via Montebello 24, in Vicolo del Carbone 4A. 

In seguito è assegnato per qualche tempo al distaccamento 27° fanteria di Poggio Renatico  a pochi chilometri da Ferrara, poi ricoverato (insieme a Carrà) all'ospedale Militare Villa del Seminario, appena fuori città.

Di nuovo a Ferrara si stabilisce a Casa Santini in Via Mentana, in Via Porta Mare e in corso Porta Po 60. Seguono altri due ricoveri all’Ospedale di Reggio Emilia e a Villa del Seminario, per curarsi dalla febbre spagnola.

Una precarietà e una instabilità che si stratificano: Parigi, Ferrara, Roma.Capitali europee, cultura classica, provincia e tradizioni popolari.

Giorgio de Chirico Il Trovatore, 1917

Tutta la pittura di de Chirico è una stratificazione, il risultato del lavoro di uno storico delle civiltà e dell’assimilazione di più culture, da quella classica all’ebraica che si sommano all’esperienza e alle tradizioni della vita di provincia.

La mostra presenta tutti i Grandi manichini, dipinti tra il 1917 e il 1918.

Nonostante le associazioni inaspettate (di biscotti, modelli da sartoria, statue, figure immobili) e gli accostamenti inattesi di quotidiano e di letterario siano elementi comuni ad altri esponenti delle avanguardie storiche, la ricerca metafisica di De Chirico si è estesa nel tempo e ha subordinato altri generi.

Luigi Ghirri Brest 1973

La metafisica è stata studiata profondamente negli anni, e sarebbe di certo riduttivo esaurirne il discorso nella suggestione dell’assenza, ma essa incarna e avvia la vera figura del testimone, la stessa che si trova in tanta fotografia, soprattutto in quella di reportage, che esige il distacco e l'astensione dell'autore.

Le storie che accompagnano le fotografie sono toccanti, la ricostruzione immaginaria di quello che avviene prima e dopo l'immagine sono commoventi, ma nello scatto c'è il distacco dalla tragedia (il momento che precede un'esecuzione, un uomo in fin di vita, un arresto).

Don McCullin Congo 1964

Nei dipinti della mostra di Palazzo Dei Diamanti la registrazione è composta da tanti strati: non è la traccia di un solo momento, come nella foto, ma è una catalogazione che le è per certi versi molto simile. Lo stesso collaterale senso di impotenza nei confronti dell'esistenza e del tempo che passa.

Giorgio de Chirico  I progetti della fanciulla 1915

I manichini animati di Ettore e Andromaca o gli umani paralizzati sortiscono lo stesso effetto delle fotografie di reportage: una specie di registrazione frammentaria dello scorrere del tempo e delle esperienze.

I progetti della fanciulla, uno dei dipinti più belli esposti a Palazzo dei Diamanti, con il guanto maschile appeso, la scatola di cartone FERRARA ASS e l’architettura della città sullo sfondo è -come dichiara il titolo- il frammento della vita di qualcuno.

La matrice metafisica è stata ereditata dalla fotografia.

Molti fotografi, tra i quali Luigi Ghirri e Olivo Barbieri hanno aumentato il proprio distacco più di quanto richiedesse il mezzo, hanno imparato a vedere tutto da fuori, a rendere analoghi l'animato e l'inanimato e a scoprire un mondo a parte all'interno di quello di tutti i giorni.

Luigi Ghirri Marina di Ravenna 1986

Paola.

P.s.
L’unico aspetto negativo da segnalare della mostra è la situazione dei bagni. Risalgono probabilmente all’Addizione Erculea, sono insufficienti e separati dalla mostra.



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