Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Le regine affondate di Transhumance

Le Regine Affondate di Transhumance
Fermata Spettacolo

Stavolta Contemporanea Festival ha fatto centro. La rassegna è stata impreziosita martedì 27 settembre dalla performance dell’attrice Ilaria Drago, felicemente imperfetta nel narrare il dolore e la perdita con una delicatezza d’acciaio – quasi filo di perle incrostate di sale. “Il miraggio è la nostra vendemmia“, risuona nelle parole della performer, che incarna milioni di donne al mondo, di madri, giovani spose, ragazze sull’abisso di una vita mai accesa.

Un quarto d’ora può sembrare un tempo scarno per una messinscena: qui si è dilatato restituendo quella che è, sì, una sorta d’incubatrice di immagini e suoni, ma anche lo scheletro di uno spettacolo compiuto. Si sente qualcuno tra il pubblico piangere, durante i 15 minuti della performance. Lacrime di chi ha forse provato una percossa nel corridoio illuminato d’azzurro, il corpo dell’attrice prima di spalle, poi correre restando ferma; poi nuotare su bottiglie di vetro; poi nuda, in controluce – silhouette di sirena o creatura non più umana, inghiottita dalle onde.

Il simbolismo poetico di Transhumance toglie la sabbia di qualsiasi retorica, per colpire là dove regnano i ricordi, le paure, il buio di un passato che non cambia. “Amavo mio padre. Poi sono iniziate le maledizioni“. La voce non artefatta dell’attrice racconta di chi è stata cucita per sempre, e decide di seguire un uomo che le promette di portarla in un mondo diverso, dove si può vivere con catene meno spesse, e amare.

Il tema dell’infibulazione nel continente africano, della tratta in un Mediterraneo che decide di falciare intere esistenze, poggia su una morbidezza disarmonica, una mirabile aggressione di musicalità mista a rumori creati dal vivo, luce e assenza di luce, pieni e vuoti. Il testo, fitto come piccole conchiglie in successione, fa perdere le sue tracce, e trascina lo spettatore in un necessario stato d’abbandono, in preda a ciò che Ilaria Drago riesce a provocare.

Unico grande difetto è stata la location, che se da una parte attua quella claustrofobia che proprio Transhumance evoca, dall’altra ha impedito ad alcuni degli spettatori di vedere totalmente lo spettacolo, causa una posizione in piedi con scarsissima visibilità. A questo disagio si è aggiunta la presenza di un vicino pubblico molto rumoroso, che in parte ha offuscato l’opera.

Le regine affondate di Transhumance
Fermata Spettacolo



This post first appeared on Fermata Spettacolo - Web Magazine Di Recensioni E, please read the originial post: here

Share the post

Le regine affondate di Transhumance

×

Subscribe to Fermata Spettacolo - Web Magazine Di Recensioni E

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×