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Evil Dead/La Casa: remake che nessuno ha chiesto e nessuno ha disdegnato

Tags: film cegrave
Partiamo dal presupposto che odio le recensioni che devono a tutti i costi infilarti il votino numerico per permettere agli analfabeti di evitare di leggere tutta la recensione. E visto che ci siamo, partiamo anche dal presupposto che sono un estimatore della trilogia originale di Raimi ( i sequel pezzotti intitolati così solo per vendere qualche bigliettuccio in più che sono arrivati fino a "La Casa 7" è bene evitarli per mantenere la propria sanità mentale). Sono Film con uno stile tutto loro, un'atmosfera pezzentissima ma allo stesso tempo epica che è inarrivabile. E poi vabbè, c'è Ash. Che vuoi di più da un film, su.




Così quando a suo tempo uscì la notizia di un remake del primo filmazzo ci rimasi un po' male. Visto l'andazzo del cinema contemporaneo, avevo paura che scappasse la schifezzeria. Al grido di "macchìvelhacchiesto" mi ero promesso di evitarlo, per non restarci troppo male. Ad alimentare il tutto, il nome del regista: Fede Alvarez. Quello che ha fatto... Ma sì oh, quello che ha fatto quel film lì dai... E invece no, è il suo primo lungometraggio. Terrore (e non perchè è un horror). 
Poi succede che viene fuori che c'è un'iniziativa dove in tutta Italia il biglietto si paga 3€ (questo il link se interessati: http://www.festadelcinema.it). E allora sono andato a vedere questo remake che nessuno aveva mai chiesto, di questo Fede Alverez che nessuno aveva mai sentito. 




La trama in spicciolissimi: c'è questa comitiva di ragazzi che decide di appartarsi in uno chalet nel bosco in cui viveva la famiglia di uno di questi. Tutto questo per aiutare la sorella tossicodipendente dello stesso ad uscire dal tunnel della droga. E niente, succede che la cantina della casa venne usata per riti purificatori che riguardano un demone evocabile tramite un tomo maledetto. Tomo maledetto (e rilegato in pelle umana) che verrà utilizzato inconsapevolmente con esiti disastrosi. 
Cioè, ancora più veloce: ci stanno 'sti ragazzetti che nun se fanno li chezzi loro e ce restano ammazzati male.

Il film è, contro ogni aspettativa, dignitoso. Il film si rifà sostanzialmente al primo episodio di Evil Dead, quello girato da un Raimi squattrinato, con due spiccioli, che aveva chiamato gli amici a fare gli attori e addirittura aveva utilizzato la propria automobile nel film, per limitare i costi. Non c'è il sapore amatoriale in questo remake, però c'è un utilizzo oculato dei mezzi a disposizione. La fotografia è impeccabile, le riprese sono ovviamente più pulite dell'originale, è rimasta l'iconica ripresa dalla prospettiva svolazzante del demone che sfreccia tra gli alberi, l'utilizzo delle luci e ombre è preponderante per tutta la durata della pellicola, e una cosa che ho decisamente apprezzato è stata la quasi totale assenza di quell'orgia inutile di computer grafica che affligge ormai la maggior parte delle pellicole horror in uscita. C'è un film splatter, molto splatter che non lascia spazio all'immaginazione, che utilizza effetti speciali tradizionali ma non grossolani, che si prende sul serio per quasi tutta la durata e non riesce ad essere stucchevole come uno si aspetta. Per capirci, il film è un remake del primo episodio, che manca dell'aspetto slapstick e a tratti involontariamente comico degli altri due (tranne in piccolissime parti, riguardanti specialmente un personaggio un po' troppo sfortunato, e non vi dico altro). Posso capire che si generi un po' di confusione, visto che il secondo episodio racchiude tutto il primo e facendone de facto un remake per tutta la prima parte con un'atmosfera più leggera. Ma no, il primo Evil Dead/La Casa era un film che si prendeva sul serio, senza se, senza ma. Nonostante l'aspetto fortemente casareccio di cui si parlava (che non significa che il film fosse girato come capitava: poche risorse ma utilizzate egregiamente. E in questo già si vedeva la mano di Raimi, che il suo lavoro lo sa fare eccome). C'è qualche variazione sul tema, certo. Ma il ritmo è abbastanza indiavolato. Parlando del lato sonoro: le musiche non sono invasive com'è giusto che sia, accompagnano la scena per tutta la durata. Tranne alla fine, quando esplodono in un tripudio di coro, archi, una sirena a sottolineare la situazione di pericolo. Il doppiaggio invece si attesta tra il mediocre e il trascurabile, scadendo nel trash quando a parlare è il demone (in originale funziona decisamente meglio il tutto, ma è cosa risaputa). 

Purtroppo ho trovato qualche problemino verso la fine del film, qualche scena un po' confusa, qualche altra senza motivazione plausibile. Niente di devastante, semmai un pochino fastidiosa la mancanza di coerenza interna in un film che si prende sul serio, considerato che si tratta di parti chiave della vicenda. Nonostante questo, il film si tiene indefesso in piedi. La scena finale è decisamente iconica in tutto, dalla quantità di sangue al modo in cui è girata (sembra un lungo fermo immagine). Roba da applausi e standing ovation perchè nel giro di una manciata di minuti c'è un'escalation costruita per tutto il film, che porta bruscamente verso lo stile del secondo e terzo episodio. Poco, ma buono, insomma.
Come nell'originale, non c'è traccia del personaggio di Ash Williams che speravo apparisse da un momento all'altro, anche se ci sono diversi rimandi soprattutto nella scena finale citata poco sopra (che non vi spoilero) che non ho ben capito perchè. Robe che a conti fatti abbiamo più un reboot di un remake. Ma forse in un seguito (che mi pare sia già in trattativa assieme ad un seguito della trilogia originale) si capirà di più? Vedremo.
E parlando di citazioni, salta fuori addirittura una Oldsmobile Delta 88 del '73la macchina di Raimi dell'originale, diventata poi vero marchio di fabbrica del regista e infilata come cameo in quasi tutte le sue opere.






A conti fatti mi è piaciuto. Andatelo a vedere, specialmente ora che potreste entrare in sala con soli 3€. Difficile (impossibile) fare un paragone con l'originale, visto il divario di budget. Sarebbe stupido definire quale sia migliore, per ovvi motivi. Negli intenti è un horror che prende spunto da una serie cult, la modernizza, senza però renderla effettivamente moderna. Encomiabile l'utilizzo degli effetti speciali tradizionali e pochissimo della CG, dimostrazione che con un pochino di cervello si può tirar fuori un film visivamente impressionante senza scomodare la post-produzione, fin troppo abusata dai registi di oggi. E niente, nonostante qualche sbavatura (forse dovuta alla poca esperienza nel dirigere un lungometraggio) bravo Alvarez. Mi dispiace aver dubitato di te. Vediamo cosa ci tiri fuori in futuro.




P.S. : non sapendolo sono andato via dopo i titoli di coda. NON FATELO.



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