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Maria Callas: fuori e dentro di me. Intervista a Sarah Biacchi

In occasione dei 40 anni dalla morte della Divina Maria Callas, è andata in scena dal 16 al 18 settembre 2017 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, la commedia “Maria Callas Masterclass” di Terrence McNally, con Mascia Musy nei panni di Maria Callas e con la regia di Stefania Bonfadelli.
Dopo meravigliose critiche e pubblico veramente soddisfatto, conosciamo insieme al soprano Sarah Biacchi che ha vestito i panni di Sharon Graham, i retroscena di questa commedia e il suo rapporto con la Divina.

Sarah, si è appena conclusa l’ultima data di “Maria Callas Masterclass”, raccontaci le tue prime impressioni a caldo.
È stata un'esperienza unica, sia per l'argomento dello spettacolo (Maria), sia per il cast artistico. Maria Callas è interpretata da Mascia Musy, che è per me un vero modello nella recitazione, un'attrice da cui imparo costantemente conoscendola sul palcoscenico da oltre sette anni. La gioia è stata anche quella di essere diretta dal celebre soprano Stefania Bonfadelli, che mi ha profondamente curato nell'esecuzione di Lady Macbeth. L'impressione a caldo è di essere stata amata da due grandi professioniste sia per il lato di attrice che per quello di soprano. Inoltre devo veramente ringraziare la regista della mia compagnia, il soprano Chiara Maione, che ha creato e messo insieme i pezzi con cui e'costruito "Callas Masterclass" e mi ha proposto alla produzione, interpretando a sua volta Sofia De Palma. Sento che la mia ricerca vocale fra canto lirico e recitazione inizia a diventare una realizzazione, e non un'utopia.

C’è un episodio in particolare che ti è rimasto nel cuore?
Si. Avere l'opportunità di cantare Verdi in un tempio della musica come l'Auditorium di Roma, (E che Verdi! Macbeth, nonostante sia un ruolo da me molto frequentato fa sempre aumentare il battito cardiaco) è stata un'esperienza che da' un fortissimo senso di rispetto del suono. Il ciliegio di cui è rivestito l'Auditorium crea una perfetta conchiglia acustica, e la propria voce è esaltata sino alle minime rifrazioni. Mi ha commosso.

Chi ti conosce sa che la tua vita artistica è costantemente ispirata e accompagnata da alcune Grandi Donne della musica internazionale e Maria Callas è una di queste, raccontaci questo tuo lato e l’importanza che ha per te la Divina.
Da molti anni lavoro su Edith Piaf, con un rapporto stretto ed emotivo. Piano piano sto iniziando ad affrontare la figura di Marylin Monroe (difficilissima), per arrivare nei prossimi cinque anni proprio alla Callas. Amo Maria da sempre. Ne conosco la vita abbastanza dettagliatamente, i periodi storici vocali, gli amori, le sofferenze. Mentre ad agosto dirigevo "Hamletas" a Verona, in un'inesistente momento di pausa sono stata alla Chiesa dei Filippini, dove si sposo' con Giovan Battista Meneghini, l'anziano melomane e industriale di laterizi. Un'emozione enorme vedere il registro con la sua firma di sposa, che ho fotografato. Sapevo che era accanto a me, nella sua versione più privata, quella dell'inizio, quando la voce era al massimo del fulgore e il cuore era ancora protetto dalle angosce di Onassis. Io sono una "meneghiniana": benché conosca la passione fatale non credo che Onassis abbia fatto bene a Maria. L'ha distrutta, umanamente e vocalmente. Non riesco a perdonarlo. Sento tutto il suo dolore nella voce che se ne va.

Secondo te, perché tutt’oggi Maria Callas è nei cuori e nella mente di tutti? È solo per bravura?
Ovviamente no, anche se non credo solo al genio della Callas interprete. Lo giudico riduttivo. Maria era sì un'attrice pazzesca, in grado di portare il personaggio direttamente nel cuore e nella voce, cambiandola, rendendola aspra, interpretata, senza difendersi dal suono perfetto. Ma non centra. Maria Callas aveva una tecnica solidissima e una competenza vocale granitica. Aveva la capacità di filare i suoni e renderli agilissimi nonostante una voce drammatica, aveva elasticità, atletismo, cervello, e un talento oceanico. Quindi io non sono d'accordo con chi dice: " Viveva della sua interpretazione, certo che la Tebaldi...". No, mi spiace. Lei aveva tutto: tecnica, interpretazione e cuore. soprattutto rigore, un rigore assoluto. Era una grande musicista, prima di tutto serviva la musica, viveva per la musica.

Qual è l’esibizione che ami di più di Maria Callas?
Purtroppo gli anni della Scala: la Lucia vestita dell'abito con le grandi maniche plissettate e l'insuperata Traviata di Visconti. Dico purtroppo perché lì Maria era davvero perfetta. Davvero divina. Ma non riesco a dimenticare la sua registrazione de "La mamma morta" o l'esecuzione di "Una voce poco fa" nel concerto RAI. Era stupefacente, pirotecnica, assoluta. Come dico io, wagneriana.

Secondo te qual è il segreto per diventare “Divina”?
Uno studio devastante, senza requie. Una capacità di voto quasi religioso all'arte. Un uomo che ti sostiene e crede in te. Una botta di fortuna. Se manca uno di questi quattro ingredienti, il salto verso l'Olimpo diventa salto nel buio. Io ne ho almeno tre, spero arrivi anche a me l'ultimo ingrediente.





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