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Note green per la Madama Butterfly di Torre del Lago

Note green per la Madama Butterfly di Torre del Lago
Fermata Spettacolo

Al Festival Puccini di Torre del Lago Madama Butterfly firmata Manu Lalli porta in scena una tematica tutta ambientale.

La tragedia giapponese di Puccini, dal fascino tutto esotico per la cui resa l’autore si documentó minuziosamente, la cui prima ebbe luogo il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano, prende qui note green con una regia attenta ad unire la fragilità femminile con l’ecosistema stesso, in un connubio fruttuoso che affonda le radici in una terra martoriata come si evince direttamente dalla più mordente attualità.

MADAMA BUTTERFLY Ph. Giorgio Andreuccetti

Ecco allora che il bel palco pucciniano, che si riflette ogni anno sul placido lago di Massaciuccoli, con rese altamente suggestive, si abbellisce di verdi chiome, in una continuazione ideale con la naturale scenografia che lo circonda. L’amore sincero e florido di Cio-Cio-San nutre la stessa natura, rigogliosa e tinteggiata di fiori rossi nel primo atto, ma proprio come una bella farfalla carpita improvvisamente in una morsa fatale, entrambe sono destinate a deperire ferite dall’ingordigia maschile, assumendo i bianchi vestiti tipici del lutto giapponese la protagonista, perdendo foglie e rigogliosità gli alberi, improvvisamente secchi e privi di linfa.

La simbiosi è perfetta, il messaggio forte e attuale, uniche note che stridono sono la ridondanza di figure sulla scena, con gesti didascalici che appesantiscono la resa finale, disturbando la bellezza musicale di momenti topici come il coro a bocca chiusa o il fascinoso ingresso di Madama Butterfly.

Ottimo l’intero cast, con al centro la fragile e genuina Cio-Cio-San di Francesca Tiburzi dal bel timbro vocale, con acuti sonori e un piglio delicato ma deciso allo stesso tempo. Perfetto il collaudato Pinkerton di Vincenzo Costanzo dalla voce corposa e squillante ed un’ottima presenza scenica, mascalzone patentato e sensuale, capace di far maturare il suo personaggio in un sentito pentimento finale. Brava la fedele Suzuki di Laura Verrecchia e il lungimirante Sharpless di Alessandro Luongo, entrambi interpreti precisi e attenti dalla bella linea vocale. Bene anche il resto del cast, il manierato Goro di Francesco Napoleoni, il reboante zio Bonzo di Adriano Gramigni, l’altolocato Yamadori di Yinshan Fan.

F.B. Pinkerton: VINCENZO COSTANZO Ph. Giorgio Andreuccetti

Incisiva la direzione di Alberto Veronesi, delicato a ricreare atmosfere fascinose, potente nelle scene struggenti, ben seguito dall’Orchestra del Festival Puccini. Bene il coro, seppur con qualche indecisione. Suggestive le luci di Gianni Mirenda.

Peccato per la chiusura, con gli improbabili fiori che Pinkerton porta in dono mentre osserva senza reagire l’ultimo drammatico gesto di Cio-Cio-San, fino allo schieramento di tutti i figuranti e cantanti dietro al corpo senza vita della protagonista, per additare con sguardo accusatorio l’ufficiale americano.

Gli applausi non sono mancati, per un pubblico nutrito e caloroso.

Note green per la Madama Butterfly di Torre del Lago
Fermata Spettacolo



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