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Miracoli metropolitani nevrotici e compulsivi

Miracoli metropolitani nevrotici e compulsivi
Fermata Spettacolo

Grande successo per i Miracoli metropolitani della Carrozzeria Orfeo nella tappa toscana al Teatro Puccini di Firenze. Un umorismo graffiante e nevrotico che ha catalizzato il pubblico nelle quasi due ore di spettacolo senza intervallo, terminato con un enorme applauso. 

La scena si apre sull’interno di una vecchia carrozzeria, un seminterrato, riadattata a cucina da asporto specializzata in cibi per intolleranti alimentari, idea per un nuovo business in tempi di stress e ricerca di piatti salutisti. L’ambiente è abitato da una sintesi di perdenti della società moderna, singola moltitudine di solitudini che transitano nei bassifondi urbani. Fuori, in un futuro distopico (non molto lontano), la spietatezza di un mondo in delirio, in preda all’intolleranza più estrema e con una crisi ambientale imminente: un sistema fognario inquinato e al collasso, dal quale traboccano rifiuti organici che invadono la città. 

Un fiume in piena di “merda” che metaforicamente fuoriesce anche dalle bocche dei personaggi. Ognuno intriso di delusione, porta il marchio della sconfitta sulla pelle dalla quale cerca ad ogni costo un riscatto sociale.

Miracoli metropolitani di Carrozzeria Orfeo – Foto Laila Pozzo

Un equilibrio instabile tra speranza e rassegnazione pervade l’opera che scorre a suon di realismo e ironia tagliente dal riso amaro. Colpi inferti con sagacia ad una società sempre più scollegata dalla vita reale che scorre per strada e nei luoghi di ritrovo, assente sui temi sociali, individualista e ipocrita come un selfie compulsivo pubblicato su Instagram.

La drammaturgia di Gabriele Di Luca (che assieme a Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi firma la regia) è una caustica commedia contemporanea dal respiro fringe, bilanciata tra colpi bassi e un velo di cauto ottimismo. Un testo che ha il sapore del cinema, tanto è veloce, ricco di spunti, con dialoghi frizzanti, colmi di parolacce e trovate, pronte a bilanciare l’equilibrio tra la schietta ironia e la sottile poetica della scena. Vederlo rappresentato in teatro, come un unico ciak, è un vero piacere.

Una macchina scenica scattante e perfetta dalla sua accensione alla conclusione della corsa, con l’allestimento di una cucina funzionante nei minimi dettagli, e veri movimenti durante la performance (ingredienti, utensili da cucina, padelle sul fuoco, contenitori e borse pronte per la consegna) che donano all’azione naturalezza e realismo. Il gioco di scatole scenografico di Lucio Diana include anche una camera da letto con Playstation, che esce automaticamente con grande effetto da un specie di garage.

Miracoli metropolitani di Carrozzeria Orfeo – Foto Laila Pozzo

Ottimo l’intero cast di attrici e attori, che mantiene vivo per tutto lo spettacolo un ritmo vertiginoso, (difficile da trovare in teatro in Italia) senza sbavature o incertezze. Come un corpo unico, ogni personaggio contribuisce con un pezzo della storia, ognuno trovando spazio e profondità nella duplice maschera del teatro: comica e drammatica. 

Un teatro, quello di Carrozzeria Orfeo, che colpisce sotto una scarica di risate, un’Italia decadente, sull’orlo d’una crisi di nervi, che si trascina verso una deriva, con il dito accusatorio e il sorriso inebetito.

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