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Marco Mazzoni e la tenera storia di Mirta

Marco Mazzoni e la tenera storia di Mirta
Fermata Spettacolo

L’illustrazione é arte? L’arte è illustrazione?

L’Arte, quella che si crede con l'”A” maiuscola, perde purtroppo spesso il contatto con chi la vorrebbe o dovrebbe fruire; i concetti a volte si sterilizzano, l’arte così impoverisce e diventa sé stessa, solo sé stessa. Così facendo le sue domande restano senza risposta perché un pubblico che possa rispondere non c’è più o ha paura ad esprimersi.

Ma se l’Arte è prima di tutto comunicazione, riflesso esterno di un percorso prima interno, l’Arte ha fallito, perché talvolta non comunica più.

Bruno Munari, genio sommo, parlando di chi che fossero i veri artisti del suo tempo additò i designers quali veri interpreti della realtà e del loro tempo: creatori di risposte alle domande di un pubblico con il quale l’Arte, in quella sua nuova formula, poteva di nuovo colloquiare, esattamente come nel rinascimento i grandi artisti di allora facevano con le loro tele. Questa illuminante argomentazione di Munari circa quale sia il vero ruolo dell’Arte e dell’artista, trova un riflesso anche nel’illustrazione; che, si può ben dirlo ormai, supplisce a tutto ciò che l’Arte non fa più: rilette, ricerca, domanda, risponde, comunica, scardina vecchi pensieri, crea nuove speranze e trova sempre pubblico elevandolo intellettualmente. Ormai l’illustrazione non è più l’Arte per i bambini, ma l’Arte per tutti.

Succede allora che quando un artista del calibro di Marco Mazzoni veste i panni di illustratore l’effetto è sorprendente.

Per molti già noto, Marco Mazzoni è un artista milanese di formazione accademica che collabora molto spesso con prestigiosissime realtà artistiche d’oltre oceano.  I suoi meravigliosi pastelli riempiono i fogli di carta con la stessa luce con cui i sogni riempiono le nostre notti. Esattamente come nei sogni, a volte il senso onirico di estasi viene inacidito da un’inquietudine sottesa sotto pelle che lascia sospesi tra i complicati intrecci grafici che disorientano piacevolmente. 

Marco Mazzoni decide di dedicarsi ad un progetto del tutto nuovo per lui e scrive, in inglese, un piccolo albo illustrato MIRTA AND HER PAWSOME FRIEND. A stamparlo incredibilmente bene, al punto che sembra di avere in mano le tavole originali, è Fontegrafica, stamperia di fiducia dell’artista e distribuito da SATELLITE PRESS.

Questo albo raccoglie e vince due sfide: la prima, raccontare un tema difficile per piccoli e grandi ovvero l’elaborazione del lutto; la seconda, trattare questo tema “difficile” non rinunciando al proprio universo espressivo con un linguaggio in bilico tra il gotico e l’onirico. Sicuramente un libro più per grandi che per piccini, ma un volume importante di grande fascino e pregio. Un’occasione eccellente per assicurarsi in casa le opere di un artista sensibile quanto personale.

Visto l’interesse suscitato da questo singolare progetto editoriale ho raggiunto l’artista telefonicamente per porgere alcune domande. Vi riporto l’estratto di questa breve intervista di seguito.

Buongiorno Marco: artisti si nasce o si diventa? Nel tuo caso come è stata?

Si diventa, nel senso che non sono abbastanza convinto che ci vogliano tanti anni di applicazione e un minimo di passione, quindi si diventa.

Nel tuo caso, come è avvenuto il contatto con l’Arte?

Mio padre era dirigente di una cartiera e quindi quando mi portava con sé a lavoro, dal momento che ero un bambino un po’ turbolento mi dava questi fogli per tenermi buono e , più o meno, ho iniziato a disegnare da lì. La convinzione ovviamente è arrivata in seguito durante gli studi fino all’Accademia dove ho sicuramente approfondito e sviluppato la mia identità artistica più dal punto di vista del “mestiere” del disegnatore che della ricerca della “sensazione”.

Il tuo stile attraversa tutta la tua produzione in modo molto personale, come lo definiresti?

Innanzi tutto la gente mi riconosce molto per il “medium” perché ho sempre lavorato con le matite colorate. Ho provato l’olio ma devo riconoscere che la pittura “liquida” non fa al caso mio, così ho provato lo stesso tipo di tecnica della “velatura” in olio anche nelle matite. La mia ricerca, così, ha sempre portato a supplire e sublimare questa mia mancanza nella tecnica liquida e questo mi ha dato una mano. Lo stile è dato dal fatto che è sempre una corsa da quando inizio un lavoro a quando lo finisco, è  ed sempre un tentativo di mascherare gli sbagli che faccio in continuazione. (contrariamente a quanto possa sembrare la tecnica delle matite colorare nasconde parecchie insidie tecniche n.d.r.)

Se dovessi dare una definizione del ruolo dell’artista oggi…

Ultimamente noto che l’entusiasmo in ambiente artistico è cambiato. Stanno cambiando alcune cose: per esempio non ci sono più i fruitori di passione. La gente che va alle mostre in galleria per il piacere di andarvi. Oggi la gente entra in una mostra per fare gli acquisti, spesso sono collezionisti. Inizia a tornare ad essere un mondo che parla a se stesso, come se fosse chiuso in una nicchia. L’artista oggi sta re-iniziano a parlare a sé stesso.

Parlando dell’albo MIRTA, affrontando questo progetto così nuovo per te, come ti sei documentato?

Onestamente questo libro nasce da una situazione contingente e quindi prima non analizzato i libri per l’infanzia, infatti è un libro un po’ al limite e c’era il rischio che risultasse poco piacevole ad alcune “mamme” visto il tipo di disegno.

Dalle Moleskine di Marco Mazzoni

Il libro nasce come progetto crowdfunding. Come è stata questa esperienza, la ripeteresti?

Sicuramente positiva, anche se personalmente parto da un pubblico che già mi segue. Però è stato molto interessante perché chi lo ha acquistato lo ha fatto sulla fiducia. Quando ho raggiunto la quota per metterlo in produzione ho sentito che dovevo a tutti i costi cercare di soddisfare al massimo quella fiducia.

Marco, dove ti sta portando la tua ricerca adesso?

In ambito editoriale è appena uscito il mio DRAWING + SKETCHES 2012/2017, sempre magnificamente stampato da Fontegrafica, in cui sono raccolti in una selezione gli schizzi delle mie moleskine in cinque anni. Poi altri progetti sono in cantiere… Questa dimensione di lavoro, ovvero quella del libro d’arte, è molto interessante soprattutto per uno come me chiuso nel proprio “isolamento” e anche per il periodo in cui siamo in cui come ti dicevo l’artista parla un po’ a sé stesso: il libro d’arte spacca le barriere che, magari sbaglio, dal mio punto di vista ci sono.

Oltre i progetti editoriali, come sta cambiando il tuo linguaggio artistico?

Sta cambiando sicuramente. Sto concludendo il mio anno sabbatico  e ho ripreso a fare mostre ed a collaborare con le gallerie che mi hanno già ospitato con lavori che “stanno cambiano” ma questo è dovuto al fatto che mi sono fermato in ambito artistico perché avevo bisogno di avere un momento di stacco. Adesso che sono all’inizio della ripresa dei lavori non so ancora dove mi porterà la mia ricerca.

Hai trovato importate nutrire te stesso e la tua creatività? Cosa trovi utile per alimentare la tua arte?

Assieme a Gaia Alari, la mia fidanzata e artista a sua volta (figura interessantissima e da conoscere n.d.r.), ci piace molto concentrarci sulle interviste degli artisti e rileggere la loro produzione alla luce di quelle interviste; mi piace molto partire dalla loro opinione sul proprio lavoro per svilupparne una mia. Questo mi aiuta a capire dove voglio andare e cosa posso fare. Cerco di capire dove può andare il mio lavoro cercando di capire cosa sta sviluppando l’Arte adesso.

Un artista che ami in modo particolare a cui ti riferisci?

Ho riscoperto dopo qualche anno Federico Solmi, un video artista italiano che vive a New York e trovo che il suo capolavoro assoluto possa essere il video “Rocco never died”. Riferirmi a lui e poter parlare con lui, confrontandomi, capire cosa piace a Federico è sicuramente importante per me, proprio perché lo stimo come artista. Nelle nostre conversazioni emergono i nomi di altri artisti che dopo riguardo con più attenzione e capisco cosa c’è sotto. Un esempio, siamo recentemente andati a vedere la mostra di Leon Golub alla fondazione Prada e devo dire che sicuramente è uno degli artisti più interessanti in questo momento.

E la conversazione prosegue a microfono spento parlando ancora di progetti e di arte.

Parlando di nuovo del nuovo progetto editoriale in uscita, DRAWING + SKETCHES edito da Satellite press Marco confessa che è un libro che non riesce più a guardare perché nel momento in cui ti fermi compiaciuto a vedere i lavori del passato, la personale ricerca artistica finisce.

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