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Il Grand tour de La Monnaie

Il Grand tour de La Monnaie
Fermata Spettacolo

Rinomato per le sue produzioni in tutto il mondo, il teatro lirico La Monnaie è il fiore all’occhiello del Belgio, nel cuore della capitale Brussels. La sua mole svetta in rue Léopold n.23, con la splendida facciata neoclassica progettata da Louis Damesme nel 1819 ed il bassorilievo “Armonia delle passioni umane” che vi accoglierà con maestosità sul frontone dell’ingresso.

Noi la raggiungiamo per un tour affascinante di tutta la sua imponente struttura. Dopo il ritrovo presso la biglietteria, ci spostiamo immediatamente nell’edificio adiacente, là dove si celano tutti i segreti dell’apparato meccanotecnico, scenografico, orchestrale e operistico: sei piani alla scoperta di atelier unici tra costumi, sale prove e costruzioni scenografiche, dove lavorano la bellezza di 420 dipendenti.

La Monnaie © Fermata Spettacolo

Prendiamo l’ascensore, e la nostra simpatica e competente guida ci fa affacciare prima al sesto piano, dove nella sala “Fiocco & Malibran” ci raggiungono le note di un trio d’archi. A questo piano, con un pizzico di fortuna, potrete sbirciare tra porte semiaperte cori e solisti in prova, o ammirare come noi qualche formazione cameristica o orchestrale. Quindi scendiamo al quinto piano, nel regno dei costumi, visitando prima la sartoria, là dove prendono corpo e vita abiti e maschere, tra macchine da cucire, bozzetti, forbici, aghi, colori, stoffe naturali (non vengono utilizzati tessuti sintetici). Quindi curiosiamo nei magazzini, per ammirare in ordine abiti e oggettistica della più disparata (persino ali e occhi giganteschi) e montagne di scarpe di tutte le forme e dimensioni: cercate lo zoccolo di cavallo o la scarpa da uomo col tacco!

La Monnaie © Fermata Spettacolo

Al quarto piano ci attende oltre al trucco e parrucco, l’ufficio di progettazione e l’officina, che cela i palchi in legno della prossima produzione del Frankenstein, enormi travi d’acciaio, reticolati colorati e decorazioni in cartapesta: potrete ammirare un ascensore dalla grandezza inimmaginabile, un’enorme testa di Beethoven, ed ancora statue umane e animali, tra tavoli da lavoro, secchi di colori e colla.

Proseguiamo la discesa e al terzo piano scopriamo l’Atelier dei decori, la sala di montaggio e gli accessori di platea, che custodiscono un delizioso modellino di Bayreuth, costumi variopinti di scena, come l’abito simile ad un bocciolo di rosa per richiamare la Rosina del Barbiere di Siviglia fino ad una testa dalle sembianze umane di una famosa Salome.

La Monnaie © Fermata Spettacolo

Una rapida occhiata all’ufficio promozione e marketing, quindi salutiamo queste recondite sale che ci hanno fatto respirare il profumo ed i suoni degli addetti ai lavori, per tornare nell’edificio principale, dove tutto il lavoro prende corpo e scende in scena. L’interno, magnifico esempio di architettura teatrale europea che ospita palcoscenico, platea e palchi laterali, si apre a noi con uno stile eclettico, che combina elementi francesi e italiani: al centro svetta il dipinto sulla cupola, realizzata dagli scenografi parigini François-Joseph Nolau e Alfred Rubé, che rappresenta il Belgio come il protettore delle arti. Il palco, dove i cambi scena vengono realizzati da un traliccio metallico azionato da un computer, ha un’altezza di 12,6 m e 11 m di larghezza. Dietro la riuscita di ogni opera si cela il lavoro di un ricco team: 4 direttori, 5 scenografi, 26 macchinisti, 9 tecnici, 4 tecnici del suono, 6 costumisti e 5 truccatori e parrucchieri. La Monnaie Symphony Orchestra conta circa 90 musicisti permanenti.

La Monnaie © Fermata Spettacolo

Dal côté cour (primo palco), accediamo al palco reale, decorato con velluto rosso e stucco dorato, al centro l’emblema reale. Oggi il palco viene talvolta usato come un’estensione del palcoscenico. Una saletta privata, per VIP e sponsor, si cela dietro il palco reale: 8 m di lunghezza per 4,2 m, interamente rivestita in marmo, ridisegnata in stile postmoderno durante i lavori di restauro nel 1985-86, dove il pavimento di Daniel Buren e le sculture di Giulio Paolini esaltano l’architettura di Charles Vandenhove. Il Grand Foyer, progettato da Poelaert, mostra uno stile eclettico, come il suo utilizzo: dai rinfreschi, ai concerti di musica da camera fino ad aula per le introduzioni all’opera.

L’ingresso di la Monnaie © Fermata Spettacolo

Scendiamo quindi la scalinata onoraria, impreziosita dal monumento dello scultore belga Paul Dubois in onore del direttore Dupont e da numerosi dipinti monumentali di Emile Fabry, per ridiscendere all’ingresso, ridisegnato nel 1985-86 dall’architetto Liège Charles Vandenhove, che commissionò a due artisti americani la realizzazione del suo progetto: Sol Lewitt disegnò un pavimento a forma di un’enorme “M” stilizzata in bianco e nero e Sam Francis dipinse il trittico sul soffitto, macchie di colore sgargiante che trasmettono movimento e dinamismo all’intera struttura.

Un’Opera House dunque che fonde classico e moderno in modo armonioso e regale, che salutiamo con il vivo desiderio di poter tornare a visitare, magari per assistere alla messa in scena dell’immane lavoro di tutto il suo apparato sommerso. Intanto vi consigliamo di segnarvi in agenda le date del tour: solo ogni primo sabato di ogni mese alle 12.00.

Per maggiori informazioni su orari e costi: https://www.lamonnaie.be

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