Tutte mie e una Croce Sul cuore: la verità di Giovanni Amodeo
Fermata Spettacolo

A cinque minuti a piedi da Piazza del Popolo sorge un angolo di verde indisturbato di Roma. E’ il Bosco Filarmonico: il rumore del traffico si attenua fino a scomparire, il fresco dell’ombra si propaga, in un luogo incantevole che si apre alla città e all’arte: in questo ambito il palco e tutti in bianco come luci nella notte ecco una favola nuova, una favola strana.

Uno, due, tre,……, sette. Un piccolo essere un po’ alto, un po’ basso, un po’ Pinocchio,  un po’ Alice nel paese delle meraviglie,  o giardino delle meraviglie e se sette è il numero delle favole, sette sono le dive, per non dire fate, che animano la vicenda di questo burattino che chiameremo Essere Strano, la mitica drag queen romana La Karl du Pignè. Eccolo in una penombra con un faro che lo illumina su un cubo ad introdurre il suo incantesimo. E quando tutto è luce un coro, il Parrucoro, e Alessio Scialò alle tastiere, Stefano Nunzi al basso, Andrea Nunzi alla batteria, Stefano Nencha alla chitarra e il più bravo di tutti con flauto traverso, sassofono, clarinetto, Paolo Iannarella sono scena e musica per un excursus tra le sette signore della musica leggera. Centro palco in grigio e bianco per Giovanni Amodeo appunto.

Cantante e interprete mette in scena lo spettacolo “ Tutte mie” qualche anno fa e di volta in volta che è stato riproposto, è sempre stato diverso e lo è anche questa volta. Il senso dell’essere,  della diversità,  della propria dignità è ripercorso tramite  Pinocchio e Alice. Il primo un burattino in balia degli eventi e del destino,  la seconda si guarda indietro per cercare la propria identità. Coro, musica e voce e con “Freeway of love” il tributo ad Aretha Franklin, il viaggio prende il via e quindi Mina e il suo “È l’uomo per me”, Mia Martini e il brano sanremese del 1982 “E non finisce mica il cielo” di difficilissima altezza vocale e siamo nella nostra Italia e poi in Brasile con la bossa nova di Ornella Vanoni e “La voglia la pazzia” e se il tema dello spettacolo è il burattino ben ci sta “La bambola “ e Patty Pravo e sempre sua “Se perdo te”.

Eccola Alice, il burattino ha scelto un elegante mise spolverino marrone-ruggine-bordò e in tinta l’acconciatura a carrè corto e un lungo total black sotto. E’ sempre la nostra drag che si chiede,  per quanto tempo debba apparire quello che non è, e soprattutto per chi: questa la sua croce sul cuore,  il suo prezzo è dire la verità. E siamo in canzone di nuovo con “Milonga” di Milva e un’interpretazione che merita una diva a grande apertura di braccia e un altro tastierista Claudio Rovagna. Il cantante è in bianco e nero ora. Ognuno al suo posto e tra ospiti vari, presenti in più momenti in arricchimento vocale, interpretativo o strumentale ascoltiamo, “Mi sono innamorato di te” della Vanoni e “Non gioco più” di Mina.

Il concerto si chiude con “Prisoner” di Barbra Streisand e questa volta è uomo, il burattino al confronto con il nostro protagonista, la marionetta o Strano Essere, della nostra Strana Favola a chiedersi occhi negli occhi con l’autore, inteprete, se fosse stato egli ad alzarsi questa mattina. Ovvero chi fosse! Ma la morale è che, via l’avversione irrazionale, il pregiudizio, la discriminazione, dovrà semplicemente Essere!

Il giardino è gremito di pubblico e il bis porta nel meglio della sua performance, giusto premio a una vocalità molto particolare e virtuosistica, l’ideatore e cantante Giovanni Amodeo, che a cappella interpreta “Coriandoli spenti” e di nuovo con la band “Almento tu nell’universo” comunque della grande Mimì. Cos’è la normalità? E’ star bene con sé. Manca un pizzico di regia, ma questo è il messaggio dell’autore. E il nostro uomo in smoking con occhi ad alte sopracciglia,  cipria in volto e tacchi a spillo color oro, pronti a spiccare il volo lo suggerisce.

Tutte mie e una croce sul cuore: la verità di Giovanni Amodeo
Fermata Spettacolo