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SI APRE UNA RETE DI RELAZIONI

Anche oggi vi proponiamo la lettura di una testimonianza: Claudia, amante della musica e del canto, praticante del terzo anno dell’approfondimento, con le sue parole ci accompagna alla scoperta della sua esperienza in Darsi Pace.

 Cogliamo l’occasione della sua testimonianza per rinnovare l’invito a partecipare al secondo incontro della prima annualità: Sabato 30 ottobre, alle ore 17.30, ricordiamo che l’incontro è aperto a tutti coloro che sono interessati a conoscerlo e invitiamo chi è già praticante a divulgarlo tra familiari, amici e conoscenti. Si può partecipare fisicamente o via streaming.
Ringraziamo Claudia per la sua condivisione, a tutti una buona lettura !

Ho terminato il primo biennio di approfondimento “Perdonarsi”, dopo aver frequentato il triennio di base, ad oggi quindi sono 5 anni che frequento D.P. (e sono in procinto di frequentare il secondo biennio, “Imparare ad amare”).
Come per cinque anni frequentai la scuola elementare, il liceo,
per cinque anni frequentai i miei quattro corsi di Conservatorio,
per cinque anni frequentai il corso di Musicoterapia.
I miei quinquenni di studi passati erano sempre pregni di esplorazioni del mondo e conseguentemente di me stessa, erano però spesso turbolenti ed emotivamente pesanti ….tanto fare e strafare per guadagnare il gusto di vivere, per sentirmi degna di vivere e per dare un pur transitorio  senso al vivere, ma ad ogni traguardo riaffiorava il “vuoto esistenziale”, anche per la mia totale mancanza di appagamento da “gratificazione sociale”, il mio ben più profondo bisogno di senso e di gratificanti contatti umani.
Il frate francescano che fu mio “padre musicale” usava dirmi che io mi buttavo nel fare finché non avevo le prove di poter raggiungere l’eccellenza, a quel punto mollavo e ricominciavo a “mettermi alla prova” in cose nuove ….. era proprio così!
Ho sempre avuto molti amici, ma ad ognuno riservavo un “settore”, non riuscivo ad incontrare una “integrità prismatica “speculare alla mia e quindi mi adattavo alle altrui aperture parziali e alle singole persone, i gruppi mi intristivano per il pedaggio di compiacenza che sempre era dovuto|!

Entrando in Darsi Pace credo, infine, di avere incontrato ciò che cercavo.

In un momento molto travagliato della mia vita, in cui avevo subito pesanti lutti, mi sentivo intasata ed inquinata dai miei ritmi esistenziali quotidiani, mi percepivo interiormente isolata e smarrita e, forse per la prima volta in vita mia, sentivo di non riuscire ad attingere alle mie sole forze usurate dal dolore, dalle nevrosi degli ambienti in cui mi muovevo ,dalle difficoltà di trovare relazioni ricche umanamente e  dal conseguente rafforzato isolamento interiore, sentivo il bisogno di ritemprarmi anche i nervi ed il fisico, cercavo binari di assestamento, sostegno  ed ordine.
Ad un” corso di evoluzione personale”, dove ero andata principalmente per ristorarmi in mezzo alla natura e a persone molto centrate su se stesse (e quindi non invadenti) incontrai due praticanti di Darsi Pace, che notai e mi avvicinai per curiosità, percependone una diversa energia.
Loro mi dissero, appunto, di far parte della associazione “Darsi Pace” e così iniziai a cercare di sapere cosa fosse D.P. e chi fosse Marco Guzzi.
Iniziai a leggere i relativi libri, trovandovi parole che traducevano il mio sentire ed i miei bisogni…. a Milano partecipai ad un brevissimo incontro pubblico dove, da alcuni partecipanti, sentii definizioni che non destavano risonanze in me.
Finalmente riuscii ad andare all’incontro Aleph-DarsiPace a Trevi 2016 e lì constatai che “ad occhio” potevo distinguere chi faceva parte di “Darsi Pace” e chi no, per il modo di ascoltare chi stava parlando, mi apparivano più pacificati ed interiormente integrati rispetto agli altri!
In quel contesto, durante una meditazione guidata da Marco Guzzi, ebbi un vero e proprio stato di alterazione di coscienza, in cui percepii me stessa ed il rapporto con mia madre in modo fino ad allora insperato e creduto impossibile!
Tornando a casa seppi finalmente come manifestare le mie debolezze, i miei bisogni ed il mio amore per mia mamma, senza stare a giudicarla e criticarla come avevo sempre fatto da “adulta”.

Mia madre era strabiliata, pur avendomi sempre vissuta come persona “piena di continue sorprese”.
Quella meditazione mi aveva donato una vera e propria Grazia, rendendomi immensamente più felice e donando quindi più felicità anche a chi avevo intorno.
Mia madre morì un anno e mezzo dopo, per incuria sanitaria, ma questo avvenne comunque quando eravamo in totale armonia e lei dichiarava di essere ormai pronta a passare a miglior vita.
Solo dopo la sua morte, aumentando le mie esperienze e letture spirituali, capii che mia mamma aveva una fede forte ed incrollabile, dei cui frutti io avevo sempre beneficiato, pur dimostrando disprezzo sul suo modo troppo semplice di essere religiosa, di nuovo…..più facile criticare che non capire e la critica stessa ci rinchiude in uno spazio blindato e sempre più stretto.
Come è nel mio carattere mi buttai a pesce nelle pratiche di “Darsi Pace” e, pur abitando a Milano, riuscii anche ad andare ogni anno a qualcuno degli incontri fisici a Roma, invece che seguire solo telematicamente, perchè sentivo che “non mi bastava mai” e quindi affrontavo viaggi che iniziavano di notte e spesso dopo aver dormito solo due/tre ore (per motivi legati al mio lavoro).
Intanto cercavo di seguire anche i gruppi lombardi, non solo uno, perché i miei strampalati orari lavorativi (arco lavorativo dalle dieci del mattino a oltre mezzanotte, con cambiamenti possibili ventiquattro ore prima) non mi permettevano appuntamenti con regolarità di giorni ed orari e quindi gruppi diversi mi davano possibilità di maggior continuità di incontri.
Principalmente cercavo di meditare in gruppo, ad ogni occasione possibile.
Ora sento che con il percorso Darsi Pace do una svolta precisa alla mia vita, resisto alla mia storica claustrofobia dei gruppi e recentemente ho messo a fuoco proprio che in questo momento anelo e lavoro, sempre di più e meglio, ad integrarmi interiormente e ad accettare concretamente le differenze con gli altri e liberarmi dalle tentazioni di idealismi e nichilismi.
Per stili di vita ed indole ho sempre avuto molti amici, sono cresciuta in una casa molto ospitale ed accogliente, ma le mie attività ed i miei amici erano sempre divisi in settori, ero io che giravo fra i settori: lavori, compagni di scuola, colleghi di attività varie, familiari, amici nuovi, amici d’infanzia, viaggi di lavoro e di studio.
Adesso in Darsi Pace mi trovo in questa vera e congrua “rete”, nuova e diversa dal passato, dove so che quel che conta di più lo abbiamo in comune: il desiderio e l’impegno a conoscere noi stessi sempre meglio e stare in ascolto dello Spirito, ognuno con le proprie zavorre e menzogne inconsce che però diventano sempre più leggere e meno condizionanti.
Crediamo nel mistero della vita e nel post-mortem fisico, ogni giorno ci impegniamo ad affrontare questa vita su basi spirituali, profondamente gratificanti, e questo crea di continuo novità vantaggiose e sorprendenti!
Anche il “binario metodologico” è per me un grande aiuto e sollievo da tante fatiche del passato e grande sostegno nelle inevitabili cadute e scivolate del vivere quotidiano
Bona via faccia barca!



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