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Darsi Pace dalle radici all’infinito

Sabato 9 ottobre, alle ore 17.30, ripartiranno i nostri corsi con il primo incontro della prima annualità, aperto a tutti e trasmesso in diretta su facebook (Darsi Pace e MarcoGuzzipagina).
Invitiamo tutti a partecipare a questo appuntamento inaugurale e a promuoverlo nei propri canali: tra i familiari e gli amici, al lavoro e in altri contesti (fisici o telematici).
Potete scaricare il volantino per diffondere l’evento, rinviando per l’iscrizione alle informazioni che trovate qui a destra nell’home page del sito, e per gli ulteriori aggiornamenti alla pagina facebook.
La migliore conferma della bontà del percorso dei Gruppi Darsi Pace viene dalle testimonianze dei nostri praticanti ed è con grande piacere che pubblichiamo il racconto di Daniela, che frequenta il primo anno di Approfondimento. Giornalista pubblicista, si è da sempre dedicata all’ambito socio-culturale, curando la presentazione alle Scuole di progetti didattici sul Cinema e svolgendo recensioni sugli audiolibri per le Case Editrici del settore.
A dare il titolo a questo post è un’opera di Giorgia Duracci, anche lei in cammino con DP: si tratta di un disegno con pastelli ad olio, ispirato all’essenza delle grandi anime del nostro tempo e all’elevata frequenza vibratoria che emana dal loro Spirito.

Darsi Pace, un cammino straripante che unisce la vastità di dimensioni differenti: la trasformazione interiore, il mutamento della realtà esterna in cui ogni giorno incorre la nostra esperienza, il livello psicologico, culturale e spirituale dell’indagine, il riflesso politico del progressivo illuminarsi dello sguardo introiettato in noi stessi e rivolto verso il mondo.

Al termine del mio triennio di base in Darsi Pace credo di aver lambito l’interezza di una simile molteplicità di confronto con il mio tempo che è simultaneamente un tempo storico e “metastorico”, in grado di accompagnare fino al centro più schietto, genuino ed autentico iscritto nell’intimo di ciascuno di noi.

Vorrei iniziare dal principio, quando circa una quindicina di anni fa ho ascoltato casualmente un’intervista radiofonica a Marco Guzzi sui Gruppi Darsi Pace. Ricordo ancora il nitore espressivo, la chiarezza verbale,  le parole che mi arrivavano come ponti su sponde di ricerca interessantissime. Cominciai immediatamente a seguire sui Social le attività di Darsi Pace che già dilatavano le mie percezioni, pensieri, convinzioni radicando la mia vicinanza ad un orizzonte nuovo e corroborante.

L’iscrizione vera e propria è stata un processo lento, avvenuto solo quando le mie possibilità sono effettivamente giunte a maturazione ed ho, quindi, potuto avvertire il richiamo decisivo verso la gioia di un’inedita immersione in me stessa. Ho acquisito gli strumenti per conoscermi meglio, io che mai prima mi ero sottoposta ad analisi, ma che dovevo aprirmi ad una più decisa discesa nel mio io. Ho compreso attraverso la pratica degli esercizi di autoconoscimento che le ferite ricevute in età adulta erano “mappate” e corrispondenti ad alcune tracce già presenti nell’infanzia. Sorprendente! Non ci ero mai arrivata! Riguardo alle maldicenze pesanti e alla morsa di critiche immeritate (subite molto dolorosamente) ora sono arrivata a comprendere che cosa significhi il “lasciare andare”, ora sono in grado di osservare con maggiore distacco chi sarebbe disposto a “scagliare le sue pietre” per motivazioni/proiezioni, anche inconsce, che non mi coinvolgono.

Al termine del mio primo triennio in Darsi Pace sono mutate, inoltre,  le mie visioni e preferenze politiche. Da innamorata del Socialismo Utopistico studiato sui banchi di scuola al liceo, ero fermamente convinta che solo la Sinistra storica incarnasse e portasse avanti gli ideali e gli sforzi della giustizia sociale. Quest’idea si è completamente sgretolata, Darsi Pace mi ha insegnato ad ispessire lo sguardo critico sugli avvenimenti della contemporaneità e, soprattutto, a cercare all’interno di me stessa le risorse di un impegno pre-politico che, come è stato scritto nel Vangelo, non può servire “Dio e mammona”. Forse è proprio questo il banco di prova, oppure un aspetto importante, per la prosecuzione della mia via spirituale. Il definirsi dell’”Io Cristo” con cui si chiude il terzo anno postula un tale imprescindibile discernimento e si potrebbe concludere che, capovolgendo Don Abbondio, “uno il coraggio se lo può dare”, magari tutti insieme. Alcuni mesi fa ho trovato un’annotazione in un mio disordinato diario risalente agli anni precedenti all’iscrizione a Darsi Pace che diceva: sono quello che non sapevo di essere ma che sono da sempre. In questo consiste per me il risveglio cristiano ed il valore della nostra accorata “eternità”.

Vorrei cogliere questa occasione per ringraziare di cuore e infinitamente Marco Guzzi e Paola Balestreri per la splendida invenzione dei Gruppi Darsi Pace e per inviare il mio saluto affettuoso ai nuovi amici incontrati nel cammino….non perdiamoci mai di vista!



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