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NUOVO POLO UNIVERSITARIO

Progetto
Il progetto nasce da due concetti espressi nel “Le città invisibili”:

Ora dirò della città di Zanobia che ha questo di mirabile: benché posta su un terreno asciutto essa sorge su altissime palafitte, e le case sono di bambù e zinco, con ballatoi e balconi poste a diversa altezza, su trampoli che si scavalcano l’un l’altro, collegate da scale a pioli e marciapiedi pensili, sormontate da belvedere coperte da tettoie… (Le città sottili 2)

Gli antichi costruirono Valdrada sulle rive di un lago con case tutte verande una sopra all’altra e vie alte che affacciano sull’acqua i parapetti a balaustra. Così il viaggiatore arrivando vede due città: una diritta sopra il lago e una riflessa capovolta (Le città e gli occhi 1)

L’idea principale quindi è stata quella di cercare di spingere Boretto fin verso il fiume.
Ho cercato di enfatizzare il percorso che porta dal paese al fiume con una strada, una linea di passaggio che nasce dal monumento, posto a metà tra i due edifici principali del paese e che porta sul retro degli stessi, dove una piazza diventa un punto di unione tra la chiesa e il comune, un luogo di incontro, un cortile delimitato da un colonnato a ricordo degli antichi chiostri.
Il percorso prosegue forando l’argine, e spinge lo sguardo dello spettatore fino al fiume.
Si entra nel campus così attraverso una galleria segnata da due muri, e ci si ritrova sotto il portico di in una seconda corte.
Questa nuova corte è la proiezione della prima verso in fiume, un segno regolatore che cerca di portare il paese fino al fiume addomesticando il territorio, ma al contempo adattandosi alla linea dell’argine.
La corte ospita le residenze studentesche ed è un richiamo all’architettura e alla vita conventuale.
Le celle dei monaci disposte attorno al cortile si trasformano in alloggi studenteschi su due piani con ballatoio, mentre l’elemento di connessione tra i due bracci ospita una sala comune di lavoro per studenti, punto di ritrovo come gli antichi refettori.
La biblioteca si innesta sul asse e diviene prolungamento della corte fino al fiume.
Riprendendo il ritmo della pilastrata lo porta al suo interno scandendo lo spazio.
Si sviluppa su due livelli con un percorso esterno sovrastato da una galleria interna.
Inoltre presenta uno spazio a tutta altezza illuminato da un lucernaio che porta fino ad una grande vetrata che da sul fiume.
Il complesso a corte è stato volutamente lasciato aperto, mantenendo libera la visuale verso fiume, delimitata solamente un’enfilade di pilastri che segnano il percorso che porta alle aule e all’auditorium.
Percorso che diventa la linea di confine tra la terra e l’acqua, una passerella di legno dalla quale si prolungano gli edifici sull’acqua attraverso dei moli.
Il dialogo col fiume è accentuato dalle facciate vetrate della biblioteca, dell’aula espositiva e dell’auditorium, che si aprono come tanti cannocchiali sulla natura; di modo che il fiume riflette la città e gli edifici a loro volta catturano il riflesso del fiume.
Le aule si innestano direttamente sulla linea di confine e prendo la forma delle antiche palafitte che si sviluppavano lungo le sponde dei fiumi, sul limite tra le terre emerse e le terre sommerse.
Il percorso termina con l’auditorium, prolungamento del museo del Po’, e che con la biblioteca chiude il campus in un’unica corte sul fiume.
L’ingresso nel foyer viene enfatizzato da un lungo muro che si accosta al percorso e indirizza lo spettatore fin dentro all’auditorium coperto da un tetto a falde in acciaio Corten, memoria del metallo arrugginito del cantiere navale.
L’interno, simile all’auditorium Paganini, presenta un doppio foyer, uno a livello terra e uno sopraelevato collegati da uno scalone che conduce alla sala che riscende fino al palcoscenico che presenta come singolare fondale scenico il fiume Po’.

 
 






Plastico realizzato all’interno del Laboratorio universitario di progettazione II.

Progetto di riqualificazione urbana di Boretto (RE) e nuovo polo della Facoltà di Architettura di Parma.

Scala
1:200

Materiali
Carton-legno, listelli di legno



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