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La webserie sul ragazzo che parla con se stesso diventato zombie - continua l'indagine

Prosegue la mia indagine personale sulle webserie indipendenti italiane. Un’indagine quasi certamente destinata al fallimento visto che le webserie che spesso nascono in un clima low-budget e dilettantistico si evolvono poi quasi tutte in senso commerciale. In altri casi nascono già in un contesto di marketing come appendici di altri prodotti - eventi (penso a Milano Underground). Quindi di “indipendente” c’è davvero poco, ormai siamo nel 2015 avanzato, siamo tutti ben tritati da decadi di mass-medializzazione, le nuove generazioni sono cresciute in un ecosistema in cui certe categorie, come appunto “indipendenza” non servono più a sopravvivere intellettualmente, al limite servono ad ibernarsi con serenità. Ed è già tanto!
Eppure se le webserie esistono e sono riconoscibili come genere, è perché attingono ancora all'estetica amatorial-onirico-individualista, e inevitabilmente critica, delle produzioni low-budget della fine dello scorso millennio. Com’è possibile? E' forse un paradosso?

Stasera in cerca di qualche elemento in più mi sono visto Di come diventai Fantasma e Zombi, una webserie che ha avuto il suo successo ma che non conoscevo. Le premesse erano buone vista la tematica horrorifica e l’impostazione drammaturgica speculare (il protagonista convive con lo zombi di se stesso).
Ma anche se la storia è godibile e tutto sommato convincente, ho trovato sostanziale conferma al paradosso suddetto.
In questa serie non avverto niente del potenziale d’inquietudine né tanto meno ironico di cui i malaugurati zombies possono essere catalizzatori. Qui, oltre alla banalità dell’impianto narrativo che è efficace solo perché perpetuamente idoneo all’intrattenimento, esiste probabilmente un problema di recitazione. O meglio, di "opinioni" sulla recitazione...
L'analisi forse ci porterebbe troppo lontano. Dovrei ad esempio riallacciarmi ai discorsi fatti l’altra sera con l'amico Tuccia mentre guardavamo il film su Ligabue (il pittore, non il cantante) e constatavamo la sottile differenza tra la sintesi artistica di un personaggio schizofrenico e la messa in scena schizofrenica del personaggio di un artista. Qui succede la stessa cosa ma con il narcismo... Troppo, trooooppo macchinoso come ragionamento… solo chi ha voglia, intenda.

Comunque, tornando alla webserie in questione, anche se a tratti il protagonista sembra una sorta di venditore di se stesso (pronto a lasciarti la sua brochure e farsi congedare!), e anche se l’interpretazione dello zombie è la più superficiale e schematica che abbia mai visto…le prime puntate strappano più di un sorriso.  ...Un ghigno, per la verità. Ed è già tanto, anche qui!

Ma via, ma via…siamo positivi. Almeno per un attimo, tra zombie e fantasmi, ci siamo sentiti a casa, pur consapevoli che la nostra mente non è tritata meno di quella di tanti altri spettatori. Siamo nel 2015, ormai è andata! Si magna quello che ci stà in tavola, e si ricaca nulla su nulla! Voto 7 pieno, e Buona visione.






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