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Leggenda dell’Isola Palmaria

La storia curiosa di come nacque  l’isola di fronte a  Portovenere

Quando sei a Portovenere e vedi l’isola Palmaria, spesso ti viene da chiederti: ma come fa ad esserci un’isola proprio lì? Una risposta curiosa viene dalla Leggenda dell’Isola Palmaria, che vede protagonista il leggendario Papà Lucerna. Se la vuoi conoscere continua a leggere!

Papà Lucerna e l’Isola Palmaria

A sentire i vecchi pescatori, l’isola Palmaria, quel piccolo frammento di terra e roccia che sembra staccato a viva forza dal promontorio di ponente del Golfo della Spezia, non è nata da un complesso succedersi di eventi geologici, ma per l’abilità, il vigore e l’ostinazione del leggendario Papà Lucerna.

Questo personaggio mitico è famoso in Liguria per un’altra leggenda che è stata definita dagli studiosi “una variante ligure alla leggenda nordica del ‘Vascello Fantasma’”. Infatti, anche Papà Lucerna viaggiava su una nave che non attraccava  mai in nessun porto, destinato a navigare per sempre, apparendo e sparendo fino alla fine del mondo. La differenza fondamentale, però, è che l’incontro con il suo scafo preannunciava una felice navigazione anziché, come per il Vascello Fantasma, disavventure e addirittura la morte. Dunque Papà Lucerna è un personaggio positivo, pittoresco e molto arguto.

La Leggenda dell’Isola Palmaria è assolutamente in linea con questi aspetti positivi del personaggio e si colloca cronologicamente prima che iniziasse il suo eterno peregrinare per il mare. La storia inizia quando Papà Lucerna, di gracilissima costituzione, poco dopo la nascita fu abbandonato dalla madre, che considerava una vergogna familiare un figlio così debole e mingherlino. Fu raccolto da una parente la quale adottò, per irrobustirlo, l’originale e decisamente stravagante sistema di tenerlo appeso al soffitto cosìcchè il fumo e l’aria calda lo temprassero. La strana cura funzionò tanto che il ragazzo, diventato forte e atletico, fu riammesso in famiglia, dove ritrovò i suoi quattro fratelli maggiori. Loro però non lo amavano, anzi lo maltrattavano perché Lucerna dimostrava di essere in tutto migliore di loro. Lui inventava, ad esempio, nuovi apparecchi per pescare, con i quali catturava moltissimi pesci, facendoli morire di invidia. I fratelli, da parte loro, non dovevano essere proprio dei geni; la storia delle nasse la dice lunga in proposito. Lucerna, infatti, aveva ideato questa specie di panieri di vimini, in uso ancora oggi, dotati di un’apertura a tronco di cono attraverso la quale il pesce passava, non trovando poi la maniera di uscire dalla trappola. I fratelli avevano voluto imitarlo, costruendo analoghi strumenti, ma differivano da quelli di Lucerna per un fatto fondamentale: avevano due aperture contrapposte, tanto che i pesci entravano da una parte e se ne andavano tranquilli dall’altra. L’ennesimo smacco mandò su tutte le furie i fratelli: non lo vollero più in barca con loro e gli negarono addirittura ami, lenze ed esche. Ma Lucerna era pieno di risorse: prese una caviglia di ferro (quelle che servono per tenere insieme le assi delle navi), la torse a regola d’arte e ne fece un amo; infine vi legò una fune e, dalla punta del promontorio di Portovenere, scaraventò il tutto in acqua. Pochi minuti dopo, l’improvvisata lenza si appesantì. Lucerna cominciò a tirare con forza e finì per portare a galla, con lo stupore di tutti, un’isola: la Palmaria.

L’Isola Palmaria vista dalla Chiesa di San Pietro sul promontorio di Portovenere (Credit to spettacolopuro on Visual Hunt CC BY)

Fu una delle ultime imprese di Papà Lucerna, prima che, in età matura, assumesse il comando della famosa nave, tanto grande da rendere necessari corrieri a cavallo per trasmettere ai marinai gli ordini del comandante, e con l’albero maestro così alto che il mozzo che vi si arrampicava tornava giù con i capelli bianchi.

Quando sarai a Portovenere ricordati della Leggenda dell’Isola Palmaria e magari all’orizzonte potrai scorgere la nave di Papà Lucerna!

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