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Un buon calice di Gavi

Gavi: l’antica tradizione del Vino tra Piemonte e Liguria

Sei un appassionato di vini o solamente una persona curiosa e vuoi conoscere cosa c’è dietro un buon calice di Gavi e avere qualche notizia sul paese da cui prende il nome? Questo articolo ti toglierà ogni dubbio.

Il ”Gavi” prende il nome da un piccolo paese ai piedi dell’Appennino Ligure in provincia di Alessandria. Il paese sorge alla confluenza del torrente Neirone con il Lemme ed è circondato da colline che fin dal ‘400 vengono coltivate a vigna, in particolare di uva Cortese che solo qui e in poche altre località nei dintorni può diventare il pregiatissimo Cortese di Gavi D.O.C.G.: un grande vino bianco in una regione vocata ai “rossi” .

Ormai un Buon Calice di Gavi si può degustare praticamente in qualsiasi parte del mondo, ma solamente in questa ristretta porzione di territorio piemontese al confine con la Liguria si possono visitare le cantine che lo producono e assaporare i piatti a cui è stato abbinato per secoli.

Le numerose tenute e aziende vinicole, infatti, durante l’anno organizzano giornate in cui aprono le porte delle loro cantine ai visitatori e offrono loro degustazioni. Inoltre, si può appagare il palato nei rinomati ristoranti della zona dove vengono servite le particolari pietanze gaviesi. Infatti, essendo Gavi una terra di confine tra Piemonte e Liguria, la sua cucina è straordinariamente ricca di sfumature e sapori peculiari rispetto alla cucina tipica piemontese. In particolare vi consiglio la testa in cassetta di Gavi, i ravioli ripieni di carne e verdure conditi con il tocco, il tipico sugo genovese, e i taglierini con il tartufo, piatto piemontese per eccellenza, tutto naturalmente accompagnato da un buon bicchiere di Gavi. Ma attenzione! Sai riconoscere un buon Gavi?

Riconosci un buon Calice di Gavi con noi

Ecco le caratteristiche fondamentali che deve avere un Gavi in qualsiasi delle tipologie previste dal disciplinare: (“tranquillo”, “frizzante”, “spumante”, “riserva” e “riserva spumante metodo classico”):

  • colore: giallo paglierino più o meno intenso;
  • odore: caratteristico, delicato;
  • sapore: secco, gradevole, di gusto fresco ed armonico;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol.;

Se non presenta queste caratteristiche che lo hanno reso uno dei vini bianchi italiani più apprezzati a livello internazionale, allora siete di fronte a un falso e vi conviene cambiare negozio di vini!

Gavi, però, non è famosa solamente per il vino e il cibo, ma anche per essere un luogo ricco di storia e attrazioni culturali che le sono valse il titolo di prima bandiera arancione del Touring club italiano della provincia di Alessandria. Il paese, infatti, è stato per secoli una roccaforte sulla Via del Sale controllata dalla Repubblica di Genova, la quale le ha dato un’impronta prettamente ligure nell’urbanistica, nelle fortificazioni e soprattutto negli usi e nei costumi degli abitanti.

Ecco un breve itinerario studiato apposta per te

Dopo aver finito di bere un buon calice di Gavi, ti invito a visitare il borgo dal monumento simbolo del paese: il Forte.

La fortezza, arroccata sull’alto colle che sovrasta il paese, è un notevole esempio di architettura militare, costruito dai Genovesi tra il ‘500 e il’600 e rappresenta l’avamposto difensivo più importante del Basso Piemonte.

Ha la forma di stella a sei punte e venne edificato su un preesistente castello medievale che aveva ospitato, tanto per sottolineare l’importanza del luogo anche nel Medioevo, l’imperatore Federico Barbarossa in fuga dopo sconfitta nella Battaglia di Legnano del 1176. Ai giorni nostri è visitabile e ospita numerose iniziative, sia culturali che di promozione del territorio.

Ritornato in paese, girovagando per le vie, incontrerai altri interessanti monumenti da visitare. In primis la Chiesa di San Giacomo Maggiore risalente al XII secolo, costruita in stile romanico con l’arenaria delle cave locali; la chiesa ha una pianta basilicale a tre navate ed è sovrastata da un tiburio che funge da campanile. Molto caratteristico è il portale strombato che, sopra l’architrave, presenta una lunetta scolpita rappresentante l’ultima cena. All’interno è presente un pregevole polittico del pittore Gandolfino da Roreto che raffigura la Madonna con Bambino tra i santi Giacomo e Giovanni Battista.

Facciata della chiesa di San Giacomo Maggiore (Credit to Davide Papalini)

A poca distanza troverai uno dei pochi resti delle fortificazioni che cingevano Gavi in passato, il cosiddetto “Portino”. Questo era una delle porte che davano accesso al borgo e, pur non essendoci documenti che affermino la data di costruzione, è presumibile che sia del XVI secolo.

il “Portino” di Gavi (Credit to Matteo Marongiu)

Al di fuori del centro storico, in località Valle, ti consiglio di visitare l’interessante ex convento francescano della Nostra Signora delle Grazie. L’edificio costruito nel XVIII secolo su un preesistente ospizio per pellegrini, conserva un bellissimo chiostro loggiato al primo piano e all’interno ospita delle opere artistiche pregevoli, oltre ad una collezione interessante di mobili settecenteschi.

Infine, ti suggerisco vivamente di salire sul colle dei Turchini sia per ammirare il bellissimo panorama sulla vallata, soprattutto al tramonto, sia per visitare il santuario della Nostra Signora della Guardia dove viene conservata una statua lignea della Vergine molto venerata nel territorio gaviese.

A questo punto non ti resta che partire e andare a godere dei piaceri offerti da questo splendido paese,  e non dimenticare di farlo con un buon calice di Gavi.




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