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12 - Rumors, rumors, rumors!

"Rumors" è il termine anglosassone per descrivere le nostre "voci di corridoio", chiacchiere da bar che hanno sempre un filo di verità ma che, nella maggior parte dei casi, rimangono tali: voci.
Questi bisbigli, che poi tanto segreti non rimangono, se non per pochi minuti, sono il sale della Nba e, se includono nomi di un certo peso, sono difficilmente ignorabili, tant'è che è uso diffuso, per mezzo stampa, smentire, deridere o, addirittura, alimentare i pettegolezzi di mercato, e non, magari per destabilizzare qualche ambiente o lanciare messaggi.

Uno di questi messaggi è stato lanciato da Larry Riley, G.M. dei Warriors di cui ho parlato qualche giorno fa, che ha più o meno ammesso di essere disponibile a cedere Anthony Randolph, talentone ex Louisiana dall'indole non propriamente stakanovista, utilizzato poco e male da coach Nelson.
In soldoni si legge: dateci una contropartita, possibilmente uno che la sappia mettere da fuori, che parta dal pino senza troppe storie e che si porti dietro un contratto leggero, magari pure in scadenza. Difesa? Non ci interessa, grazie.
Ah, dimenticavamo: ci avanzerebbe sto ex Duke, mi sembra si chiami Maggette...vi prendete anche lui?
In molti hanno drizzato le orecchie, compresi i Thunder, sempre ben disposti a prendere talento ed atletismo, ancor meglio se in un unico pacchetto, e gli Heat, alla perenne ricerca di un lungo che possa far slittare Beasley in SF.
Possibile che anche i Bulls, complice un difficile inizio e la carenza sotto canestro, entrino nella mischia.
Trade entro l'ASG?

Altro rumors riguarda McGrady: dicono che abbia un contratto troppo alto per giocare 10 minuti a sera a Houston e, nonostante ancora possa dire qualcosa, non sembra rientrare nè nei piani, nè nel gioco di Adelman.
Si parla, anche qui, di Miami, in cambio di JO e aggiungendo pure Scola al volo per la Florida
Ma che senso avrebbe per le due squadre? Bravi, nessuno, segno che i rumors di cui parlavamo prima, spesso rimangono fini a sè stessi.

E cosa mi dite della voce che vede Omri Casspi, primo israeliano nella NBA, ex cecchino dell'esercito del suo paese? Di certo c'è che l'ex Maccabi, assieme a Evans, è stato fin qui l'uomo della svolta sotto il profilo psicologico, per aggressività e voglia di vincere mostrati in campo, che ricordano molto da vicino l'argentino Nocioni.
Adesso pensate che i due ve li potreste pure trovare contro nello stesso momento!
Non il massimo della vita, eh!?



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