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I "ma" e i "però" di Macerata

Ok, va bene, quello che ha sparato è un farabutto, "chiunque spari è un delinquente", dice perentoriamente Salvini, e qui siamo tutti d'accordo. Poi però arrivano i "ma", i "però", le precisazioni idiote e i Distinguo Che camminano sul filo dell'ambiguità, che ricordano vagamente il buon vecchio Guccini quando mandava a cagare "chi si dichiara di sinistra e democratico però è amico di tutti perché non si sa mai."

Ecco, insomma, c'è tutto un pullulare unanime di vibranti condanne, unite però a sottintesi e latenti tentativi di giustificare sotto sotto l'operato del cecchino di ispirazione neofascista. Perché lui ha sbagliato, per carità, ma è anche vero che c'è - dicono dalle parti di destra - "un'immigrazione fuori controllo, un'invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni", facendo tra l'altro finta di scordare che la gestione dei flussi migratori è organizzata dal 2002 seguendo i dettami della famigerata legge Bossi-Fini, partorita durante il secondo governo del tipo delle cene eleganti. Dettagli.

Quello però che vorrei far notare è che chi si appoggia a simili patetici distinguo, che sostanzialmente scaricano la responsabilità di quanto è successo sulle vittime, ossia in questo caso gli stranieri, ragiona esattamente come chi minimizza una molestia o uno stupro perché la vittima aveva la minigonna troppo corta. È lo stesso, demente, modo di pensare.

D'altra parte la cosa non stupisce, guardando da che parte sta chi ragiona così.



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