Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Le fotografie sportive tra inseguimenti, fotofinish e fair play!

Saper scattare fotografie sportive significa offrire, ad un pubblico assente al momento dei fatti, una testimonianza puntale ed oggettiva dell’evento svolto. Tra le varie modalità di scatto che abbiamo analizzato su questo sito, sicuramente la fotografia sportiva è oggi quella più ricercata ed ambita perché consente al professionista, ma anche al testimone di passaggio, di vendere con facilità le proprie istantanee a numerose testate sportive cartacee o online.

La fotografia sportiva come testimonianza oggettiva.

Se la fotografia, media visivo per eccellenza, ha avuto gli albori contemporaneamente allo studio scientifico delle facoltà umane di registrare impressioni da stimoli esterni, è perché questa altro non voleva che estendere lo specifico senso deputato alla percezione degli stimoli luminosi: la vista. Immaginando di poter elencare per ordine di importanza i sensi, molti di noi metterebbe al primo posto, diversamente da come avveniva nei secoli passati, proprio la vista, l’unica vera preponderante obbligatorietà imposta dalla nostra società basata sulla visione. La necessità di vedere, ed essere visti, giustifica il desiderio di immagini e spiega l’enorme richiesta di testimonianze fotografiche.

In questo senso l’aver riconosciuto il dispositivo fotografico come il mezzo migliore per immortalare il movimento ha significato, nella cultura occidentale del XIX secolo, rivoluzionare il concetto stesso di testimonianza: non più un racconto in soggettiva, ma finalmente una presenza oggettiva.

Proprio nella fotografia sportiva l’osservatore, più o meno interessato al fatto, riconosce una testimonianza oggettiva ed obiettiva dell’azione commessa e ripresa. Un documento visivo essenziale che siamo soliti ritrovare nel paratesto, quindi complementare ad un articolo descrittivo (comunque composta da un autore e quindi soggettivo!), di una testata. È difficile trovare mostre di fotografi sportivi perché i loro scatti funzionano quando sono freschi, quando il lettore può ritrovare, nella loro visione, la conferma di un fuorigioco o di un rigore…

Controstoria e testimonianza soggettiva.

Morte di un Miliziano – Robert Capa

Viceversa, a partire dalla fine del XX secolo, con l’avvento del digitale e la nascita di filosofie postmoderne che prevedono il recupero dello scetticismo, la fotografia ha iniziato ad essere vittima dei dubbi dell’esistenza umana, che non ritrovano più nel media la corretta autenticità obiettiva che tanto la contraddistingueva. La linea del dissenso è alimentata dai fotografi che, sfruttando la particolare percezione umana del movimento, costruiscono degli scatti in cui risulta evidente uno sforzo agonistico che in realtà non c’è mai stato, ma è stato costruito solo momentaneamente per riempire un’inquadratura creando un surrogato di realtà, ma che appartiene alla sfera della finzione.

Come ben sappiamo nessuna fotografia può catturare il movimento in sé, ma sono l’occhio e il cervello a dedurre, attraverso un’estemporanea collaborazione interpretativa, il dinamismo nelle immagini in base all’esperienza acquisita da ciascuna persona. Ed è proprio l’eccesso dell’elevata ricezione del movimento da parte dell’occhio umano, sviluppata istintivamente nel corso delle ere evolutive per garantire l’autoconservazione, a farci immaginare un dinamismo che, oggettivamente, nell’immagine non c’è.

Non è raro che gli interpreti più scettici e complottisti si divertano a decostruire anche i grandi scatti del passato, penso a morte di un miliziano di Robert Capa la cui autenticità rimane ancora oggi un fitto mistero, ma difficilmente troverebbero delle valide critiche al capolavoro della fotografia sportiva: il fotofinish!

Alla ricerca della verità sportiva… il caso del fotofinish!

Il fotofinish è senza dubbio l’apice della fotografia sportiva perché offre con la massima sicurezza, attraverso speciali apparecchi elettronici dotati di precisissime fotocellule, l’ordine d’arrivo ad una corsa di velocità. La sollecitazione delle fotocellule, da parte degli atleti in corsa lungo la direzione d’arrivo, attiva un meccanismo in grado di scattare, in tempi rapidissimi, una vasta serie di fotografie decisive che hanno lo scopo di dissolvere qualsiasi dubbio da parte della commissione giudicatrice della competizione. Per metaforizzare: il fotofinish è un occhio che dall’alto permette il conseguimento della verità quando si hanno delle incertezze!

I fotografi sportivi.

Il fotografo sportivo professionista è un osservatore privilegiato della manifestazione perché ha il diritto di accedere direttamente sul campo da gioco in cui si svolge l’evento. Di conseguenza può entrare in contatto diretto con gli sportivi e stabilire conoscenze e feeling particolari che sicuramente miglioreranno la resa delle immagini. Inoltre, proprio perché scattate ad altezza uomo, le fotografie sportive non sono soggette al solito appiattimento visivo che  solitamente l’utilizzo di un teleobiettivo dall’alto impone. Infatti, alla stessa altezza del soggetto da ritrarre, anche le ottiche ad elevata lunghezza focale garantiscono scatti di eccellente qualità con riprese ingrandite e ravvicinate dei partecipanti alla competizione agonistica..

Come fare foto sportive.

Mi sento in diritto di sconsigliare, a chi voglia vendere i propri scatti ad una testata,di produrre delle istantanee basate sull’effetto dell’inseguimento. Questa nota pratica fotografica, già trattata approfonditamente in altri articoli, prevede l’inseguimento di un soggetto in movimento con l’obiettivo dopo aver impostato un lungo tempo d’esposizione. Iniziamo il movimento con buon anticipo, così da abituarci alla velocità di movimento del soggetto necessaria allo scatto e quando siamo pronti premiamo l’otturatore. Il risultato conterrà l’atleta perfettamente istantaneizzato, ma seguito da una scia che ne simula il movimento. Uno scatto sicuramente dinamico, ma poco remunerativo in quanto non offre una precisa testimonianza sportiva (in compenso, potreste ottenere molti mi piace su Facebook!).

Per ottenere delle eccellenti Fotografie Sportive consiglio di impostare la priorità al tempo di posa, che non deve comunque essere inferiore a 1/125 di secondo, e di preferire le ottiche con la massima apertura focale. Una elevata apertura del diaframma, oltre a compensare la perdita di luminosità con la velocità del tempo di posa, permette di isolare i soggetti, in questo caso gli atleti, dallo sfondo, focalizzando l’attenzione dell’osservatore direttamente sull’azione ripresa. Inoltre cerchiamo di non essere creativi, ma solamente di documentare tutto ciò che sta avvenendo con inquadrature semplici e comprensibili a tutti, in questo ambito la semplicità viene premiata.

Il bilanciamento del bianco deve sempre essere regolato in base alle luci che illuminano la manifestazione sportiva, cerchiamo di portare sempre con noi un cartoncino bianco con il quale fare la prova colore prima di iniziare il lavoro.

Tirando le somme la fotografia sportiva implica una grande prontezza di riflessi ed un occhio pronto a cogliere tutti gli sforzi e le emozioni di ogni singolo partecipante. Un occhio che tutto vede e che sa prevedere qualsiasi azione, un occhio esperto che già solo con l’esperienza ne ha viste di tutti i colori…



This post first appeared on Obiettivo Grandangolo, please read the originial post: here

Share the post

Le fotografie sportive tra inseguimenti, fotofinish e fair play!

×

Subscribe to Obiettivo Grandangolo

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×