Il 16 marzo 2012 è stato il dRD-day, ovvero il Dynamic Range Day. E' il risultato di un movimento che si batte per far si che possa terminare la Loudness War in atto ormai da una decina di anni e che sta portando i livelli dei volume delle produzioni musicali a valori terribilmente insani, anche a discapito del range dinamico delle produzioni stesse. Si può capire di cosa si sta parlando ascoltando album come Californication dei RHCP, Death Magnetic dei Metallica ma anche un insospettabile Memory Almost Full di Paul McCartney: volume elevato dall'inizio alla fine, affaticamento inevitabile dell'apparato uditivo, totale assenza di range dinamico all'interno di ogni canzone.

La musica, per risultare più appetibile al primo ascolto, più convincente, per colpire l'attenzione dell'ascoltatore (occasionale) e -soprattutto- per il consumo radiofonico viene sempre più compressa e portata ai massimi livelli di volume. Per una breve descrizione del problema in termini tecnici basta dare un'occhiata a questo video.

Per iniziativa del mastering engineer Ian Shepherd (Production Advice) è nato quindi questo movimento, destinato a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema e -possibilmente- nel tentativo di spostare il maggior numero possibile di produttori a realizzare i loro album a livelli di laudness e dinamica più ragionevoli: questa lotta è arrivata al parossismo secondo cui un album di Justin Bieber ha livelli medi superiori agli AC/DC o ai Motorhead. Il che è quanto meno... curioso?