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I profughi che ritornano a casa per le ferie estive

I richiedenti asilo migrano da Paesi lontani, a volte a piedi, a volte su dei barconi, con pochi soldi, affrontando estreme difficoltà… per poi tornarsene allegramente in vacanza. No, non è un’opera di fantascienza, e nemmeno la trama di un nuovo film: è la pura, seppur bizzarra e paradossale, realtà.

Scappano dalla guerra, affamati, con bambini piccoli, in condizioni disperate, cercano rifugio in Paesi tranquilli come i nostri. Abbiamo il dovere di accoglierli“. Quante volte si sarà sentita questa frase? E giustamente. Sebbene accogliere tutta la Siria e l’Africa in Europa sia un’impresa utopica, per lo meno l’accoglienza di chi scappa da situazioni invivibili è “cosa buona e giusta”.

Il vero dilemma, però, appare quando ci si ritrova a leggere la notizia dei profughi che tornano al loro Paese d’origine per trascorrere le vacanze. Forse non vanno in vacanza, quanto a trovare i propri famigliari non emigrati. Anche se, lo stesso, una domanda viene spontanea: come ci tornano? Se comprano un biglietto aereo, chi glieli ha dati i soldi? Un bel mistero.

Come si legge dai giornali tedeschi der Spiegel (18 agosto 2017), The European, das Debatte Magazin (19 agosto 2017) e die Welt (27 agosto 2017), almeno 100 rifugiati sono tornati nei loro Paesi d’origine per una breve vacanzina. Non si possono definire cifre certe, ma il numero dei casi accertati rispecchia comunque una tendenza da non sottovalutare. Si tratta principalmente di siriani e iraqueni, secondo quanto riportato dalla regione del Baden Württemberg in Germania, con capoluogo Stoccarda. “Se i rifugiati riconosciuti se ne vanno in vacanza nei loro Paesi nonostante il rischio di persecuzione e minacce, la domanda di quanto possano effettivamente aver diritto di protezione si pone spontanea”, scrive il Direttore del Ministero Julian Würtenberger (CDU).

In Austria, secondo l’Epoch Times.de, sarebbero addirittura 651 i richiedenti asilo in vacanza. Il capo del partito austriaco NEOS Niki Scherak, similmente a Würtenberger, ha dichiarato: “Chi necessita di protezione, che gli venga data, ma chi volontariamente se ne torna dello Stato da cui è fuggito, molto probabilmente non ha bisogno di nessuna protezione da parte nostra“. E quindi anche per questi 651 rifugiati ci sarà una riselezione tra chi potrà restare e chi no.

Anche Angela Merkel, la capa dell’accoglienza per eccezione, si è espressa sfavorevolmente a riguardo, affermando che “così non va”. E, sebbene sia dell’idea di ricontrollare i profughi che hanno diritto di asilo, sostiene convintamente che il partito dell’AFD non potrà mai essere un partito amico col quale collaborare. “Non tutti sono stati daccordo con la nostra politica dei migranti, ma continueremo a cercare di convincere anche i dubbiosi che è giusto reagire ad una grande sfida globale. Dobbiamo combattere le cause di migrazione e fuga”.

Melissa Toti Buratti

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