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I tatuaggi e la loro importanza nella nostra cultura e società

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Ogni Tatuaggio è un segno indelebile sulla pelle, è una traccia che parla di noi, del nostro vissuto, delle nostre credenze e desideri. Il tatuaggio è stato utilizzato presso moltissime culture, sia antiche che contemporanee, accompagnando l’uomo per gran parte della sua esistenza. Ha, quindi, un’origine antichissima che racconta episodi della vita grazie all’ausilio dei segni e alla loro simbologia.

La testimonianza più antica della pratica del tatuaggio viene dalla cultura Chinchorro, sviluppatasi tra gli odierni Cile e Perù. Appartiene ad una mummia di un uomo, vecchia di 8000 anni, ed è una semplice linea sopra il labbro superiore, come un sottile baffo. Da allora è diventato il più antico esempio esistente di arte del tatuaggio sul pianeta.

Il mondo di oggi è, ovviamente, quasi irriconoscibile al confronto. Ma secondo il professor Nicholas Thomas, direttore del Museo di archeologia e antropologia dell’Università di Cambridge – autore di un libro sulla body art – il tatuaggio Nella nostra società è tornato a ricoprire l’importanza che aveva nel lontano passato.

“C’è stato un cambiamento straordinario e epocale negli ultimi 25 anni”, dice. “Negli anni ’60 farsi un tatuaggio era prerogativa solo di alcune sottoculture, ma c’è stata un’esplosione di popolarità, e questo ci dice molto su chi siamo, sia culturalmente che come individui”.




Molti fattori hanno contribuito ad accrescere la popolarità del tatuaggio. Primo fra tutti è stato il cambiamento nella concezione del proprio corpo. Grazie ai progressi della tecnologia e della scienza medica, le persone non concepiscono più il proprio corpo come qualcosa di statico, una forma con cui si è nati e con cui si convive, ma lo si pensa molto più come qualcosa che è mutevole e variabile nel tempo, dice il professor Thomas.

Nella nostra società è possibile eseguire interventi chirurgici, medici e cosmetici, il che significa che adesso si comprende il proprio corpo come qualcosa di cui si ha la responsabilità di progettare e realizzare; anche qualcosa di semplice come una routine di fitness o una seduta abbronzante, è indice di questo atteggiamento.

Inoltre, poiché la mobilità globale porta alla crescente pluralizzazione della società, l’identità viene vista anche come qualcosa da progettare piuttosto che da ereditare. Le persone non si sentono più soltanto legate a uno specifico territorio. Le nostre identità sono molto più particolari, legate ai nostri interessi, alle affinità con le tradizioni culturali o spirituali, ai gusti musicali e alle sottoculture: il tatuaggio è diventato un veicolo per quel tipo di identificazione particolare.

Nei primi anni del ventesimo secolo, i tatuaggi furono associati a criminali, marinai e membri dell’esercito, che volevano esprimere appartenenza, e celebrare quello stile di vita sui loro corpi: a tale periodo si fa risalire i tatuaggi Old School, che si caratterizzano per essere generalmente di grandi dimensioni, realizzati con colori pieni e dagli spessi contorni blu o neri, e i cui soggetti vanno dai simboli patriottici, volatili, pinup, navi, serpenti, ancore, cuori, pugnali, fino a pistole, stelle marine, rose, ciliegie e sirene. Pertanto in quel periodo storico il tatuaggio non era diffuso né ammesso socialmente come una forma di modifica del proprio corpo.



La recente ondata di popolarità per i tatuaggi è iniziata però nella scena controculturale americana degli anni Sessanta e Settanta. Gli americani hanno preso questa tendenza e l’hanno sovvertita, inventando disegni e concependola come forma d’espressività artistica, piuttosto che come marchio sociale.

In passato, tuttavia, specialmente nelle culture polinesiane, i tatuaggi non venivano utilizzati per le proprie identità individuali. Tendevano ad essere un progetto culturale collettivo, costituendo particolari marcatori sociali. In alcuni casi venivano utilizzati come forma d’appartenenza a una stessa tribù o rango sociale; in altri casi, venivano disegnati per sugellare riti di iniziazione o di passaggio.

I samoani e molte altre comunità tradizionali vedevano il tatuaggio come un processo importante piuttosto che un possesso, l’intero corpo veniva tatuato in una sola volta e raramente veniva integrato con altri simboli. Al contrario, il moderno appassionato di tatuaggi tende a concepirli come una collezione in divenire, che creano una simbologia permanente di momenti importanti nella propria vita.

Da segno culturale e sociale, passando poi per simbolo di ribellione identitario, il tatuaggio è diventato nella nostra attuale società un fenomeno di massa.

Anche in Italia il tatuaggio è diventato un fenomeno non più così raro, e salvo in alcuni ambiti lavorativi, il “Tattoo” non è più malvisto come un tempo. Infatti, secondo un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, insieme all’Istituto di ricerche e analisi di mercato IPR Marketing, in Italia i tatuati sono quasi sette milioni di persone, vale a dire il 12,8% della popolazione. Si tratta di cifre molto importanti, circa una persona su 10 ha sul proprio corpo un tatuaggio.

Tuttavia, sempre dalla stessa analisi, è emerso che il 13% dei sette milioni di Italiani tatuati, si è fatto un tatto in centri non autorizzati, un fattore questo, che espone i soggetti a diversi rischi, diversamente dagli studi dove operano tatuatori professionisti che assicurano e garantiscono un adeguato livello di igiene, sia dei locali che dell’ambiente di lavoro. In quest’ultimi si usano maschere, guanti e camici monouso, e si rispettano le norme di sterilizzazione degli strumenti di lavoro.

Un esempio di questo tipo di professionalità è rappresentato dallo studio di tatuatori Milano Ligera Ink, in via Jacopo Palma, molto apprezzato e rinomato nell’ambiente dei tatuaggi. Lo studio si contraddistingue non solo per l’impeccabile igiene dei locali, per l’attrezzatura monouso utilizzata per i tatuaggi, per i pigmenti rigorosamente a norma di legge, ma anche per i tatuatori competenti, preparati e cordiali, in grado di curare il progetto nei minimi dettagli (dall’appuntamento preliminare, al disegno, alla realizzazione).

Si tratta di uno studio di tatuaggi dove ogni tatuatore è esperto in uno stile specifico e si occupa solo di quello (Giapponese, Cartoon, tradizionale, Balcwork). Il cliente che decide di affidarsi a loro, viene seguito fin da subito nella fase di progettazione del tatuaggio con un appuntamento conoscitivo, così da poter realizzare un disegno che soddisfi le aspettative.  Infine, lo studio, a differenza di molti altri, ha una forte personalità, di grande impatto visivo, richiama totalmente lo stile anni ’70, sia negli arredi, che nella carta da parati. Ciò lo rende immediatamente riconoscibile, e conferisce a chiunque decida di farsi un tatuaggio, un’esperienza unica nel suo genere.

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