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Città














Lancio in versi sciolti la città, nei sobborghi del pensiero, proiettata al futuro incerto dei suoi giovani abitanti.

Mi improvviso urbanista dell'ignoto, dietro gli angoli del grande contenitore.


Entro nella periferia della coscienza, attingo a piene mani nel frullato per il nuovo Piano Regolatore del bisogno.

La città è un lungo processo mentale diramato, un viaggio a ritroso, testimonianza ai posteri, prodotti vagliati e macinati.
Rimasuglio di lavoro sudato e divertimento organizzato ... città da bere, liquida a quel grado, solida a quel punto esatto ... sublimata di rincorsa fra buchi di rifiuti sotterrati.


Collegamento tra idee e percezioni da rintracciare, prese nel conto corrente delle verità nascoste.

Siamo figli di città nelle memorie tramandate dai padri ... hanno raccontato terra e polvere, poi il getto di cemento, il bitume, le ciminiere ed i turni in fabbrica.


Ci hanno raccontato anche qualcosa del vissuto ...  la guerra, le sirene ammonitrici di pillole cadenti in città addormentate.


Nel vincoli di stato c'è il passaggio fra  Quello Che può esser fatto e quello che si deve fare, l'equilibrio per impastare la miscela.









* Tratto quasi fedelmente da mio breve racconto :  Il piano regolatore del bisogno









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