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Libri che ho letto

Quest’anno è capitato che sono quasi tutti in inglese. Come al solito c’è anche molta roba vecchia o in ritardo. È anche capitato che sia il 15 agosto e moltissimi di voi avranno già comprato i libri da leggere in vacanza. Quest’anno è capitata una montagna di Cose. Pazienza.

Nora Ephron, The Last Interview
È una raccolta di interviste a Nora Ephron, fino all’ultima che diede a Believer prima di morire nel 2012. Nora Ephron ha avuto una vita gigantesca, ha cominciato come giornalista, è diventata saggista, editorialista e poi nel tempo sceneggiatrice e regista, a un certo punto addirittura blogger, e tutto con un’intelligenza, un talento e uno spirito che averne solo un decimo basterebbe a noi persone normali per costruirci una dignitosa carriera. Dentro queste interviste ci sono, tra moltissime altre cose, i consigli migliori che possa ricevere qualcuno che scrive o vuole scrivere per mestiere. Ma non sono la cosa più importante.

– Collected Poems of Dylan Thomas: The Original
Non sono un tipo da poesia. Credo che non lo sarò mai. Non credo nemmeno di invidiare davvero i tipi da poesia, che è la cosa che dovrei dire in teoria a Questo punto della frase. Però qualche tempo fa sono inciampato per caso in otto parole in fila, mi sono ritrovato più volte a pensarci e ogni volta a trovarci dentro qualcosa. Ho scoperto che erano il primo verso di una poesia di Dylan Thomas, quindi ho letto tutto su quel verso, e su quella poesia, e sulla vita di Dylan Thomas, mezzo poeta, mezzo conduttore radiofonico, morto alcolizzato a New York, trovandoci dentro ancora più cose: ed è finita che ho letto anche tutto Dylan Thomas, o quasi. Questa è una raccolta delle sue cose migliori. Dall’introduzione:

Dylan Thomas is that rare thing, a poet who has it in him to allow us, particularly those of us who are coming to poetry for the first time, to believe that poetry might not only be vital in itself but also of some value to us in our day-to-day lives. It’s no accident, surely, that Dylan Thomas’s “Do not go gentle into that good night” is a poem which is read at two out of every three funerals. We respond to the sense in that poem, as in so many others, that the verse engine is so turbocharged and the fuel of such high octane that there’s a distinct likelihood of the equivalent of vertical liftoff. Dylan Thomas’s poems allow us to believe that we may be transported, and that belief is itself transporting.

In italiano lo trovate qui, ma le poesie tradotte, ecco, uhm.

Believer, di David Axelrod
È l’autobiografia di David Axelrod, cioè la storia di un giornalista talentuoso dall’infanzia complicata che a un certo punto si stanca di fare il giornalista e decide di provare a fare lo stratega politico con un’anima. Il tutto a Chicago, dove la politica è una roba così scorretta e sporca che negli Stati Uniti la definizione di politica scorretta e sporca è Chicago-style politics. Le cose gli vanno benino, poi bene, poi sempre meglio. Nel 1992 conosce un giovane avvocato e attivista locale, un tale Barack Obama. Glielo presenta un’amica comune dicendogli: siete fatti l’uno per l’altro, dovete conoscervi. Nel 2004 diventa lo stratega della sua campagna elettorale per il Senato. Nel 2008 e nel 2012 è lo stratega delle sue campagne elettorali per la presidenza. Poi ha smesso di fare questo mestiere, perché quali altri clienti puoi cercare dopo Barack Obama? Oggi dirige l’Institute of Politics all’università di Chicago, collabora con CNN e ha un podcast, The Axe Files.

Modern Romance, di Aziz Ansari
Se avete visto Master of None, o i suoi spettacoli, ci sono molte cose che avete già sentito. Ma la parte migliore del libro – che se questa fosse una vera rubrica di libri vedreste a questo punto descritto come “gustoso” – è una grossa ricerca sulle relazioni sentimentali nella nostra epoca, condotta da Eric Klinenberg, sociologo e professore universitario americano, e alla quale hanno collaborato psicologi e antropologi Lui e Ansari hanno raccolto una montagna di dati sulle relazioni sentimentali in diversi posti del mondo e hanno cercato di capirci qualcosa, da quello che comporta per ciascuno di noi la moltiplicazione esponenziale delle scelte possibili alle conseguenze della tecnologia.

Senza filtro, di Alessandro Gazoia
Come a chiunque faccia questo mestiere, in questi anni mi è capitato di leggere moltissimi articoli e saggi e libri sul presente e il futuro del giornalismo, e di partecipare a convegni e panel e dibattiti e discussioni sullo stesso tema, su un palco o davanti a un caffè. Quando questi testi e queste discussioni coinvolgono giornalisti italiani, nella gran parte dei casi sembrano organizzate su un altro pianeta: le uniche cose vere sono poche e banali, e le cose false, fraintese, autoconsolatorie e autocommiseranti, sono tante e tali da costituire una specie di realtà parallela. Il libro di Gazoia non ha niente di tutto questo: è la migliore analisi dello stato dell’arte che mi sia capitato di leggere di recente.

– Tiny Beautiful Things, di Cheryl Strayed
Le advice columns – quelle rubriche in cui qualcuno risponde alle domande dei lettori che chiedono consigli sulla loro vita – sono molto popolari negli Stati Uniti, dove godono di ottima dignità editoriale e sono spesso affidate a giornalisti e autori di grande sensibilità emotiva e abilità letteraria. Tiny Beautiful Things è una raccolta delle cose migliori prodotte dalla rubrica che Cheryl Strayed ha tenuto gratuitamente dal 2010 al 2012 sul sito The Rumpus. Lo avete visto il film Wild, quello uscito due anni fa che prese anche un paio di nomination all’Oscar? Ecco, Cheryl Strayed è quella della storia vera del film Wild. Non ho idea in che forma avverrà, ma gli articoli di Tiny Beautiful Things dovrebbero diventare a un certo punto anche una cosa che sarà trasmessa da HBO, credo una serie tv. L’articolo che ha fatto diventare famosissima la rubrica di Strayed è una risposta a una domanda che qualsiasi altra rubrica di consigli avrebbe scartato, che infrange tutte le regole non scritte delle rubriche di consigli e si conclude con la frase «The fuck is your life», che da quel momento mi sembra la risposta a quasi ogni domanda (al secondo posto della mia personale classifica c’è la frase immediatamente precedente: «Ask better questions»). È stato tradotto in italiano da Piemme.

Il secolo degli Stati Uniti, di Arnaldo Testi
In questo anno abbondante di campagna elettorale statunitense – la newsletter, il podcast, gli eventi in giro per l’Italia, eccetera – tante persone mi hanno chiesto un libro che non fosse un mattone da cui cominciare per conoscere un po’ meglio la storia e la politica degli Stati Uniti. Questo libro è quel libro.

How To Write A Sentence, di Stanley Fish
È bello saper riconoscere una bella canzone, un bel film, un bel libro o una bella frase. La cosa ancora migliore è saper spiegare perché quella canzone, quel film, quel libro o quella frase sono belli. Il titolo di questo libro lo fa sembrare un manuale o una raccolta di aforismi, ma è tutta un’altra cosa: è una raccolta di belle frasi – la vaghezza di questa definizione non aiuta, lo so – e soprattutto una spiegazione tecnica del perché ognuna di queste è particolarmente bella. Non vado matto per la retorica che equipara i mestieri intellettuali a quelli da artigiano – tutta quella solfa autocompiaciuta sugli artigiani-delle-parole e cose del genere – ma è interessante capire i meccanismi che rendono una frase una bella frase. C’entra sia la scrittura giornalistica sia quella letteraria. Il titolo del libro doveva essere il sottotitolo: come leggere una frase.

La separazione del maschio, di Francesco Piccolo
È un romanzetto scritto quasi dieci anni fa da Francesco Piccolo, per cui o lo avete letto all’epoca, e in quel caso queste righe non vi interessano, oppure vi sono piaciute altre cose più recenti di Piccolo e allora potreste esserne incuriositi. La cosa più importante da sapere, in questo caso, è che è molto meglio della sinossi che trovate online o nella quarta di copertina. Scusa, autore o autrice della sinossi. Lo trovate ancora in molte librerie, oltre che su Amazon.

L’amore è eterno finché non risponde, di Ester Viola
È un buon romanzo da spiaggia, e voi state cercando qualcosa da leggere dove? Esatto. È scritto con quello sguardo laterale che chi segue l’autrice su Twitter sa riconoscere, e ognuno ci rivedrà qualcosa che conosce.



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