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MALECONAZO


 
Durante i giorni finali della mia ultima vacanza, ero con Enrico (un amico del nostro blog) a La Habana, stavamo passeggiando Sul Malecon facendo fotografie, le stesse che utilizzo come copertine del blog. Passiamo davanti all'hotel Deauville, lo stesso che fu il centro del Maleconazo.

Me ne parlo' il mio compagno di merende, vi confesso che non sapevo molto sull'argomento, colpevolmente, perche' trattasi del piu' forte atto di ribellione nei 60 anni di Revolucion cubana.
Siamo nel 1994, pieno periodo especial, Cuba a causa della caduta del muro di Berlino retrocedette a una economia di assistenza, chiudevano le fabbriche per carenza di pezzi di ricambio e combustibile, i buoi sostituivano i trattori e gli apagones duravano anche 12 ore al giorno.
Come ci racconta Gutierrez nei suoi romanzi, in quell'epoca mangiare due volte al giorno era un lusso, sparirono la carne di maiale, di pollo, el pescado, la denutrizione provoco' malattie esotiche come il beri-beri.
Il governo fece Quello Che poteva, inventandosi il picadillo di soia e la pasta d'oca per dare una sensazione di sazieta' allo stomaco.
Addirittura si era ventilata una “opzione zero” in cui camion militari avrebbero distribuito razioni di cibo barrio per barrio, opzione che poi non fu attuata, il dollaro sali' a 150 pesos cubano, una libbra di riso arrivava a costare 140 pesos.
In una situazione simile era normale che la via di fuga divenne una priorita', molti tentarono di costruirsi una qualcosa di simile ad una barca, cosa allora ritenuta illegale, si rischiavano fino a 4 anni di gabbio.
Malgrado questo tutti si davano da fare per costruire natanti improvvisati, La Habana si era trasformata in un immenso cantiere navale.
Per questa ragione le strade erano pattugliate dai militari, la tensione era molto alta, sarebbe bastato poco perche' la situazione potesse degenerare.
Ci fu un incidente a 7 miglia dalla costa, la guardia costiera cubana affondo' un vecchio rimorchiatore, morirono 37 persone fra cui 10 bambini.
Il 5 agosto si sparse la voce che da Miami erano partite 4 grandi lance per accogliere chi voleva andarsene, la gente si riverso' sul Malecon iniziando una sorta di guerriglia urbana, assaltando e saccheggiando negozi, cose che non si erano mai viste a Cuba.
Il governo mando' la policia e i militari a controllare la situazione, vicino al Deauville c'era un carro della policia rovesciato, arrivarono pattuglie di paramilitari, il clima si surriscaldo' ulteriormente.
Si sentirono, per la prima volta a Cuba, urla di “Abajo Fidel”, quello che era iniziato come un intento di fuga collettiva verso la Florida rischiava di trasformarsi in qualcosa di piu' pericoloso, in casi simili chi ci inzuppa il pane non manca mai.
Il centro della rivolta furono i barrios poveri; San Leopoldo, Colon, Cayo Hueso, i barrios dove si viveva in solar che cadevano letteralmente a pezzi e dove droga e puteria dominavano.
Verso le 6 di sera le forze dell'ordine arano riuscite a riportare la calma, il Comandante en Jefe, arrivo' in mezzo ai tumulti, fra Galiano e S.Lazaro, in piedi su una camionetta scoperta per parlare coi dimostranti, era Fidel, non uno qualunque.
Non fu sparato un solo colpo di fucile.
Gli “Abajo Fidel” divennero “esta calle es de Fidel”.
Nel frattempo, in risposta alle minacce statunitensi Fidel, in televisione affermo' che avrebbe potuto anche aprire la frontiera a tutti quelli che se ne volevano andare, parliamo di una marea di gente che si sarebbe riversata sulle coste della Florida.
Tempo dolo Il Gramma dichiaro' riguardo a quei giorni; “el dia de otra gran batalla ganada por Fidel y su pueblo, sin tiros ni muerto, frente a quienes alentador desde Estados Unidos alteraron de forma violenta el orden publico en un sector del Malecon habanero y sus inmediaciones”.
Questi sono i fatti e le cronache dell'epoca, sarebbe saggio che simili situazioni non si ripetessero, Fidel e' nella leggenda, Raul gioca alle bocce e Diaz Canel...no es la misma cosa.


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