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Le Valli di Comacchio sono un equilibrio tra terra e acqua

Comacchio ha costruito la sua fortuna sulla pesca, in particolare dell’anguilla , pesce per molti aspetti misterioso. Ancora non è  chiaro per quale motivo le anguille se ne vadano, o diversamente perché arrivino. Nell’osservare questo incomprensibile e primordiale viaggiare delle anguille è stata la maestria dei pescatori di Comacchio.

Per il fenomeno della subsidenza le Valli di Comacchio sprofondarono e furono invase da acque salmastre. L’ingegno umano fu quello di creare uno sbarramento tale da regolare lo scambio tra le acque dolci e salate. I canali apportano acqua marina, le pompe immettono acqua dolce. La finalità è creare un ambiente favorevole per la fauna ittica e allo stesso tempo sviluppare una pesca facilitata proprio per la ricchezza di pesce e dei sui flussi migratori.

Tutte le anguille dal mondo si trovano nel Mar dei Sargassi per riprodursi, per una collocazione di massima potremmo dire in zona quasi Grandi Antille. Avvenuto l’accoppiamento le anguille muoiono, la nuova generazione cresce per alcuni anni poi parte, non è certo come scelgano la destinazione, sembra che sia quello della madre. Raggiunte le Valli di Comacchio, nuoteranno qui per alcuni anni, per poi un giorno tornare nel mare natio. Nella gestione di questi flussi in entrata e uscita si manifesta la maestria del Capovalle, il responsabile delle acque. Un mestiere fondato su una lunga esperienza, conoscenza acquisita giorno per giorno, decisioni sbagliate possono compromettere la pesca e quindi la redditività dei pescatori. Il saper creare l’opportuno equilibrio per garantire un ambiente idoneo allo sviluppo ittico, cogliere i movimenti dei pesci, significa valutare attentamente tanti aspetti contingenti e mutevoli.

Il centro urbano di Comacchio è costituito da 13 isole. Ogni abitazione ha la sua calata per la barca. Solo nel 1821 fu costruita la strada che unì Comacchio alla terraferma. 

Lo sviluppo dell’attività ittica iniziò con lo Stato Pontificio. Il modesto villaggio fu dotato di vie d’acqua adeguate, Comacchio fece della pesca il suo fulcro sociale ed economico, e dell’anguilla il suo prodotto di eccellenza. La licenza di sfruttamento per la pesca e trasformazione del pesce fu, poi, concessa ad una sola famiglia, questo comportò la divisione della popolazione in due categorie: chi lavorava come dipendente e chi si dedicava alla pesca di frodo e contrabbando. La situazione era in qualche maniera consolidata. Nel 1904 la famiglia Bellini volle dare una spinta di ammodernamento al processo di trasformazione realizzando la Manifattura Dei Marinati. Nel progetto di costruzione furono previste 12 postazione di lavoro, così quante erano le famiglie notoriamente dedite alla pesca e trasformazione abusiva delle anguille, che rifiutarono di entrare nella Manifattura. La fabbrica fu chiusa nel 1990, riaperta nel 2004 con il progetto museale attivo. Per un breve periodo dell’anno la Manifattura dei marinati torna lavorare l’anguilla in maniera tradizionale, il prodotto tipico di Comacchio è divenuto presidio Slow Food. Lo stabilimento era strutturato per l’ottimizzazione dei tempi. Le batane  barche dal fondo piatto, accendevano direttamente all’interno dello stabilimento, dove il pescato veniva rapidamente lavorato seguendo un procedimento ben collaudato. Il pesce fresco destinato ai mercati veniva trasportato su di una barca dall’insolita copertura in legno con tante fessure per mantenere bagnato il carico. All’interno della fabbrica furono girate alcune  scene del film La donna del fiume di Soldati con Sofia Loren nel ruolo della protagonista. La visione dell’estratto del film all’interno del museo crea un interessante interazione tra la realtà, memoria e finzione.

La parte storica di Comacchio ci racconta la storia del suo particolare destino anche attraverso i nomi. Il quartiere dei pescatori porta il nome di San Pietro, il pescatore che Cristo scelse come fondatore della Chiesa. Fattibello è la zona di accesso alla cittadina. I pescatori trascorrevano giorni e giorni nelle valli a pescare, al rientro proprio all’ingresso del canale c’era l’usanza di tuffarsi per riacquistare un aspetto meno selvaggio e più urbano. Si trova il carcere dove venivano reclusi i contrabbandieri, la pena veniva inflitta in base la quantità di pesce frodato.

Il punto più suggestivo del centro è il Treponti, l’elegante soluzione per attraversare la confluire dei canali, realizzata nel 1634 dall’architetto Luca Danesi.

Comacchio è decisamente un luogo di acqua, cibo e umanità.

Informazioni : www.aqua-deltadelpo.com

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