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La fermata del bus di Petaling Street


Sui marciapiedi all’angolo di Petaling Street
Quando tra la polvere e l’odore della pioggia incombente
Ci si stringe sotto le pensiline della fermata dei bus
Faccio due parole con chi mi sta vicino
E noto come cio’ che suscita più attenzione
Sono le mie storie di morti istantanee
Come quella di quel tale morto mentre si faceva la barba
E che è andato in Paradiso con mezza faccia ancora da radere
O dell’altro tizio che alzatosi nel bel mezzo della cena da tavola con un coltello
Si è chiuso in bagno e i parenti lo hanno trovato là dentro riverso sul pavimento
Con il boccone ancora in bocca e con in mano il suo cuore
Che era di un bianco immacolato
Strano come gli uomini siano cosi’ interessati alla morte dei loro simili
Quasi che si chiedessero e se la stessa fine capitasse a me ?
Io invece stasera guardo questa luna di carta appesa storta sul muro della notte
E riesco quasi a scorgere lassù le mani di Dio che si muovono
Il vento soffia forte dal mare spazzando le strade ormai deserte
e facendomi desiderare quella stabilità che ho sempre rifiutato
L’ultimo bus per tornare a casa passa tra cinque minuti
Lo prendero’ visto che non è rimasto più nessuno ad ascoltare le mie storie


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