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Roba bella da leggere, ascoltare e guardare (#8)

Lista aperiodica di roba bella che ho letto, podcast e video interessanti.

Se avete link a riviste, blog o podcast interessanti, lasciatemi un messaggio perché sono sempre alla ricerca di roba bella.

Berluscuteness

Pasqua è passata, ma Berlusconi è ancora con noi. Un bel pezzo di Prismo che affronta il tema della rivalutazioni di Berlusconi e della sua trasformazione in icona Pop.

Ma c’è un altro aspetto da considerare, ed è qui che entra in azione la Berluscuteness. Agendo in un contesto in cui esiste solo il presente, Berlusconi di colpo non è più l’uomo che negli anni si è reso protagonista di frasi come “In tre anni sconfiggeremo il cancro” o “Eluana Englaro può ancora avere dei figli”; non è più il politico che entra a Strasburgo o nei vertici internazionali e dà del kapò a Martin Schulz; non è più l’uomo delle leggi ad personam sotto i cui governi è esploso il debito pubblico; il Primo Ministro durante il G8 di Genova e che nel 2009 prometteva di ricostruire l’Aquila in pochi mesi. Disinnescando la critica, depotenziando lo ‘sguardo morale’ e annullando di fatto il giudizio di valore, Berlusconi è semplicemente un vecchietto che allatta un agnellino nella sua ultima evoluzione in difensore dei diritti degli animali. Un vecchietto che fa cose normali, ma che è comunque Silvio Berlusconi, ed è comunque estremamente riconoscibile, estremamente identificabile e fornisce quindi una variazione sul tema del romanzo della sua vita.

[il pezzo completo si legge su Prismo]

Ron Gilbert, il cantastorie

Ron Gilbert è un programmatore, un game designer, uno scrittore e mio personale mito. Gilbert ha creato alcuni dei miei videogiochi preferiti ed è anche una brava persona.

In questa (potenzialmente infinita) successione di scatole cinesi il videogioco è forma d’arte e finestra sul mondo di dignità pari agli altri discorsi, e la vita stessa si fa gioco: il nostro margine di libertà d’azione sta nello spezzare il loop che ci costringe a rivivere gli stessi eventi partita dopo partita, radendo al suolo il mondo preconfezionato e costruendone uno nuovo tra i tanti possibili. Parafrasando Jacques in Come vi piace, potremmo dire che “tutto il mondo è gioco”. Forse dobbiamo cominciare a porre al videogioco nuove domande per ottenere risposte nuove.

[il resto del pezzo su Prismo – ma quanto mi piace questo Prismo]

Hideo Kojima on the Philosophy Behind ‘Ghost in the Shell’

Ed ecco un altro grande autore di vudeo giochi, il giapponese Hideo Kojima. In questo articoli Kojima spiega il problema filosofico affrontato da “Ghost in the Shell”.

The title “Ghost in the Shell” is inspired in Arthur Koestler’s 1967 book, The Ghost in the Machine about philosophical psychology. Koestler’s concept is a critique of 17th century philosopher René Descartes’ mind-body dualism: the idea that humans have a mind with free will, and a body that executes the mechanical movements, both existing independently and interacting with each other. The basic idea is that our “mind” doesn’t really exist corporeally, but the body and mind cannot be clearly separated. The concept of “The Ghost in the Machine” is that a human is actually a ghost (mind) living in a body (machine).

[il post lo trovate su Glixel]

CONSIP, ORFEO E L’ESTETICA DELLO SQUADRISMO

Francesco Cundari scrive un bel pezzo in cui spiega il rapporto malato che c’è tra un certo modo di fare informazione e i nuovo squadristi organizzati.

All’origine di tutto c’è un guasto profondo nel nostro modo di raccontare ed esercitare il potere, fondato sul primato dell’insinuazione. Cade un indizio, ma che fa? Restano comunque in piedi tutti gli altri. Indizi, attenzione, non prove. Basta dunque che le accuse – gli indizi – siano sufficientemente numerosi, o sia comunque garantito un certo ricambio, e non ci sarà smentita, dimostrazione o argomentazione razionale che possa nulla. Come in ogni programma televisivo che si rispetti, è tutta una questione di ritmo. Chi si ricorda più di Tempa Rossa? Ci si sono dimessi ministri, e allora? Cade un’inchiesta, ma che fa? Restano sempre in piedi tutte le altre.

[si legge su Left Wing]

How Google Book Search Got Lost

La storia del progetto “Google Book Search”. Quindici anni fa Google decise di scannerizzare tutti i libri del mondo e usare la sua tecnologia per fare ricerche in questo immenso database. Il progetto oggi è in “animazione sospesa”. In questo post si racconta la storia del progetto e i problemi legali che Google ha dovuto affrontare negli anni.

Books can do anything. As Franz Kafka once said, “A book must be the axe for the frozen sea inside us.”

It was Kafka, wasn’t it? Google confirms this. But where did he say it? Google offers links to some quotation websites, but they’re generally unreliable. (They misattribute everything, usually to Mark Twain.)

To answer such questions, you need Google Book Search, the tool that magically scours the texts of millions of digitized volumes. Just find the little “more” tab at the top of the Google results page — it’s right past Images, Videos, and News. Then click on it, find “Books,” and click on that. (That’s if you’re at your desk. On mobile, good luck locating it anywhere.)

[si legge su Medium]

Tap Dance, Baby!

Anatola Howard è una giovanissima fumettista americana. Per il suo secondo anno di studi al California Institute of the Arts ha preparato questo piccolo cortometraggio animato.

Equilibrio Digitale

Equilibrio Digitale è il nuovo podcast di Luca Conti prodotto da Piano P.

Io lo sto trovando molto interessante, le puntate sono brevi, ma dense di informazioni. Luca Conti aiuta a districarsi nel complesso mondo digitale moderno, dà consigli e suggerisce strategie per poter migliorare la propria esperienza con i social e con la tecnologia. Il podcast è tanto pieno di spunti che, dopo averlo ascoltato, mi trovo spesso a cercare le fonti citate o a cliccare sui link suggeriti.

Si può ascoltare dal sito di Piano P o su qualsiasi piattaforma di podcasting




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