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Ogni giorno che passa è uno in meno

Ogni giorno che passa è uno in meno

ANTOLOGIA VOL. 13

Iannozzi Giuseppe

Anima struggente

Ti cerco
Ti cerco e trovo solo le tue calze nere,
quelle a rete che mi fanno impazzire
Ti cerco
e trovo soltanto il tuo profumo per casa
e non è per caso che te lo sei lasciato dietro
Ti cerco
come si cerca la guerra, il sangue, la passione
Ti cerco
perché ho bisogno di sentire la femminilità che sei
oltre l’infantilità che ti fa brillare gli occhi
Ti cerco
con l’affanno in bocca,
fumando sogni e speranze,
bevendomi l’anima dalla bottiglia di rosso
che accompagna le mie preghiere
Ti cerco
perché ho perso l’equilibrio
e la bellezza di sentirmi bambino
raccolto fra le tue calde braccia
Ti cerco per farti complice
Ti cerco per complicarci la vita insieme

Ogni giorno che passa è uno in meno
L’aria te la sei portata via tutta,
resta solo il profumo di te ma non basta,
non basta mai ai miei polmoni,
alla lingua che snocciola parole d’amore
che tu non ascolti
Ogni giorno è una lacrima e una preghiera
pregando che tu torni da me

Ti cerco, ti cerco, ti cerco
come un rinnegato
che ancora tenta l’azzardo d’una fede
Ti cerco, ti cerco, ti cerco
come la vita per chi già tirato al patibolo
Ti cerco perché non posso davvero fare a meno
della tua Anima Struggente su Me

Ti cerco
perché se un senso la vita ce l’ha
è in quella smania della tua Anima,
che strugge e distrugge quella mia
E l’anima mia strugge e distrugge la tua,
ma forse è solo sogno e illusione

Kerouac

Colpo basso
Alto
il tasso alcolico

Non hai idea
di come ci si sente
senza il pallido
affogato
volto di luna
Per due righe
che scrivo
perdo
una vita intera
Così solo ti chiedo
di non tornare
a bussare
alla mia porta:
sono occupato a sprecarmi
sui tasti danzanti olivetti

La mia donna
ha lasciato l’impronta
sul letto disfatto
Chiunque tu sia
non tornare a bussare
Non ho tempo
per questo,
per questo terremoto
Lasciami così,
con un livido
– perfetto postumo
perso
nell’eternità dorata

Tutto il mio rosso

Il rosso fa presto
a fluir via
tutto dalle pallide vene
La vita, quella vita
che avrei voluto con te
Perché solo il freddo
morde l’anima mia?
perché questo silenzio
d’attorno, così innaturale?
Pace, terribile pace
che profuma di dolciastro
Che sa il colore della Morte
Eppure non volevo arrivare
all’Estremo, non veramente

E’ dunque questa l’assenza,
l’amor che si perde
e ti lascia in attesa
finché vita più non è

Bianche nuvole passeggiano
al di là della mia testa vuota,
che si riempie dell’aria dolce
della morte
Presto sarò un corpo morto
– vuoto di battiti di calore
Ma il dolore eterno
resterà a sbranare
le mie stanche stanche carni
fino a incidere il bianco
delle ossa

Con tutto il mio amore
Con tutto il mio rosso
che si perde via, Amore

Duluoz

Arresa esplosione
Madonne
rimettono sangue
e debiti
– legge
inter legge
per religione
S’imbratta di anima
la mia brandina
Poche carte buone
in mano
cadono
lentamente
a sfiorare
in ginocchio
il cieco pavimento
innocente
ma
di croci su croci

La vena tagliata,
il mazzo male:
si bara alle carte
E fuori i soldati,
la bandiera alzata
e scoppi di fucile,
“onore alla memoria!”
E sottoterra
nascosta, la bàra,
quasi una vergogna
Si bara al gioco

Trema,
trema l’anima
presa in mezzo
al Re e alla Regina
Trema
per esplodere
in arrendevolezza

Madonna,
questa volta
non ne verrò
fuori
tutto d’un pezzo

Angelo
di soffocamento
Bocca blindata
e poi esplosa:
la mia e la tua,
così uguali

Addio Dio,
leggenda
di Duluoz

Fratellino
morto,
amato sempre,
sono morto
anch’io

Frammenti d’Eternità

I.

Lontananza ci divide
ma non può tagliare in due
la bellezza che nell’alma
sentiamo in musica
di parole di sentimenti

II.

Sì, vorrei poter perdere
della vita la cognizione
ma dentro di te, nell’anima
bella che sei e che mi tenta
di credere in dio

III.

Per quanti tramonti
gli occhi potranno vedere
tra il rosso e l’infinito,
la vita non avrà mai fine
per chi avrà coraggio
di scortare i sogni suoi
al di là di quelle paure
che il quotidiano vivere
nell’alma di un po’ tutti
insinua come serpente

Sono presente

Sono nel mondo
anche quando
assente
a me stesso
Sono presente

Il mio occhio vede
insieme alla mente,
in profondo
ogni cosa
umana e non
Come una scarica
di adrenalina
o un dramma
mistico di peyote

Gli uomini teschio
dicono parole
e predìcono la fine
Predàno il dì
al cielo di stelle

Sono presente
assente
Sempre

Non hai…

No,
non l’hai
capito
mai
che
ti amo;
che
di te
non posso
fare
a meno

Ma
tant’è!

Così
torno
indietro,
restando
fermo
al solito
posto
per morire
ancora,
una punta
appena,
anche se
non l’hai
capito
mai
che
significa

only you

dall’ultima volta
che ti ho presa
fra le braccia
sei cambiata
non rispondi più
ai miei baci
ti lasci adorare
come una dea
le mani mi passi
fra i capelli
ti diverti a giocare
e piangi un po’
fra la guazza dei fiori

non ti riconosco più
sei pazza, così pazza
che potrei prendermi
di te
anche se non so
chi oggi sei

i miei baci
tutti li raccogli
sul nudo corpo
ma non ne dai
nemmeno uno
per scherzo
giochi e piangi
così strana sei
davvero non so
chi oggi sei
ma ti giuro
che potrei prendermi
di te
quando giochi e piangi
quando ti bacio
e non rispondi
quando ti dico
che ho bisogno di te
perché tu sia la compagna
l’amante l’amica la sorella

ma tu baci non ne dai
non più
e dai miei mi giudichi

gli occhi chiudi
fai finta di pensare
a qualche cosa
e piangi piano piano

non so chi oggi sei
mi sono preso di te
come una dea
oggi non ti concedi
piangi
eppure lo sento
che lo vorresti
che ti prendessi
con violenza quasi
e invece ti chiudi
porti le ginocchia
al petto e le abbracci
a me da solo mi lasci
posso solo imitarti
e chiedermi perché
perché questo letto
è così tanto vuoto

Ho la chiave delle tue bugie

Ho la chiave delle tue bugie
Ho preso confidenza col tuo amante
Siamo andati a trovarlo Magellano
Gli abbiamo portato arance siciliane
E’ uno di poche parole
Ama pescare dentro a un naufragio
Gli piacciono le onde e le reti gonfie
E’ uno che non spiccica parola

Siamo stati delle ore a dirgli
del più e del meno
quasi ci conoscessimo da sempre
Io e la mia ombra, e lui niente
Ma però la Terra è piatta
ed è una fortuna sfacciata, anche per te
Anche per te che non mi ami più

Hai l’amante, noi le arance rosse
Noi stiamo bene da soli
Verremo a trovarvi a notte fonda
per scoprire com’è che lo fate l’amore
Con la luna piena o con il cielo vuoto di stelle
verremo a trovarvi con una bottiglia scolata
e nessun messaggio di paura o di coraggio

Hai l’amante, noi le arance siciliane
che abbiamo fatto assaggiare a Magellano
Ho la chiave delle tue bugie
e nel videoregistratore un porno di fantasie

Non ti preoccupare per noi
Abbiamo tutto quello che ci serve:
le tue mutandine per pulirci il naso,
e fazzoletti di seta per pulirci il sedere,
e arance succose che ci fanno pisciare
e qualche volta ruttare di gusto
E risate a volontà
sotto i pergolati coi coltelli in mano,
e negli occhi semichiusi luminarie
per la notte che verrà
Ci sarà un gran divertimento da smaltire
Rosso, rosso come il sole di Sicilia
perché oramai ho la chiave delle tue bugie

Come Mistero di Fede

Tu non hai capito niente
Il tuo cuore non è sul mio
e per questo mi fa male
Tu lo sai bene quanto sei
E lo sai d’essere Bellezza,
come Mistero di Fede
inaccessibile
La tragedia è che tu,
tu non vuoi essere mia
Di me rifiuti l’alito e il battito
Così di te muoio destinato
a non trovar mai il paradiso

Crocifissione

Le tue
sì tanto crude parole
mi strappano
dal petto il cuore
In ginocchio
mi buttano
Mi tramortiscono,
mi fanno cristo
con croce
sulle spalle legata

Chiodi son le parole
che dalla tua bocca
sulla mia ma per cucirla
– per trafiggerla in inferno
che non merito

Sì grave il dolore
che provochi

E già i miei occhi
piangono in silenzio
la perdita non della vita
ma di Te, mio Amore

Quando sarò morto
più non udrai di me
né il balsamo né il rantolo,
ma solo la vuota eco
del silenzio

per rammentarti
che un tempo ero vivo
e la vita mia in Te sola
tutta l’avevo rimessa

Un milione di Majakovskij

Stamattina mi sono aperto gli occhi
con il solito, un bicchiere di spenta lucidità
Sul pavimento avanzi d’amore,
mozziconi e giochi da tavolo in confusione
E la mia faccia più brutta del solito
tra gli scacchi il re la regina e lo specchio
E quel cazzo d’aforisma scritto col rossetto
E queste due lacrime dolci e amare e silenti
che mi tagliano il sorriso in due
mentre il cuore in petto perde un colpo

Ma stasera è sicuro che avrò il mio bel daffare,
un milione di Majakovskij e un altro di whisky,
una poesia a metà, e un colpo veloce di pistola

E così capisco d’essere solamente solo,
giusto un piccolo ingombro nell’Universo
Però l’alba è già alta rossa oltre le Alpi
e non si frena più la voglia di morire
Perché mai soffrire come un cane affamato
legato alla libertà d’una rugginosa catena?

Sperma

La bocca te la posso rubare
Le mani te le posso legare
E’ poi così che fa l’amore
sia che esso ti voglia o no
un goccio appena di bene
Lo sperma non si risparmia,
in bocca o fra le gambe
s’insinua, si scioglie
e si secca, si secca e muore
dopo pochi attimi, e niente,
niente più ti resta dell’amore

Aborto

Non ti cercherò
Non mi avrai
fra le tue grinfie
un’altra volta
per far di me
tutto quello
che ti passa
per la testa

Non mi avrai
né mai più
mi bacerai
colle tue
tante bocche
di serpente
per far poi
festa
colla mia testa
posata
sul piatto d’argento
insieme
a quegl’impuri dèi
che adori e incensi

Il desiderio
insoddisfatto
ti rimarrà in grembo,
come aborto
da cullare da qui
all’eternità

Luce infernale

Sono stato all’inferno per il mio piacere,
per fuggire lontano da case e chiese,
per vedere se davvero fiamme e diavoli
son da temere, ma solo ho incontrato
il numero 27 che mi ha dato del matto

La luce del giorno continua a tormentarmi…
Dico sul serio, qui nessuno mi vuole aiutare
Dovunque volga lo sguardo dannati gaudenti,
ma dell’Essere Superiore manco l’ombra
Non lontano dalla mia via dei cani l’abbaiare,
e rantoli di umani mostri a raschiare la luce

Sono stato all’inferno per il mio piacere,
per rubare un po’ di cicatrici e farle mie
Ma giusto una fiaccola di luce uguale al sole
tutto quello che son riuscito a portar via

Preghiera del mestierante

Risuolo le scarpe,
un mestierante io
che male sa l’abc
Dio ha voluto così

Dicono cose i clienti
che non intendo
A tutti con il capo
faccio cenno di sì,
e muto resto: di sale

Pianto chiodi
sotto le suole

Prego in silenzio,
prego la croce e Gesù
perché non si compia
oggi il destino mio
a testa in giù
Prego bene perché
ho del lavoro da sbrigare
per dar ai figli miei
un pane da mangiare

Nessuna attitudine

Nessuna attitudine,
nemmeno quella di celare
nella fondina della pistola
un profilattico d’avanzo,
come una pallottola spuntata
sulla poesia di Majakovskij

Punti dritto al cuore
affinché non abbia io più voce
ma solo un filo di rabbia,
inespressa e fumante

Avevo un’amica

Dove sei, dove?
Me lo chiedo spesso
adesso che l’autunno
vien giù a foglie

Avevo un’amica
che amava il buio
Le raccontavo storie
per donarle al vento

Avevo un’amica
che sfidava il grigio
dell’intorno
con il biondo
della sua beltà

E dove sei,
ora che di te
avrei bisogno?

Buongiorno Poesia

Buongiorno Poesia,
che nelle ore grigie
della sera sei mia,
e all’alba chissà:
con chi ti svegli
nessuno mai lo sa.


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