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L’inquilina del piano di sopra butta “acqua” su una commedia ad orologeria di Pierre Chesnot

L’inquilina del piano di Sopra Butta “acqua” su una commedia ad orologeria di Pierre Chesnot
Fermata Spettacolo

«Nessun uomo mi ha reso mai felice…!» è la riflessione di Sophie giunta a festeggiare il suo 40-esimo compleanno con tanto di torta e candeline e champagne, ma sola: medita il suicidio. La vasca del bagno trabocca acqua, lo squillo dal Brasile di auguri della sua fidata amica Suzanne, il suo consiglio a invertire i ruoli e a cercare lei, di rendere felice un uomo, e il sopraggiunto Bertrand a chiedere i danni dal piano di sotto, fanno la trama e lo humor dello spettacolo.

I due scapoli unici del palazzo a Ferragosto, in una  Parigi assolata e solitaria, si cimentano in varie situazioni e incontri, ora al piano di sotto, ora a quello di sopra ora a cena,  in un viaggio di sapori alla conoscenza del mondo,  ora in salvataggi da estremi gesti, nell’intento di sceverare quanto più possibili aspetti simili in caratteri effettivamente molto distanti.

Gaia De Laurentiis,  lei, sempre elegante e sensuale nel tentativo di sposare il primo libero  che passa sotto tiro. Ugo Dighero, lui, professore universitario , un po’ orso, un po’ eccentrico, appassionato costruttore di marionette, pupazzi e automatismi vari. Laura Graziosi,  l’amica Suzanne, abile ballerina,  cantante e attrice mai affannata nello scambio di ruoli e interpretazioni sempre precise,  nei tempi e negli intenti di trait d’union che la commedia gli ha conferito,  è il prezzemolino della pièce.

Nell’arena del Teatro Golden all’altezza del palco abbastanza ridotta nelle possibilità realistiche di creare due piani, si contrappone la bravura dello scenografo Matteo Soltanto  nel disegnare un livello superiore dalle ambientazioni multietniche e uno inferiore come una bottega d’artista,  con tele, canape, lini, mascheroni,  marchingeni, e pupazzi forieri di accattivante attrattiva,  perfettamente in linea con gli interessi dei due protagonisti. Scale, porte, cunicoli e separè rendono perfettamente la profondità prospettica e l’effetto richiesti dal contesto drammaturgico.

La padronanza registica di Stefano Artissunch rispetta i tempi della drammaturgia francese di fine Ottocento, inizi Novecento con la padronanza di palco di Bertrand e un impegno scenico di Sophie e se gli elementi semplici di Pierre Chesnot, richiedono una bravura attoriale molto alta, per il carattere brillante, per  lo spirito acuto, per la verve irresistibile, le battute intelligenti e i ritmi comici, il pubblico sorride  per il buon umore e l’amore per la vita che pervade l’intero spettacolo e la messa in scena.

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Fermata Spettacolo



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