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Nico Orengo a dieci anni dalla scomparsa


Il tempo vola. Già dieci anni!
In occasione dell'anniversario è stato pubblicato questo libro
Nico Orengo, poeta della pagina e della vita,
un lavoro corale al quale hanno collaborato gli amici più cari, ognuno seguendo la propria sensibilità nel far rivivere ricordi di fatti e atmosfere.

L’intento, condiviso da tutti noi, è stato quello di restituire un’immagine di Nico, sorridente e ironico, qual era nella vita e nell’arte, al di fuori di ogni retorica.
Enrico Allavena; Mirella Appiotti; Luisella Berrino; Mauro Bersani; Pippo Bessone; Luciano Bertello; Yves Bosio; Alberto Cane; Marco Cassini; Roberta Cento Croce; Claudia Claudiano; Vittorio Coletti; Giuseppe Conte; Marco De Carolis; Walter Eynard; Giuseppe Giacomelli; Ugo Giletta; Laura Guglielmi; Francesco Improta; Federica Lorenzi; Albina Malerba; Paolo Mauri; Aldo Molinengo; Bruno Murialdo; Davide Palluda; Silvana Peira; Paolo Pejrone; Bruno Quaranta; Sandra Reberschack; Antonio Ricci; Alberto Sinigaglia; Giovanni Tamburelli; Ufficio Stampa Einaudi (Ida, Maria, Paola, Simonetta e Stefania); Paolo Veziano.

E tante fotografie.

Il mio breve intervento

Re: cartucce da volpe

Successe che qualcuno gli fece avere La Gazzetta di Isolabona che avevo realizzato assieme a dei ragazzini in un periodo di forzato riposo dopo un incidente stradale. E di quel foglio - ne erano usciti già parecchi numeri - forse lo colpì l'ironia leggera e spensierata che affiorava nei titoli e nel testo. Così Nico si mise subito in contatto con me via email. Rimbalzavano quei messaggi, fra domande sue e risposte mie, e per pigrizia di entrambi quel Re: cartucce da volpe rimase a lungo l'oggetto, anche quando da quel­l'argomento (si riferiva a mio padre che fu il primo a Isolabona a cacciare un cinghiale sparandogli con cartucce da volpe) eravamo passati ad altri e altri ancora. Chiedeva, e io se potevo l'accontentavo.

Finalmente ci incontrammo, proprio a Isolabona al ristorante Piombo, per la presentazione de La curva del latte. Sala stracolma e, sorpresa, gli facemmo trovare in carne e ossa personaggi e parenti di personaggi che aveva raccontato nel romanzo. Correva l'anno duemiladue. Cominciò lì la nostra amicizia. E da allora ogni reincontro era una festa, fosse per un libro fosse per una cena o per entrambe le cose come di solito succedeva. Lo convincemmo addirittura, lui che non amava la montagna, a fare scampagnate nei boschi lassù in alto, e così scoprì, con stupefatta meraviglia, lati della Liguria interna che non immaginava.

Poi cominciammo a fantasticare e non furono solo castelli in aria perché certe fantasie un po’ folli le facemmo avverare. Come il ritrovamento, sotto gli occhi di una grande folla in visibilio, di un'enorme anguilla colorata e la performance de Il barone rampante sulle rive del Merdanzo brulicante di personaggi in costume. Muoveva a divertimento grandi e piccini, com'era l'intima linfa della sua scrittura. E continuò a farci divertire anche due anni dopo che se n'era andato, quando inscenammo Islabonita e in contemporanea gli intitolammo una piazzetta in maniera così antiretorica che di sicuro gli sarà scappato un lieto sorriso di compiacimento.


Il 30 maggio ai Giardini Hanbury si terrà una Giornata di studi in sua memoria
La somma di tutti paesaggi

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