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Fotografia Europea 2017

Reggio Emilia 5 maggio - 9 luglio 2017

Circuito Off - Le Foto di Ermanno Foroni

Ateliers Viaduegobbitre è uno degli spazi più interessanti dei Circuito Off di Fotografia Europea. È un vecchio edificio con appartamenti e cortile interno, in cui ogni scala, stanza o ingresso, nelle giornate di Fotografia Europea è utilizzato come sede espositiva.

Le foto sono ammesse nello spazio fisico: anche quelle di Instagram superano il puro spazio social e rientrano in quello tangibile.
In uno dei vani dell'edificio, tra ringhiere, scale e ballatoi, sono esposte le foto dell'ultimo reportage di Ermanno Foroni, realizzato in Congo a gennaio di quest'anno.

Le foto documentano l'estrazione del coltan, un composto di due minerali (molto prezioso e leggermente radioattivo) largamente utilizzato per la produzione di componenti elettronici e nel campo dell'high-tech. Le immagini illustrano le tragiche condizioni di vita, i rischi per la salute e il lavoro malpagato dei minatori della Repubblica Democratica del Congo. 

La povertà, la malattia e l'assenza di diritti sono temi talmente consueti da rischiare di diventare impercettibili e vaghi e spesso l’informazione e la comunicazione risultano inefficaci. La comunicazione trova nella fotografia uno dei suoi strumenti principali e tuttavia non ne esaurisce la portata. La fotografia infatti non è una semplice trasmissione delle conoscenze, Il suo campo d'azione sta a metà tra informazione e cultura; essa consegue significato attraverso il modo in cui è realizzata e contestualizzata.

È la collocazione nel giusto contesto a fare la differenza tra far comprendere e provare.
Sottoporre se stessi a un viaggio difficile e pericoloso per il raggiungimento di una nuova conoscenza, serve per vedere il proprio mondo con altri occhi; trasmettere la propria esperienza è il passo successivo.

Alla mostra ho acquistato la foto di un bambino con tre taniche gialle. Foroni (che accoglieva i visitatori) mi ha raccontato che questo bambino camminava per due ore per arrivare al fiume a riempire i recipienti e poi rientrava portandoli una alla volta, così doveva fare tre viaggi. Non mi sarei soffermata se l'avessi vista su Google senza conoscere la storia. In mostra non ci sono didascalie a descrivere le foto e i loro protagonisti: spero che vengano aggiunte al più presto perché è il racconto a distinguere un'immagine da banca-dati da un'esperienza.
Tutto il meraviglioso racconto del fotografo che descrive e ricorda il suo arresto per aver scattato foto senza i permessi necessari, il sequestro della sua macchina fotografica e il suo rilascio grazie all'intervento del vescovo della Diocesi di Goma, se non aggiunto a corredo delle fotografie rischia di ridurre il loro impatto, perché di informazioni e conoscenza siamo pieni ma l'arte e la fotografia valgono anche come momenti di trasmissione di un'esperienza.



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