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“Titanic – The Artifact Exibition”: a bordo della nave dei sogni

“Titanic – The Artifact Exibition”: a bordo della nave dei sogni
Fermata Spettacolo

Dopo aver conquistato oltre 25 milioni di visitatori in tutto il mondo, il Titanic approda in Italia, a Torino, e ci conquista con la sua storia, raccontata nei minimi particolari, con i pezzi autentici della nave, esposti nelle sale, con gli oggetti di proprietà dei passeggeri, con la ricostruzione in scala reale di una cabina di prima e di terza classe.

E mentre si visita la mostra si assaporano e si riscoprono proprio le atmosfere dell’epoca e i sogni dei passeggeri che si accingevano a compiere il viaggio inaugurale del transatlantico più famoso al mondo. Chi non vedeva l’ora di raggiungere New York a bordo del vascello, chi lo aveva preso perché a causa di uno sciopero del carburate non aveva avuto alternative, e chi si vantava di averlo progettato. Tutti nel cuore avevano una ragione per salire sulla nave dei sogni.

La suite della prima classe

La ricostruzione storica dell’accaduto è precisa, dettagliata e corredata da esaustive spiegazioni in italiano e in inglese. Le sale si susseguono percorrendo proprio l’ordine cronologico dei fatti e noi viviamo l’entusiasmo e i dubbi pre-partenza, il divertimento e la spensieratezza della vita di bordo, ci facciamo giudici e critici della differenza di trattamento tra classi sociali e, infine, piangiamo le vittime della tragedia. 1523 persone hanno perso la vita, 705 sono sopravvissute. L’ultima superstite, Elizabeth Gladys “Millvina” Dean, se ne è andata il 31 maggio 2009, all’età di 97 anni. C’erano passeggeri di tutte le nazionalità, perfino arabi, e molti in terza classe perché, per competere con la compagnia di navigazione rivale, la Cunard Line, la White Star Line offrì ai passeggeri di terza classe cabine molto più accoglienti e confortevoli di quelle mediamente vendute dagli altri transatlantici di lusso con la speranza che essi scrivessero ai loro parenti e amici e li incoraggiassero a viaggiare sulle navi della White Star.

La storia del Titanic iniziò nel 1907, quando un dirigente della White Star Line e il presidente dei cantieri navali Harland and Wolff decisero di costruire un trio di transatlantici: il Titanic, assieme ai suoi due gemelli Olympic e Britannic, fu progettato nei minimi dettagli e avrebbe dovuto rappresentare la massima espressione tecnologica navale del tempo. Lo scafo fu varato il 31 maggio 1911 e più di 100.000 persone si radunarono per assistere all’evento.

La sala con il ghiaccio vero

Era la notte del 14 aprile 1912 quando il Titanic, il più grande e lussuoso transatlantico del mondo, che doveva raggiungere da lì a due giorni New York, segnò per sempre il suo destino. Due giovani, Frederick Fleet e Reginald Lee, facevano da vedetta, la luna non c’era, in quella zona dell’Atlantico si sapeva che, date le fredde temperature, vi erano molti iceberg. La vista in lontananza era molto difficile ad occhio nudo. La nave viaggiava a 20 nodi, quasi la velocità massima possibile. Il freddo diventava sempre più pungente. Una vedetta si accorse di un grosso iceberg, si tentò la virata, ma l’iceberg purtroppo colpì il vascello di lato. C’è una sala in cui una lastra di ghiaccio vero riproduce il freddo di quella notte e ci cala nell’atmosfera dell’attesa e del terrore.

La maggior parte morì per ipotermia, perdendo coscienza a causa del freddo. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912 le acque del Nord Atlantico erano a – 2° C. E’ noto che l’acqua salata congela ad una temperatura inferiore rispetto all’acqua dolce. Quando arrivarono le scialuppe di salvataggio, si diede priorità ai bambini, alle donne e alle prime classi. C’è chi si rifiutò di salvarsi da solo. Leggiamo una frase di una certa Charlotte: “Non me ne andrò senza mio marito; come abbiamo vissuto tutta la vita, ovvero insieme, così moriremo”.

Romanticismo ed estremo dolore. Pathos e misericordia per tutti quelli che credevano la nave “inaffondabile”, per il Capitano Smith, per la White Star Line.

E i poveri musicisti, costretti a suonare fino all’ultimo un motivetto allegro per non aumentare il panico già diffuso. Morirono tutti.

La mostra Titanic – The Artifact Exibition, in esposizione a Torino dal 18 marzo al 25 giugno presso Promotrice delle Belle Arti, via Balsamo Crivelli 11, offre la possibilità di apprendere tutto questo, di conoscere tanti dei passeggeri da vicino, di condividere le loro storie personali, di scoprire le ragioni del loro viaggio in America, di vedere gli oggetti che utilizzavano, i letti in cui dormivano. Comode e lussuose suite per la prima classe e un attento servizio pulizie, cuccette quadruple, ma con materassi, per la seconda e terza classe.

E’ stata realizzata una stanza dedicata ai 37 italiani che erano a bordo del Titanic. Nel ristorante di Prima Classe, i camerieri erano tutti italiani. E che emozione camminare sul corridoio! E ammirare la Grande Scalinata! Ascoltate anche il rombo delle caldaie e le piacevoli musiche di sottofondo.

Il corridoio del Titanic

Il visitatore viene proprio trascinato in fondo al mare, ammira pezzi di oblò, i rivetti, gli utensili, le stoviglie, i piatti in cui mangiavano. Sogna di essere per un attimo Rose o Jack del celebre e omonimo film.

La mostra emoziona, commuove, ci sensibilizza a tanti temi sociali e a quelli che ci accomunano tutti: l’amore e la morte.

La Premiere Exhibitions è la proprietaria dei resti del transatlantico in tour mondiale, portati in Italia dalla Dimensione Eventi con il patrocinio del Comune di Torino.

Per recuperare tutti gli oggetti esposti in mostra sono servite otto spedizioni speciali sul fondo dell’oceano a partire dal 1987 fino al 2010.

Il Titanic è un sogno che è diventato realtà, e come tutti i sogni, purtroppo, è stato condannato a spegnersi, in modo crudele e sofferente.

La mostra termina con il memorial wall in cui sono ricordati tutti i passeggeri, compreso l’equipaggio, e con una speciale dedica a Millvina Dean, ultima superstite del naufragio del Titanic, come abbiamo anticipato.

Un’esposizione precisa e puntuale, ricca di dettagli. Sembra proprio di essere a bordo.

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