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La repubblica delle bugie

Storie e Notizie N. 1600

C’era una volta la repubblica delle bugie.
Che un tempo qualcuno additava come quella delle banane e qualcun altro arriva oggi addirittura a rimpiangere la vecchia denominazione.
La prima, seconda, terza, puoi dire pure ottava repubblica.
Tanto, a chi interessa l’esattezza della sintassi e della semantica nella narrazione vigente?
Al tanto strumentalizzato popolo?
Ma ora esso è lì, è finalmente entrato nella stanza dei bottoni.
La meravigliosa gente comune, il cittadino medio, tradizionalmente noto per virtù e competenze che gli ormai logori politicastri di professione si sognano.

E allora perché si ha come la sensazione di vivere in uno strano tipo di incubo?
Non dirlo, però, altrimenti… sbrigati!
Modera i commenti, anzi, bloccali e, già che ci sei, spegni tutto.
Meglio non leggere tra la fangosa corrente di risacca che puntuale si leverebbe.
Va tutto bene, continua a condividere il tranquillizzante mantra, con gli altri e soprattutto con te stesso.
A capo della Rai è stato nominato per la seconda volta – e a quanto pare definitiva – tal Marcello Foa, un giornalista che ha spesso diffuso notizie che si sono poi rivelate false.
E va tutto bene.
Il movimento dal basso (ma dipende da dove guardi), che a suo dire non sarebbe mai sceso a patti con nessuno dei vecchi partiti, avrebbe venduto pure l’anima per salire finalmente in sella al destriero governativo.
Sai che c’è?
L’ha venduta, oh, se la venduta.
O, forse, se l'è fatta rubare sotto il naso, dipende sempre da dove guardi.
Va tutto bene, comunque.
Perché quel che fa davvero pensare e da chi si è fatta imbrogliare.
Ma tu non pensarlo nemmeno, che poi dormi male.
Figuriamoci postarlo nel gruppo, a meno che non si pecchi di uno spiccato masochismo digitale.
E allora, dai, facciamo nostri i deliri dell’ex separatista, ministro di tutte le cose, purché siano virali e soprattutto che non richiedano cervelli fini.
Piacizza l’immondizia dell’uomo forte con i deboli, così non vedranno più la differenza.
Perché va tutto bene, ora.
Le cose son cambiate.
È questa la novità dell’oggi.
Nel tempo che fu il candidato faceva promesse pre elettive e poi veniva più o meno veementemente confrontato, allorché non le mantenesse.
Nella pseudo modernità in cui ti sei svegliato l’aspirante leader ha riempito di panzane ogni centimetro della tua bacheca neuronale e una volta votato non ha mai smesso di farlo.
È la coerenza del malfattore impunito, che ti fotte prima e dopo.
E per te va bene così.
Resta sedato, fermo, non osare avvicinare le mani alla tastiera e tantomeno il cervello alla favella, se non la memoria.
Non dire che lo spauracchio di Roma ladrona è stato beccato per l’ennesima volta con il malloppo tra le mani.
Eh, già, non lo potresti neppure dire, perché l’hanno già speso.
E allora non parlare neanche delle decennali offese allo stivale di sotto.
Come dice, chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato... continuerà a dare, e stavolta pure contento, nonché cornuto e mazziato.
Non dire ciò che sai meglio di ogni altra cosa.
In altre parole, che i migranti non sono mai stati il primo problema di questo paese.
Ma neanche il secondo, il terzo e il quarto.
Di sicuro, non il solo.
Altrimenti, aspettati di rimanere tu, isolato, contro tutti gli altri.
Leggi pure come il popolo amministratore della pagina social nazionale.
Ti trovi semplicemente nella fase successiva che non ti aspetti, dopo più di vent’anni di regno di uno che un giorno mentiva e quello seguente ritrattava.
Ora non serve più rettificare, e sai perché?
Perché va bene così.
Va tutto bene.
Ripeti con me, va tutto bene.
Tanto, bugia più, bugia meno, nessuno se ne accorgerà.


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